CAPITOLO 3
POVS CHIARA
"Sei pronta?"
Mi domandò mia madre prendendo le valige e caricandole in macchina.
"Sisi"
Nascosi il suo diario nella mia borsa e scesi.
"Ci aspetta un lungo viaggio"
Mi ricordò mia madre.
Sbuffai e mi sdraiai sui sedili posteriori.
"Verso le 12.00 mi dai il cambio eh"
Affermò mia Madre mettendo in moto.
Con cautela tirai fuori il suo diario senza farmi vedere e iniziai a leggerlo.
Girando la pagina mi resi conto del distacco delle data.
28 novembre 95
Ero già nata anch'io quando scrisse questo.
"E pure questa va a te.
Ti ho pensato ogni giorno.
Ogni singolo giorno per vent'anni quasi.
Quindici per la precisione.
E solo stasera ho deciso di fare una scelta.
Sono innamorata dei ricordi.
Non ci ho pensato neanche un attimo.
È da un po' che non ci sei.
I ricordi ormai sono sbiaditi.
Non erano nulla di nuovo, sempre lo stesso disco, e a forza di rivederlo si è rovinato.
Non mi ricordo più la tua voce.
Mi ricordo i tuoi occhi solo guardando le foto.
Neanche la sensazione di prenderti per mano.
Ma non scorderò mai che ti ho amato, perché si ci siamo amati.
Come solo a 15 anni si sa fare.
Ora ho una bimba, si chiama Chiara, è bellissima, avrei voluto che la tenessi in braccio tu al posto di quello stronzo di suo padre."Una lacrima rigò il mio volto.
"E pure tu lo so, sei diventato padre altre due volte ancora, dopo Daniele pure Lorenzo e Giorgio poi?
Giusto no?
E sempre da quella donna che non hai mai amato realmente, ma spero che tu sia felice ora, come lo sono io, anche se mi manchi.
E spero che un giorno tu legga questa lettera che mai, forse, ti spedirò.
Mi manchi davvero mio caro Cantarini."
"Mamma ti do il cambio"
Dissi per farla riposare un po'.
"Okay"
Accostò, e salì al mio posto.
Dopo pochi minuti si addormentò beatamente sul sedile posteriore, così io presi il suo telefono nella borsa sul sedile del passeggero e cercai su Facebook, tra gli amici quel dannato Cantarini.
Un solo risultato apparve sulla schermata.Matteo Cantarini
Sarà lui per forza. Iniziai a girare sul suo profilo, stavo dando una faccia a tutti i nomi letti poco fa.
Ad un certo punto mi venne in mente di leggere i messaggi, magari si son scritti.
Aprii le chat di Facebook.Da Matteo:
-"Ciao Francesca, è tanto che non ci vediamo, e in tutti questi giorni mi sei sempre mancata.
So che ti stai per trasferire a Roma, e spero che accetterai il mio invito a venire una sera a mangiare da noi, magari con tua figlia, la vorrei conoscere."-Da mia mamma:
-"ciao a te Matteo, anche per me il tuo ricordo è molto pesante e presente, mi farebbe molto piacere ritrovarti e scambiare qualche parola"-
Era tutto così formale, così strano, ma forse era solo una questione di maturità, non erano più i ragazzi di cui leggevo nel diario di mia madre, oppure era solo timidezza, paura di ricominciare.
Rimisi il telefono in borsa e continuai a guidare, volevo arrivare a Roma il prima possibile.