Capitolo 4

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I miei amici mi aspettavano sotto il grande albero, dove giocavamo  quando eravamo bambini.
Quando arrivai li, dedussi dalle loro facce che non erano molto entusiasti di vedermi.
"Hey, perchè quelle facce? Cosa è successo?"
Passarono due minuti e nessuno mi diede una risposta.
"Allora, mi volete dire cosa diamine sta succedendo?".
Mandy: " Tutti noi, al nostro risveglio, abbiamo trovato dei messaggi sui muri delle nostre stanze". Rimasi a bocca aperta.
" Cosa c'era scritto?".
Mandy: " Che moriremo tutti".
" Tutti voi avete ricevuto lo stesso messaggio?"
Alex: " Tutti noi". Stetti a riflettere due minuti, a guardare le loro facce. Erano tutti terrorizzati.
"È tutta colpa mia, vi ho coinvolto io in questa storia! Voglio che stiate lontani da me per un po' di tempo, fino a quando non avrò messo a posto le cose".
Alex disse: "No, io non ti lascerò da sola. Noi siamo tuoi amici! Come puoi pensare una cosa del genere? "
" Non voglio che qualcuno si faccia del male! Ragazzi...voi siete la mia unica famiglia! Non voglio perdervi!"
Non dissero niente.
'' Ragà potete lasciarci da soli?''
Alex aspettò che tutti si fossero allontanati prima di parlare.
'' Alex... Non vi chiedo di seguirmi''
'' Bene. Perché non ti sto chiedendo il permesso... Io non ti lascerò mai sola, puoi dire e pensare tutto quello che vuoi ma questo non cambierà la mia decisione''. Le sue parole mi colpirono dritte al cuore. Con lui mi sentivo al sicuro...
Laura: '' Io sono con voi''
Mandy: "Io no... State commettendo un grosso errore" disse prendendo le sue cose, poi si allontanò e scomparve dalla nostra vista. Laura la chiamò più volte, ma ormai non poteva più sentirla.
Lucas: "Io sono con voi ".
Alex: "Allora Denny, che si fa oggi?".
"Avevo l'intenzione di andare al Trenton State Hospital per avere informazioni su Henry Cotton".
Lucas: "Ma tua madre non ti ha avvisato di non andare più in quell'ospedale?". Alex gli diede uno spintone.
"Sì, ma se non scaviamo più a fondo quel qualcuno che è venuto nelle vostre case... Non so cosa potrà fare".
Alex: " Ok, andiamo''
Tutti noi ci incamminammo verso l'ospedale.

'' Non mi hai mai detto perché ti sei trasferito''
'' Per lavoro. Mio padre è stato assunto in una fabbrica qui vicino così... Eccoci qua''
'' Ti ricordi quando ci siamo conosciuti? '' chiese sorridendo.
'' Avevo tanta paura di salire sullo scivolo. Me ne stavo seduta sopra senza scendere... Mi piaceva guardare tutto dall'alto'' Sorrisi ricordando quei momenti bellissimi.
'' Poi sei arrivato tu, mi hai dato una spinta e sono scivolata giù''
'' Bhe, non sapevo che avessi paura''
'' No? E secondo te perché usavo gli scalini per scendere? ''
Alex scoppiò a ridere.
'' Ogni giorno diventi sempre più stronzo! '' gridò Laura.
'' Bhe ti sorprendi''
''Con te è tutto tempo sprecato''
Laura era furiosa a differenza di Lucas. A Lucas piaceva essere uno stronzo.
'' Ragazzi siamo arrivati? Non sopporto più sentirlo parlare'' disse Laura avvicinandosi a noi.
'' Quasi, un po' di pazienza'' dissi
'' Pazienza? Lo odio quando fa così''
'' È Lucas... È normale che si comporti così'' gli rispose Alex.
'' Ragà guardate! ''
Eravamo a pochi passi dai cancelli dell'ospedale. Era tutto chiuso. Le finestre e le porte erano tutte rotte, e le piante rampicanti circondavano l'intero edificio.
'' Forza entriamo! '' dissi
Laura: '' Lì dentro? ''
Lucas: '' Sì, li dentro. Che ti aspettavi? Una gita scolastica? ''
Laura lo fulminò.
'' Dai entriamo...'' dissi facendo cenno di seguirmi.

Denise: L'ospedale PsichiatricoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora