Capitolo II: Sasha

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Sasha sapeva di non essere una ragazza normale. Solamente per il fatto di essere figlia di Ade. Veniva ripudiata da tutti gli altri semidei, veniva picchiata, evocata scheletri senza vita come guardie del corpo, non la accettavano neanche le ragazze comuni.
Aprì i suoi grandi occhi rossi, e fu accecata dalla luce che proveniva da una falla, anzi, una finestra sul soffitto di una strana camera. Totalmente sola. Quell'atmosfera le piaceva, si sentiva quasi a casa, poi un rumore che fece eco nella stanza la fece svegliare del tutto "Ma che sarà stato?" disse, sputacchiando delle ciocche di capelli neri che le erano entrati nella bocca mentre dormiva. Dopo pochi minuti la ragazza decise di alzarsi, e per prima cosa si guardò in uno specchio appeso davanti al letto "certo che una pettinata mi servirebbe" pensò. Però con fare assonnato, andò a vedere cosa fosse caduto, e trovò un pugnale dalla lama lunga, di colore nero "Mh. Bello, credo che lo terrò". Detto ciò, Sasha prese il pugnale e si incamminò verso una scala che aveva visto poco prima, mentre raccoglieva l'arma.

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