Capitolo 4 "Red"

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Non credo molto alle coincidenze, ma penso che tutto sia "legato" in un certo senso...
Nell'arco di poco tempo mi sono innamorato di Valentina (il colore dell' amore è il rosso), che si è tinta i capelli di rosso (pensavo che la perfezione non si potesse migliorare ma adesso è ancora più bella) e...in quel periodo rimanevo ore e ore a scrollare le immagini di una pagina facebook sull' autolesionismo (il rosso è il colore del sangue) dove c'erano screen di conversazioni di una coppia molto molto romantici al punto da farmi commuovere e foto di tagli con frasi molto toccanti...semplicemente perché erano reali...e mi rispecchiavo in quelle braccia solcate da tristezza, paura e profonda vergogna di avere le prime due.
Facendo un paragone con una malattia, si può dire che io avessi i sintomi del "braccio dell' autolesionista" senza avere il "braccio dell' autolesionista".
In quel periodo mangiavo poco e dormivo ancora meno.
Poco dopo capii che la pagina era gestita da Valentina...in quella conversazione piangemmo tutti e due, lei di vergogna e di timore di essere giudicata, io per vergogna mia...
Ammiravo molto le altre persone che avevano "abbracciato" le lamette...loro almeno avevano avuto il coraggio di sfogarsi, attraverso il proprio corpo cercavano di essere capiti e magari...essere amati e apprezzati, "i tagli sono bocche che chiedono aiuto" recitava un'immagine della pagina...io non avevo neanche il coraggio di "chiedere aiuto", per paura di essere giudicato, o peggio, di rimanere solo.
Con Valentina non ne parlai più, diventai un grande ammiratore della sua pagina e il nostro rapporto continuò tra risate e abbracci. Eravamo diventati grandi amici, con lei parlavo di tutto, quasi tutto...
In uno di quei giorni stavo disegnando normalmente. A un certo punto mi cadde il temperino di plastica, non me ne accorsi, lo calpestai con la sedia e lo vidi rompersi in mille pezzi, riprendendo tutti i pezzi mi tagliai un dito con la lama. Buttai tutti i pezzi, tranne la lama...la posai in un cassetto pieno di roba con un fazzoletto attorno, come a dire "magari mi servirà in futuro"...non la ripresi mai, ma è ancora lì, tra le figurine di quando ero piccolo e le pile esauste del mio joystick (non avevo mai voglia di buttarle).
Erano ormai due mesi che mi tenevo tutto dentro, nessuno che mi capiva, nessuno che leggesse in quel "sto bene" la mia tristezza, la mia solitudine... Ormai stavo tutto il giorno sulla pagina...rileggevo quei "per sempre" mai rispettati minimo 2 volte al giorno, non parlavo con nessuno, con Valentina iniziai a sentirmi di meno, ma in classe era sempre la stessa, stupenda come un raggio di sole in una giornata di pioggia, era lei l'unico arcobaleno nella mia vita uggiosa e grigia...quando stavo con lei non pioveva più...
Come avete capito amo molto usare metafore per esprimere quello che voglio dire, ma non sono ancora riuscito a trovarne una per me, o forse si...

SPAZIO AUTORE
Hey, spero vi sia piaciuto questo capitolo, se c'è qualcosa che non va fatemelo sapere oppure scrivetemi la vostra sul mio "libro" ciauu😉

L'aspirante AutolesionistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora