Epilogo

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Nando era a dir poco furioso. Si fece largo bruscamente tra la folla  del "Blue Dream", quello che, tra tutti i suoi locali, gli fatturava di piú. L'enorme crocifisso d'oro che portava al collo  sulla camicia di lino semiaperta, quasi gli "saltava" tra una spalla e l'altra, tanta era la sua agitazione.

Finalmente all'uscita dalla discoteca, vide un infermiere e due paramedici che stavano caricando Marco sull' autombulanza: il giovane era privo di conoscenza, per cui non ci fu bisogno di assicurarlo alla barrella.

Nando, bofonchiando un paio di bestemmie prima di rivolgersi all'infermiere, gli gridó: « È la terza volta in un anno che questo qui mi spaventa la clientela! Ma ch'avete o no una fottuta sorveglianza a quella clinica del cazzo?!».

L'infermiere, di statura tre volte più grossa del titolare del locale, disse:

« Chiedo scusa, non é facile tenerli a bada!»

« Lo immagino» ribatté Nando moderando il suo tono (non aveva voglia di litigare con uno che poteva schiacciarlo in un attimo con una mano) « é che qua un altro paio di intrusioni e mi fate chiudere il locale!». Terminata la discussione, Nando si rivolse al buttafuori:

« E tu ogni tanto devi  controllare anche quella maledetta uscita secondaria! ».

« Mi scusi, signor Iodice, non accadrà piú.».

« Me lo auguro!» concluse Nando rientrando a passo svelto in quella sorta di tempio del rumore.

Il giovane buttafuori provó pena per quel ragazzo che stavano riportando alla vicina clinica psichiatrica. Riprese a fare la guardia al "Blue Dream", a chiedere ad ogni nuovo avventore se fosse in lista o meno, mentre da lontano guardava con aria malinconica quell'ambulanza che andava via, a luci spente, nel buio della notte.

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