Capitolo 7

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Pov's Louis.

Sto ceracdo di parlarle da più di quattro giorni, ma ogni volta riesce a sfuggirmi. Il mio piano è perfetto, non può dire no. Busso alla porta della sua classe, attendo una risposta e entro appena mi danno il permesso.
''Scusi per il disturbo, ma mi servirebbe l'alunna Morroe, una professoressa vorrebbe parlarle.'' Ispeziono tutta la stanza con lo sguardo, ma non la trovo. ''Mi dispiace, ma oggi non è venuta a scuola.'' Conferma i miei pensieri, annuisco e ringrazio uscendo. Cosa sarà successo? Sarà stata male? O era semplicemente stanca di me che la perseguitavo per tutta la scuola?
Basta, mi sono rotto le palle di cercare di parlarle, non me ne frega più niente. Le ragazze sono così complicate ed emotive, non ho più voglia di correrle dietro per cercare di spiegarle, non mi interessa.
Mi dirigo verso Zac, il mio migliore amico.
''Hey, fratello.'' Mi da una pacca sulla spalla per poi rivolgersi al tipo con cui stava parlando, annuisce e lo saluta. ''Allora..'' incomincia quando il ragazzo è già lontano. ''Le hai parlato...''
''No, oggi non è a scuola e poi ho capito ora che non me ne frega un cazzo di quello che pensa lei.''
''Be' dovresti.'' Mi guarda male.
''Perché? Piace a te non a me, dovresti parlarle tu siccome ci tieni tanto a lei.''
''Non è per questo, stronzo, le hai appena rovinato la vita in pratica e non ti degni neanche di salutarla?'' Sono confuso...
''Di che parli?'' Domando al biondo.
''Ho appena parlato con la bidella e, sai che lei è pettegola, ha detto che si sta per trasferire in un'altra città.''
''Cosa?! Perché?!'' Domando stupito.
''Uno o due giorni fa hanno iniziato a perseguitarla per farle fare raccomandazioni da stilisti, chiedere per i prodotti, e qualche altra cazzata da femmina, Melody evidentemente si è scocciata e devono cambiare città. ''
''Oh.'' È l'unica cosa che riesco a dire. '' Ma a sua sorella non farà male questo trasferimento?'' Domando dopo un po'.
''Non sai proprio niente eh?'' Mi guarda con lo sguardo apprensivo che solo Zac può fare. ''Sua sorella è morta il giorno dopo della litigata.'' Merda, mi fa male la testa con tutte queste notizie, tutte negative, me lo aveva detto che la cosa era più grave di quanto la pensassi. Si sta trasferendo in un'altra città per colpa mia e del mio stupido gioco. C'è voluto così poco per farla uscire allo scoperto.
Saluto Zac e torno in classe, comincio a pensare a come farmi perdonare, ora più che mai, sono il suo unico amico...be'...amico per modo di dire, ma fatto sta che lei si fidava, in uncerto senso, di me nonostante ci conoscessimo da pochissimo.

Alla fine la campanella suona, vado direttamente a casa sua, parcheggio la mia auto davanti, suono il campanello e sua madre mi viene ad aprire, una donna alta come la figlia, capelli lunghi e neri con degli occhi verdi, una bella donna.
''Salve signora, c'è per caso sua figlia?'' Le sorrido cordialmente, spero vivamente che Mel non abbia detto niente alla madre, non credo che mi possa far entrare altrimenti.
''Ciao, Louis. Si, entra pure, è in camera sua.'' Mi sorride, per quello che può sorridere una madre che ha appena perso la figlia.
''Ah, signora. Condoglianze, mi dispiace sinceramente.'' Le accenno un sorriso, annuisce.''Grazie Louis, sei così un caro ragazzo.'' Le si spezza la voce, volo in camera di Mel, non voglio vedere una signora piangere. Busso alla porta.
''Non voglio parlare con nessuno.'' Busso un'altra volta.''sparite!'' Urla da dietro la porta, decido di entrare comunque.
''Hey Mel.'' La saluto con l'accenno di un sorriso.
''Oh, mi mancava anche lui, ora sono al completo con le visite del cazzo.'' Dice con tono acido, vorrei che ricominciasse a parlarmi come un paio di giorni fa.
''Mi dispiace così tanto...'' Il mio tono è basso e cauto, niente a che fare con quello della ragazza di fronte a me che butta sul letto tutti i suoi venstiti.
''Per cosa? Per avermi mentito e rovinato la vita che avevo qua o ti dipiace perché mi è morta la sorella poco dopo il nostro litigio?'' Tira fuori una valigia enorme da sotto il letto, ci lancia all'interno i vestiti, tutti alla rinfusa.
La blocco. ''Cosa stai facendo?'' Lo so già cosa sta facendo, ma spero in una spiegazione più dettagliata.
''Lo sai benissimo e ora esci da casa mia.'' Afferma con decisione, è da quando sono entrato che non mi guarda negli occhi.
''Ma tu stai bene?'' Che domanda stupita che ho fatto.
''Si, sto bene. Ora esci da camera mia?'' Si avvicina verso di me per spintonarmi alla porta, ma sono più forte di lei; le metto due dita sotto il mento per farle alzare lo sguardo, quando mi guarda ha gli occhi rossi ingnettati di sangue.
''Mel...'' Sussurro. ''Sei sicura di star bene?''
''Si, sto bene.'' La prendo per il polso e la avvicino a me, l'abbraccio e lei finalmente si libera dalle lacrime. Mi fa molto male, molto più di quanto potessi pensare, nel vederla così sofferente.

One Day, One Kiss, Call Me.||Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora