Chapter one

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"Schiena dritta, signorina Jones!" esclama Mr.Swedish.
Obbedisco e cerco di prestare attenzione per il resto della lezione.
Mi lascio trasportare dalle coinvolgenti note della musica classica e danzo come se non ci fossero regole.
Mi accorgo di essere rimasta l'unica nella sala, quindi spengo lo stereo e raccolgo il mio materiale.
Chiudo la porta e mi dirigo verso la bacheca: "Ore 12.00 RECITAZIONE".
Sono le 11.56 e mi rendo conto di non poter arrivare in tempo dall'altra parte del campus, ma non posso permettermi un'altra assenza o la signorina Manson mi rimanderà l'esame.
Per fortuna incontro Mandy, che mi da uno strappo fino all'aula di recitazione e vorrei costruirle una statua d'oro.
Lei riesce sempre a tirarmi fuori dai guai...
Inizio a pensare che è davvero giunta l'ora di comprare un'auto o resterò a piedi per tutto l'anno scolastico.
Ho risparmiato abbastanza durante l'ultimo trimestre da poter permettermi una macchina e poter continuare a frequentare l'accademia.
Guardo l'orologio e mi accorgo che sono già le 12.05, così mi dirigo verso l'aula il più silenziosamente possibile, in modo tale da non dover tollerare nuovamente la signorina Manson urlare e lamentarsi per il mio ritardo.
È la mia seconda lezione e l'insegnante si accorge subito delle mie capacità.
"Signorina Jones, i miei più sentiti complimenti per la sua maniera disinvolta di recitare. Ha per caso preso lezioni precedentemente?"
-"Non proprio, Mrs. Manson;
Mia madre mi ha trasmesso la passione per la recitazione e quindi riesco a cavarmela, ma ho comunque preso poche lezioni in passato".

Dopo una lezione di strumento e una di storia della musica, torno finalmente in camera, con l'intenzione di fare una doccia.
Arrivo finalmente dietro la porta, e trovata la chiave, la apro silenziosamente, quando uno schiamazzo, perfora letteralmente le mie povere orecchie.
"HOLA! SONO ROCKY E TI FARÒ COMPAGNIA PER UN BEL PÒ DI TEMPO!".
Una ragazza dai capelli neri e lunghi, raccolti in una coda di cavallo, sta saltando sul mio letto, sghignazzando ed insinuando di essere la mia nuova compagna di stanza.
Rispondo con tono calmo, -"Ciao! Io sono Fannie Jones, e sono lieta di accoglierti come nuova compagna di stanza!
Posso sapere come ti chiami?"
-"Rocky. Rocky Lennon, piacere mio. Sono sicura di avere tantissime cose in comune con te! Passeremo un periodo indimenticabile e pieno di avventure, ci scambieremo i vestiti e condivideremo gli armadietti e le merende!"
Okay, questa è una svitata.
Non voglio giudicare le persone prima di conoscerle, anzi credo sia molto socievole, forse anche troppo, ma cercherò di chiudere un'occhio.
D'altronde ha cercato di farmi sentire a mio agio.
Noto i suoi occhi di un azzurro sfavillante, truccati pesantemente con una linea di eyeliner oltremodo spessa.
Ha delle lentiggini che le circondano il naso e delle labbra di una bella forma.
È di media statura e magra ed indossa un crop top verde abbinato ad un paio di jeans a vita alta con un paio di converse nere.
Annuisco alla sua esclamazione e le spiego che dopo aver avuto una lunga giornata in accademia, ho bisogno di ripristinarmi con una doccia calda, per questo, le dico che ci presenteremo meglio appena esco di doccia.

Durante il mio shampoo sento squillare il mio maledetto telefono, ma lascio perdere.
"DRIIIING!"
Di nuovo.
Allungo un piede fuori dalla doccia e mi sporgo per vedere chi mi sta chiamando.
NOAH.
Bene.
Ricordo solo adesso di aver fissato l'ennesimo appuntamento con lui, e di aver promesso che non gli avrei dato buca.
Ma proprio adesso che mi sto rilassando, con mezza testa insaponata, decido di continuare la mia doccia calda e di ignorare il telefono;
Dopo tutto posso sempre inventare un'altra scusa credibile per giustificarmi!

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