Capitolo 1

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Il maglione largo nero, legghins neri, vans nere, odio questo colore, ma non posso mettere altro.
Gli occhiali? Li ho presi? Si, okay ho tutto. Esco di casa salutando mia madre, lo zaino pende da una sola spalla, alzo il berretto della giacca nera in modo tale che nessuno mi veda in faccia. Odio questa parte della mia vta.
Inizio a correrrere sapendo che tra pochi minuti suonerà la campanella e io sono ancora abbastanza lontana dalla scuola.
Appena entro in classe tutti mi fissano. <<Scusi il ritardo, prof.>> Abbasso lo sguardo. <<Si vada a sedere velocemente.>> Annuisco e mi siedo nell'unico posto libero, quello di fianco al secchione della classe, mi tolgo la giacca e mi lego i lunghi capelli biondi in una coda bassa tirando fuori i libri di Geografia Astronomica.
Riesco a stare attenta a tutta la lezione, il prof inizia a parlarci di un nuovo argomento, sono tentata di alzare la mano e fare una domanda, lo faccio e quando il prof. mi fa un cenno per parlare la tiro giù. <<Prof. avrei una curiosià: studiando Geografia Astronomica mi sono resa conto che qualche volta il mio libro descrive dei fatti ma non dice da cosa sono causati, e più precisamente studiando il movimento apparente del sole viene detto che questo ritarda ogni giorno di 4 minuti rispetto alla volta celeste.Da cosa è causato tale ritardo?>> Il prof, mi guarda con aria stupita, ma si riprende quasi subito e sorrdendomi mi inizia a rispondere, ma viene interrotto dalla porta dell'aula che si apre.<<Mi scusi prof, ma stanno cercando Melody.>> Esco dalla classe e metre questo ragazzo mi accompagna gli porgo un sorriso. <<Ciao!>> Non mi guarda neanche. Come siamo simpatici. Lui credo di averlo visto un altro paio di volte qua nella scuola, non è molto popolare, un po' come me.
Chissà chi mi sta cercando, se è di nuovo il mio manager stavolta lo picchio, no scherzo, è troppo dolce per essere picchiato.
<<Cazzo...>> Sussurra il ragazzo. <<Come, scusa?>> Non è che non lo avevo sentito, ma speravo che mi dicesse cosa stava succedendo. Nell'arco di due secondi mi ritrovo questo parassita sulle labbra e non riesco a capire se sta cercando di baciarmi o succhiarmi via l'anima. <<Ricambia, dopo ti spiego.>> Sussurra sulle mie labbra. Vi potrà sembrare strano, ma lo sto facendo, sto ricambiando il bacio e devo ammettere che non è per niente male, anzi, oso dire che mi piace, le sue labbra sono sottili, ma estremamente baciabili, le labbra mi si schiudono automaticamente e lui ne approfitta per infilarci la ligua, per quanto ne so sul suo conto potrebbe anche avere qualche malattia trasmissibile attraverso questi tipi di contatti, ma adesso non è che ne freghi molto. Infilo una mano nei suoi capelli e un braccio intorno al collo per avvicinarlo ancora di più a me, avvolge le sue braccia intorno ai miei fianchi tirandomi più a se, sento un gemito provenire dalla sua bocca e perdo un battito, si allontana velocemente da me, si guarda intorno per poi dirmi che mi stanno aspettando in segreteria, un uomo alto e snello, annuisco, ancora con il fiatone, ha tutti i capelli arruffati e spettinati, le labbra sono rosee e non so il perché, ma vederlo conciato così e sapere che sono stata io a farlo mi fa un certo effetto. Mi mordo le labbra abbassando lo sguardo sul cavallo dei suoi jeans, arrossisco intravendedo una leggera erezione. <<Okay, grazie per il favore, ti spiego tutto un'altra volta, okay? Ciao, Mel.>> Dice frettolosamente prima di avviarsi nel corridoio, ciao.
Mi avvio per la segreteria, dove quel ragazzo mi ha detto di andare, non so neanche il suo nome.
<<Jeff! Quante volte ti ho detto di non venire qua? Qualcuno ci potrebbe scoprire.>> Sussurro infuriata. <<Lo so, ma un'importante stilista ti vorrebbe far fare delle prove.>>
Mi dice tutto entusiasto. <<Da dove viene?>>
<<Italia.>>
<<Tipologia di vestito?>>
<<Da discoteca, tipo.>>
<<Serie?>>
<<C.>> Abbassa lo sguardo sui miei vestiti.<<Ma che ti sei messa a dosso?>>
<<Vestiti. Quand'è il provino?>>
<<Oggi pomeriggio.>>
<<Quando te lo hanno detto?>>
<<Tre gioni fa.>>
<<E perché non me lo hai detto? Ora ho mangiato.>>
<<Lo so, ma a loro non importa un po' di gonfiore, anzi, ti dico che puoi anche mangiare a pranzo, non esagerare però.>> Mi sorride, annuisco e la campanella suona, saluto Jeff e torno in classe per lora di letteratura, sono curiosa, come sarà questo stilisa, speriamo ben pagato, perché ci servono i soldi, hanno licenziato mio padre giorni fa e ne abbiamo urgente bisogno.
Le ore passano in fretta e nell'ora di pranzo tutti ci raduniamo in mensa.
Con il vassoio mezzo pieno mi vado a sedere in un tavolo da sola, in modo tale da studiare in pace.
<<Ciao.>> Dice una persona con allegria toccandomi la spalla, alzo lo sguardo e qualcuno mi bacia sulle labbra, sorrido mentre si siede al mio tavolo.<<Come si chiama la ragazza?>> Lo smaschero, lo noto perché diventa rosso. <<Simona.>>
<<Aw e la vuoi far ingelosire con me? Hai scelto la persona sbagliata.>> Ridacchio.
<<Perché? Non mi aiuterai? Oramai ti ho baciato e se vede che cambio una persona in così poco tempo non sarò credibile.>> Mi guarda speranzoso.
<<Non è che non ti voglio aiutare, è che non dovresti farla ingelosire con una ragazza bella? C'è, se ''ti metti'' con me- faccio il segno delle virgolette con le dita- non fai una bella figura.>> Faccio una smorfia.
<<No, tu sei più che carina, magari se smetti di mettere questi sacchi di patate al posto delle maglie fai già un bella figura.>>
<<Cosa vorresti dire?!>>
<<Non ti voglio offendere, ma così sembri solo secchiona.>>
<<é proprio quello che voglio far vedere!>> Spalanco gli occhi, okay, dovevo stare zitta. <<Ora devo andare e, si, ti aiuterò.>> Mi avvicino alzandomi, gli do un bacio a stampo e gli sorrido arrabbiata. Mi squilla il cellulare: *5.30 e sono lì.*.

One Day, One Kiss, Call Me.||Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora