twenty

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la mattina dopo ero più attivo e sveglio che mai, mi vestii alla svelta con i miei soliti skinny jeans, una maglietta nera e il mio giacchetto denim preferito. afferrai le valigie che sistemai nel portabagagli della macchina e partii subito dopo.

l'album misadventures dei pierce the veil fece da colonna sonora durante tutto il viaggio in auto. mi sentivo abbastanza nervoso, ma emozionato. insomma stavo per vedere Luke Hemmings.

passarono due asfissianti ore dalla mia partenza, ero rimasto imbottigliato nel traffico e questo mi lasciò sfuggire qualche imprecazione al vento, ero fottutamente teso.

afferrai il cellulare dalla tasca senza distogliere gli occhi dall'autostrada, entrai nella chat di luke e lessi la via York Street, n. 134.

"nel centro di sydney..." sussurrai tra me e me.

girai tutti i viali finché non trovai York Street, arrivando finalmente al suo numero civico. e se non fosse ancora sveglio? non volevo svegliarlo. eppure l'avevo avvisato, e se non gli piacevo? DIAMINE.

"al diavolo." imprecai, avviandomi verso il portone di casa hemmings con il mazzo di fiori in mano. bussai, non volendo disturbare nessuno.

la porta si aprì in seguito, così lentamente che mi si gelarono tutte le vene in corpo, improvvisamente sentii freddo e mi colpì quello stupido stimolo di andare in bagno, ero nella merda.

quando la porta si spalancò completamente riuscii a vedere luke in tutta la sua bellezza, anche se il suo volto era rivolto verso il basso.

avvicinai la mia mano tremolante al suo mento alzandolo, fremevo dalla voglia di vedere i suoi occhi dal vivo.
"ciao, luke."

i suoi occhi luccicavano alla luce del sole e sembravano dei puri cristalli blu. lo ammirai da cima a fondo, il suo viso al tocco era così delicato e i suoi capelli erano sistemati di lato, si intravedevano piccoli ricciolini e secondo me erano davvero carini.

"hey, michael." disse lui, gli porsi il mazzo di rose che avevo portato con me, lo prese arrossendo e annusandole con gusto.
sembrava non voler fare la prima mossa così la feci io, gli circondai le spalle e lo strinsi forte a me. mi sentivo felice.

si staccò da me dopo qualche secondo, facendomi segno di seguirlo dentro la casa. da quel che capii aveva un grande salone, ma a dirla tutta non feci altro che fissare il suo culo. questo ragazzo mi provocava in modo assurdo.

"camera mia è da questa parte, ehm mia madre è a lavoro e tornerà stasera," si bloccò per aprire la porta della sua stanza "puoi appoggiare la valigia dove ti pare e,"

"dormiremo seriamente insieme?" chiesi senza preoccuparmi del discorso che mi stava facendo.

"sì... non ti va?"

"oh sì che mi va." esclamai.

sorrise maliziosamente alla mia esclamazione e automaticamente lo feci anche io.
lo vidi sedersi sul letto e io rimasi a fissarlo ancora una volta, le sue gambe erano così snelle e gli skinny che portava lo rendevano perfetto, aveva come maglietta una a righe orizzontali e gli donava da morire.

"continuerai a stare lì fermo impalato per tutto il tempo o?" disse, mostrando i suoi denti bianchi.

mi avvicinai al suo corpo, sedendomi a gambe incrociate come un bambino.

wattpad ✎ mukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora