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Girovago per la mia camera e per quella dei miei, scendo in salotto e chiedo a Charl, il nostro maggiordomo, se può portare le mie cose in camera.
Vado verso la porta che da sul giardino posteriore e prima vedo che ci sono due porte, una porta in bagno e l'altra ha dietro delle scale buie, che scendono.
Scendo per quelle scale e palpo il muro, in cerca di un interruttore, ci vedo poco-niente, ad un certo punto lo tovo e accendo la luce, dece essere una taverna.
C'è un divano e di fronte una televisione, poi c'è un piano cottura con un'isola e alcune sedie e un biliardino.
Torno di sopra, quella saletta non è molto interessante.
Esco dalla porta sul retro e mi trovo sotto un porticato in pietra bianca dove ci sono due barbeque, un tavolo e delle sedie, ci saranno dei bei pranzi qui.
Nel giardino sul retro c'è una bellissima fontana centrale e tutt'intorno ci sono siepi ed erba, è un luogo molto tranquillo.
Rientro in casa, perché fuori fa troppo caldo, e dentro mi trovo gli autisti che scaricano le nostre cose, che disordine.
Come al solito in queste terre il sole cala alle nove e a quell'ora sono costretta ad andare a letto, per cercare di accumulare più ore di sonno possibili prima dell'inizio della scuola ma non ne ho voglia, allora scendo dalle scale e cerco Charl.
Sto scendendo dalle scale e lui è lì che mi guarda, un pò irritato visto che dovrei essere a letto, e gli chiedo se può distrarre i miei finché io non riesco ad uscire di casa.
È contrario a questa cosa, glielo leggo in volto, ma mi dice di si e si reca in sala da pranzo, dove i miei stanno mangiando.
Sono in salotto, dietro ad un mure e guardo Charl mentre distrae i miei parlandogli di dolci, è un grande quell'uomo, è come un nonno per me, visto che non ne ho più.
Mi avvicino alla porta, di soppiatto la apro e nessuno mi sente, sono fortunata, dopo essere uscita la chiudo e corro, verso il cancello, che apro con un semplicissimo bottone.
Esco, corro, volo, allora è questa l'emozione che si prova ad essere ribelli, mi piace.
Dopo un pò mi fermo e inizio a camminare piano e a testa bassa, pensando.
Passano alcuni minuti, o almeno a me sembrano alcuni e poi un tonfo, sono andata contro qualcosa e sono finita a terra, ma cos'era?
Mi rialzo in piedi e davanti mi trovo un ragazzo, si sta toccando la fronte, a quanto pare siamo imbranati entrambi, camminevamo a testa china e ci stiamo scontrati, che figuraccia.
Gli chiedo scusa e lui si toglie la mano dalla fronte e inizia a dirmi che sono imbranata e con la testa per aria ma io mi blocco ad imbranata, infatti sono troppo presa da lui e dai suoi occhi azzurrie verdi.
Mi sembra di avere davanti un dio greco, i suoi occhi sono fantastici, i suoi capelli castani sono lucenti e il suo corpo snello mi fa sognare, poi lui schiocca le dita davanti ai miei occhi.
Dopo essermi ripresa da quella magnifica visione, comprendo quel che mi ha detto e ricambio, a me nessuno dice che sono imbranata capito?!
Gi urlo un pò contro e poi mi giro e vado via, spero di non rivederlo.
Sto tornando a casa, sono davvero arrabbiata con quel tipo e ne penso male finché, da lontano, sento urlare il mio nome, è mia madre, sono nei guai.
Mia madre mi arriva davanti e dietro a lei, sono in un a marea di guai, c'è mio padre.
Ambedue iniziano ad urlare e poi mio pdre mi prende per un braccio e mi trascina fin casa, sono in punizione.

Tell to perfectionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora