La distruzione dell'amore

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Premetto di sapere che la storia è un completo schifo XD però ci ho messo davvero molto a scriverla quindi mi sembrava uno spreco non pubblicarla..
Potete insultarmi anche XD, prometto che la prossima sarà nettamente migliore e sara molto fluffosa perché tutta questa depressione ci sta scassandooo.
So che posso sembrare una tipa che fa di Feliciano la disgrazia di Lovino ma non è così: anche io ho una gemella e so cosa significa essere paragonata a lei solo perché lei è più brava in una certa cosa o più bella. Mi baso più su quello che ogni gemello potrebbe provare, essere l'ombra di un fratello accettato e ben voluto non è una bella cosa e purtroppo Lovino sembra esserlo. Con questo non voglio dire che Lovino incolpa Feliciano (cosa che potrebbe fare in una ipotetica one shot OOC), Lovino adora Felicano incolpa più che altro le persone intorno a lui.

Se c'è una cosa in cui tutti credono quella è l'amore. L'amore muove il mondo, l'amore dà colore alla vita. Siamo nati per amare e moriamo amando.
Bhe, forse non tutti.
Lovino oramai non credeva più nell'amore. Quel sentimento di cui parlavano le fiabe che tanto leggeva da piccolo o di cui parlavano i grandi come una cosa ultraterrena, Lovino a questo non credeva.
A vent'anni Lovino poteva essere descritto come un ragazzo brusco, sempre di cattivo umore e ferramente contrario all'amore.
Nasciamo e cresciamo sperando di essere amati, cercando l'amore in ogni angolo. Per poi essere feriti dalla stessa a cui avevano donato tutto, la stessa persona per cui avrebbero dato la vita.
Già, Lovino era disgustato da tutto questo. Dare il tuo cuore a qualcuno per poi riceverlo in mille pezzi. Era arrivato alla conclusione che tutta la vita fosse una continua strada verso il basso: quello che gli altri esseri umani definivano amore per lui era solo il modo più doloroso per autodistruggersi. L'amore era distruzione e lui non aveva voglia di essere distrutto.

Lovino uscì velocemente di casa affrettandosi verso l'Università, la cartella sulle spalle e i capelli scompigliati. Maledisse mentalmente il fratello: la scorsa notte lui e il suo fidanzato lo avevano costretto ad una maratona di film horror. Suo fratello si era addormentato con la testa sulle spalle del suo amato a metà del secondo film, seguito dopo qualche ora dal fidanzato e l'unico che non era riuscito a chiudere occhio per la paura era stato solo lui. Sospirò pensando al fratello: Feliciano era sempre stato quello più carino dei due, quello più gentile, quello più bravo. Non lo pensava per gelosia o cattiveria, lo pensava perché era la verità. Come era la realtà che la maggior parte, forse tutte, delle persone di cui si era infatuato erano finite a corteggiare il fratello. Ed ora si era innamorato di uno stupido tedesco che gli avrebbe sicuramente spezzato il cuore. Era solo questione di tempo, l'amore distrugge tutto prima o poi.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla suoneria del suo telefono. Cercando di non perdere la pazienza lo tirò fuori dalla tasca e rispose chiedendosi chi potesse essere a chiamarlo a quell'ora del mattino.
-Fratellone, ve.- la voce di Feliciano gli arrivava allegra ma un po' ovattata dall'altro lato del telefono.
-Cosa vuoi?- Sapeva di sembrare brusco ma se non si sbrigava poteva anche dire addio all'ora del corso di letteratura e poi suo fratello era abituato a quel lato di sé.
-Fratellone ha chiamato il nonno ed ha detto che stasera viene a farci visita.-
-Era da un bel po' che non lo sentivano, passo a far la spesa dopo l'Università.-
-Non viene da solo. Con lui viene anche Antonio. Te lo ricordi, fratellone?-
Lovino spalancò gli occhi e per poco non si fece sfuggire il telefono da mano -È da anni che non lo vediamo, ve. Sono così felice che...- -Scusa Feli, devo andare. Faccio tardi a lezione.- lo interruppe frettolosamente.
Chiuse la chiamata e corse verso l'Università sperando che quello che aveva sentito fosse solo una sua immaginazione.

Uscì dal supermercato con una busta abbastanza pesante. Purtropo la lezione non era riuscita affatto a distrarlo, come aveva sperato: era stato assente per tutto il tempo, perso nei ricordi di un passato che sembrava così lontano e irraggiungibile.
"Con lui verrà anche Antonio. Te lo ricordi, fratellone?" Queste parole continuavano a vorticare nella sua mente, gli sembrava di sentirle ancora vivide e chiare come quando le aveva sentite durante la telefonata.
"Te lo ricordi, fratellone?" Stupido Feliciano. Come poteva dimenticarlo? Per anni aveva tentato di farli. Accantonare dalla sua mente il suono della sua voce, levare dalla sua pelle il ricordo del suo tocco, lavare via i giorni insieme a lui.
Antonio era un ragazzo che abitava vicino a casa di suo nonno. Quando erano piccoli Feliciano e Lovino passavano la maggior parte del loro tempo dal nonno, con i genitori che lavoravano constantemente e la scuola vicina non era una cosa strana.
Aveva 12 anni quando lo incontrò per la prima volta. Antonio era più grande , tra i 15/16 anni. Gli occhi brillanti e verdi, il sorriso grande e luminoso, il carattere gentile e allegro: Lovino ne fù incantato dal primo momento. Anche se era più grande, Antonio non rifiutava mai l'offerta di giocare assieme a lui ed al fratello.
Più passavano i giorni, più Lovino si convinceva che Antonio fosse diverso dagli altri. Per lui Feliciano non era migliore di lui, per lui non era una seccatura.
""Lovi, lo sai che somigli proprio a un bel pomodoro?"" Poteva quasi sentire ancora la sua voce che diceva quelle cose, quelle cose che lo facevano arrossire e, per quanto strepitasse e gli urlasse contro, lo facevano sentire speciale.
Se ne innamorò. Piano, piano quel ragazzo con la sua luce aveva illuminato l'oscurità nel suo cuore che si era accumulata in quegli anni.
Per quanto possa sembrare assurdo innamorarsi a 12 anni, pensandoci tutt'ora Lovino capiva che purtroppo quello non si trattava di una cotta o una sbandata temporanea.
Il tempo passava e in Lovino cresceva sempre più la speranza che quel sentimento fosse ricambiato finché un giorno, mentre i tre se ne stavano nel cortile della casa del nonno le sue paure diventarono realtà.
Antonio aveva raccontato quello che era successo nella sua classe, quelle cose che a quel tempo a Lovino sembravano tanto da grandi, e i tre stavano ridendo. Fu un attimo, Antonio posò le mani sulle guancie si Feliciano e, baciandolo sulla fronte, gli disse ""Quanto sei carino Feliciano. Quando sarai grande ti sposerò!"" Feliciano rise per poi correre in casa chiamato dal nonno ""Sai Lovino, non ho mai incontrato nessuno come tuo fratello.""
Quelle parole lo congelarono. E mentre il mondo attorno a lui perdeva colore, il suo cuore piombò nell'oscurità più cupa. Antonio non era diverso, era come tutti gli altri. Antonio non lo amava e non lo avrebbe amato mai. Fù una fortuna la decisione dei suoi genitori di trasferirsi pochi giorni dopo.
Feliciano pianse quando venne il momento di salutarsi ed anche Antonio non riuscì a trattenere le lacrime. Lovino, invece, rimase impassibile poiché aveva già consumato le sue lacrime la sera precedente.
Era felice del fatto che non lo avrebbe più rivisto e invece...
Sorrise amaramente mentre si incamminava verso casa.

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