Diciassette anni.
Quella estate avrei compiuto diciassette anni, eppure non me ne rendevo conto. Non mi rendevo conto che la mia adolescenza stava scorrendo così velocemente, senza darmi nemmeno il tempo di respirare. Sembrava ieri che fantasticavo sui miei sedici anni; a quell'età mi dicevo che sarei stata perfetta, ma soprattutto che quell'età lo sarebbe stata.. eppure non lo era.
La scuola era appena finita, era il primo giorno di vacanze estive e non avevo alcuna intenzione di alzarmi dal letto per le prossime tre ore. Avrei riflettuto sul senso della vita, sull'anno scolastico appena passato, sui buoni propositi per l'estate o forse, avrei semplicemente dormito. Purtroppo però, sembrava che qualcuno non volesse smetterla di chiamarmi al cellulare. Chi era sveglio a quell'ora?
"pronto?"
"gattina, come stai? Devi studiare per qualche verifica?" sentii delle risate di sottofondo. Era quel simpaticone di mio padre, naturalmente si fa per dire.
"davvero divertente.. stavo dormendo, hai qualcosa di urgente da dirmi?" sbuffai
" scimmietta lo sai che ora hai sia il tempo che l'età per aiutare il tuo vecchio quindi mi aspetto che questa estate la passerai con me.. anche perchè ho una personcina da presentarti" Scherziamo? Non lo vedevo da quanto, tre mesi? Ed ora voleva che passassi un estate intera con lui e con chi, la sua nuova 'ragazza'?
"senti poi vediamo, ora torno a dormire. Ciao."
"ma cucciolott-" Avrebbe mai capito che un nome ce l'avevo?
Attaccai. Dov'era finito il rispetto per una sana e lunga dormita?
Provai a riprendere sonno ma ovviamente ero troppo concentrata ad inveire mentalmente contro quello pseudo padre che mi ritrovavo per riuscire ad riaddormentarmi, mio padre mi metteva sempre di cattivo umore. Decisi di alzarmi per andare a correre, così da scaricarmi e magari smaltire il pacco di biscotti che avevo mangiato la sera prima. Sì, avevo un debole per i dolci, ma infondo chi non lo aveva?
Mi preparai velocemente e poi mi incamminai verso il parco. A poco a poco presi velocità, ritrovandomi a guardare gli alberi, le foglie, a sentire il vento che mi sferzava i capelli, i miei piedi che si muovevano veloci, fino a quando iniziai a non sentirli più miei.
Con la coda dell'occhio vidi una figura incappucciata che correva verso il bosco, strano.
Mi fermai bruscamente, le gambe divaricate e le braccia a sorreggermi mentre cercavo di non collassare. Mi girava la testa e mi sentivo svenire. Altro che maratona, mi sembrava di aver partecipato alle olimpiadi. Mi guardai intorno e non vidi più nessuno. Molto strano.
Mi affrettai verso casa, sia mai che qualche stalker o serial killer avesse deciso di aggirarsi nei dintorni.
Neanche il tempo di aprire la porta che sentii già il mio cellulare squillare. Cos'era quella mattina, mi ero trasformata in un centralino?
"ALEXISSS! Ommiodio dimmi che sei svegliaaaaaaa! Oddiooooo ci credi che è estate?"
"claude sei fatta?"
"ma cosa dici! sono solo felice, cretina" disse, alzando gli occhi al cielo.
"mhh"
"brontolona, che hai? notizie di tuo padre?"
come potevo non amarla? Era la persona che mi conosceva di più al mondo, dopo mia madre ovviamente. Allo stesso modo conoscevo io lei, dopo oltre dieci anni di amicizia. Non ho ricordi di quando ero più piccola, ma Claude mi ricorda sempre il nostro incontro: io che le rubavo il gelato al cioccolato e lei che scoppiava a piangere. Beh ricordate il mio amore incondizionato per i dolci, no?

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»rebirth [h.s.]
Fanfiction"Erano destinati a cercarsi ed a trovarsi, ma mai ad appartenersi." °°° Cosa succederebbe se la tua vita si rivoltasse da un giorno all'altro, se perdessi tutte le certezze che hai sempre avuto? E se un ragazzo pieno di segreti diventasse il tuo un...