I SOLITI SOSPETTI

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In tanti anni di sagre una cosa cosi non era mai successa. A memoria d'uomo nessuno ricordava un fatto analogo, per questo Emilio Grimaldi, giornalista de "U Scardu della Calabria" (Il pettegolezzo della Calabria), per il suo articolo, decise di rivolgersi a Giggino Peluso, con i suoi 98 anni era il più anziano del paese, se non lo ricordava lui voleva dire che non era mai successo.

"No! Direi proprio di no!"

Rispose Peluso alla domanda del giornalista.

"Ci pensi ancora un po' Sig. Peluso, Lei ricorderà almeno 90 anni di sagre, è proprio sicuro che non sia mai successo un fatto analogo?"

"Senta, se durante una sagra, per esempio delle caldarroste, qualcuno le avesse rubate tutte, secondo lei io non lo ricorderei?" rispose Peluso un po' irritato.

Effettivamente non aveva tutti i torti, un fatto del genere sarebbe rimasto nei ricordi di chiunque.

Catricalà era stato il primo ad arrivare sulla "scena del crimine", subito dopo aver sentito le urla di Tommaso Scibbetta, il cuoco.

La cosa era veramente incredibile, tanto che Catricalà faceva fatica a non ridere.

"Era pronto per essere mangiato, cotto al punto giusto, bisognava solo servirlo. Sono uscito dalla cucina per avvisare gli altri, quando son tornato la quadàra (calderone) con dentro il morzello* (spezzatino) non c'era più!" continuava a ripetere Scibbetta.

Era incredibilmente vero, qualcuno aveva rubato un grosso calderone pieno di spezzatino ancora bollente e nessuno aveva visto niente.

La notizia si sparse velocemente, con grossa delusione di tutte le persone che partecipavano alla sagra.

Arrivarono il Sindaco Barbieri e il Maresciallo Rapisarda, quest'ultimo essendo una buona forchetta era particolarmente dispiaciuto.

"Quando sei uscito dalla cucina, era vuota? Fuori hai visto qualcuno?"

Chiese il Maresciallo con un tono misto rabbia e delusione.

"Si – rispose Scibbetta – la cucina era vuota ma davanti alla porta c'erano alcune persone che parlavano".

"Chi erano? E perché non hai chiesto loro se avevano visto qualcosa?

"Erano Fernando Grimaldi, Aquino Gemelli, Giorgio Lomuoio, Roberto Lupia, Pino Coco e Carmine Stanizzi; ma quando son tornato non c'erano più."

Lo sguardo di Catricalà incontrò quello del Maresciallo e si capirono al volo. Tutte le persone che aveva elencato Scibbetta erano pregiudicati per reati, diciamo così, simili. In pratica erano quelli che si definiscono "I soliti Sospetti".

In caserma l'Appuntato Cuscunà porse a Rapisarda l'elenco degli indiziati con relative condanne:

Coco Giuseppe detto Pino, condannato per abigeato, recidivo.

L'ultima arresto risaliva al 25 maggio 2005. Quella sera si introdusse in una stalla approfittando del fatto che era in corso la finale di Champions League tra Milan e Liverpool. Solo che, essendo un ultrà milanista, non resistette all'idea di seguire la partita con una radiolina. Per sua sfortuna Crespo segnò il gol del tre a zero proprio mentre stava afferrando un agnello, non riuscì a trattenere la gioia ed urlò talmente forte che il proprietario si accorse della sua presenza. Lo chiuse dentro ed aspettò l'arrivo dei carabinieri. Seppe della sconfitta del Milan, qualche ora dopo, dal carabiniere di piantone, interista, che ballava sulla scrivania.

Gemelli Aquino e Lomuoio Giorgio, condannati per truffa alimentare.

La notte del 15 agosto 2003 i carabinieri facevano irruzione nel garage del Gemelli, trovando i due sospetti intenti a staccare le etichette originali da migliaia di scatolette di cotiche e ciccioli di maiale, provenienti dalla Cina, sostituendole con il loro marchio "Frìsuli&Frìttule" (cicioli e cotiche)–"dalla majida (màdia) a casa vostra".

Le inchieste dell'ausiliario del traffico Pepè CatricalàWhere stories live. Discover now