Chapter five part 2

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"Louis... è stato stupefacente," dice, facendomi aprire gli occhi.

Harry era seduto sulla cattedra, con la bocca letteralmente spalancata.

"D-davvero?" Balbetto.

"Si! La tua voce è bellissima," dice con fin troppa eccitazione. I suoi occhi verdi sono spalancati e fissano i miei completamente scioccati.

"Per favore, non dirlo solo per farmi sentire meglio," mugugno, sentendo il mio viso riscaldarsi.

"Non lo sto facendo! Sono sincero, Lou."

"Lou?" Chiedo, inclinando la testa di lato. In realtà, mi è piaciuto il modo in cui è uscito dalle sue labbra. Solo le mie sorelle mi chiamano così. Tutti gli altri mi chiamano Louis.

"Uh, scusa. Non ti piace essere chiamato così?" chiede.

"No. Lou va bene," dico, sorridendo.

"Okay, beh Lou, la tua voce è assolutamente splendida."

"Grazie," squittisco. Posso sentire le mie guance diventare completamente rosse e, dannazione, è imbarazzante.

"Sei carino quando arrossisci," dice sorridendo.

"Oh, um . . . grazie?" dico insicuro.

Harry ridacchia e alza gli occhi al celo. "Perché ti comporti così stranamente?"

"Non lo so."

"Posso farti una domanda, Lou?"

"Sicuro." Chiedo.

"Perché non la fai tu, la parte di Romeo? Voglio dire, sei davvero talentuoso," insiste.

Mi schiarisco la gola. "Uh, intendi cantare? Difronte ad una folla di persone? Harry, ho potuto a malapena riuscire a cantare davanti a te- una persona- per non parlare di un intero stadio pieno di gente," spiego.

Harry sospira rumorosamente grattandosi il retro de collo, posso dire che sta meditando su qualcosa nel suo cervello.

"Hai davvero bisogno di trovare un ruolo per Romeo, eh?" chiede

Annuisco sconvenientemente. "Si?"

"Bene . . . Potrei cons-"

"Grazie!" urlo, stoppandolo da dire qualsiasi altra cosa.

Salto giù dalla mia sedia, strattonando con forza il braccio di Harry, costringendolo così ad alzarsi. Avvolgo velocemente le mie braccia intorno al suo collo, stringendolo a sé per un abbraccio. Lascio che il suo profumo mi riempia le narici, le sue braccia goffamente avvolte intorno alla mia vita.

"Uh . . . Lou? N-non riesco . . . a r-respirare," quasi soffoca.

Lo lascio immediatamente andare con un sorriso di scuse. "Scusami! Sono solo felicissimo! Le audizioni sono venerdì durante la pausa pranzo, in aula informatica," dico felicemente. *Devo dedurre che Harry ballerà sui computer o ...*

Harry aggrotta le sopraccigli. "Ho detto che l'avrei semplicemente considerato."

Sporgo in fuori il labbro inferiore, mettendo il broncio, "Ti prego?"

"Lo prenderò in considerazione."

"Bene," mormoro, mantenendo il broncio.

Harry ridacchia leggermente per nessun motivo in particolare, ed io gli rivolgo uno sguardo confuso. "Cosa c'è di così divertente?" chiedo.

"Sei così infantile, è tutto." Spiega, ghignando.

"Non essere ridicolo! Sono due anni più grande di te," faccio notare.

"Già, ma non lo sembri," ribatte.

"Qualunque sia," borbotto.

"Sai, la prima volta che ti ho incontrato, pensavo che fossi veramente timido, un tipo riservato. Però non lo sei. Sei un ragazzo carino, a posto.

Sorrido. "Davvero? Beh, la prima volta che ti ho visto, ho pensato fossi popolare, un coglione pieno di sé."

"E cosa pensi di me ora?"

"Penso che tu sia popolare, un coglione pieno di sé."

"Sei proprio un asino." Dice, ridendo.

"Stavo solamente scherzando. Sei divertente, dolce e veramente affascinante." Ammetto.

"Affascinante?" chiede, sollevando ripetutamente le sopracciglia. *OKAY piantatela di flirtare. *

"Oh, sta zitto," mormoro. Spingo gentilmente il suo petto, con fare scherzoso ma lui inciampa sulla gamba della cattedra, cadendo all'indietro atterrando sulla schiena. Oh merda. Beh, credo che se lo sia meritato. È piuttosto goffo.

Geme e si massaggia la spalla dolorante, rimanendo sdraiato sul pavimento.

"Mi dispiace tanto!" esclamo, inchinandomi verso il basso ed allungando una mano, tentando di aiutarlo ad alzarsi. Afferra la mia mano.

Invece di lasciare che l'aiutassi, mi afferra per un braccio, tirandomi verso di lui in modo da farmi cadere. Atterro accanto a lui, colpendo il pavimento piastrellato con il mio grosso sedere. Harry semplicemente se ne sta lì sdraiato di schiena a ridere mentre io mi distendo sul pavimento a causa del dolore.

"Sei intelligentone, Styles," ammetto, ammirando la sua intelligenza. Ora siamo entrambi distesi sul pavimento uno accanto all'altro, lui gira la testa di lato in modo da far appoggiare la sua tempia alle mattonelle. Mi fissa gli occhi e sorride. Il suo sorriso è così morbido e puro, da farmi arricciare le labbra in una smorfia; che per l'appunto dovrebbe essere un sorriso.

"Lo so." Sorride affettuosamente. Si alza dal pavimento, pulendosi le ginocchia. Ritorna al suo posto, ed io faccio lo stesso.

Do un'occhiata all'orologio. "Oh, la detenzione è finita." Faccio notare.

"Che sfortuna," dice, rimettendo i suoi raccoglitori e appunti nella cartella.

Corrugo le sopracciglia. "Come mai?" chiedo.

Harry mi guarda e sorride. "Perché, è divertente parlare con te," ammette, scrollando le spalle; il che mi coglie alla sprovvista poiché solitamente le persone mi considerano un peso.

Mi schiarisco la gola. "Um, potresti darmi il tuo numero ed io ti scriverò, no?" suggerisco.

"Si, si! Eccolo." Dice, afferrando la mia mano.

Sorride, una volta finito di scrivere l'ultima cifra, con una mano afferra il suo zaino, infilandoselo su una spalla. "Chiamami, okay? Devo tornare a casa, o mia madre impazzirà," dice.

"Giusto. Ci vediamo domani in detenzione allora," dico, facendo l'occhiolino.

"Ciao Lou!" urla, mentre corre velocemente fuori dall'aula. Mentre lo guardo uscire, qualcosa gli cade dalla tasca, svolazzando con grazia fino a colpire il corridoio deserto.

"Harry? Ti è caduto qualcosa!" lo chiamo. Mi guardo intorno, ma non è da nessuna parte. Se ne è già andato.

Punto lo sguardo verso l'oggetto fra le mie mani e i miei occhi lo sfiorano con completo shock.

È un opuscolo.

Lo sfoglio ed inizio a leggere. Non Vergognarti.

Detention [Larry Stylinson-Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora