Storia di una Doppia Personalità

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<<Prova a sconfiggermi!>> urlò quella maledetta voce dentro di me, ma io non lo sapevo e lui rideva poiché lo sapeva bene. Dovevo solo distruggere lo specchio giusto, anche se la stanza di questo luna park ovviamente ne era piena. Ma solo uno rifletteva il mio malvagio alter-ego e so che dovevo trovarlo prima che mi potesse ancora usare per fare del male. Ricordo ancora com'è iniziato tutto ciò...

Ed eccomi qui, appena nato. Già, era iniziato tutto dalla mia nascita: il mio peggior nemico era nato con me. Forse, non è riuscito a nascere il mio gemello cattivo, avrei preferito... ed invece eccolo lì: cioè, il cattivo non sono io, ma non siete gli unici a non vederlo, questo perché risiede dentro di me. Infatti, quasi tutti quelli con cui ho avuto a che fare non l'avevano mai notato, nemmeno io lo notai per un po' di anni, forse perché anche lui facendo parte di me, stava crescendo con me. In effetti, già dalla più tenera età ero diverso dagli altri, e non lo dico come tanti solo per sentirmi speciale, ma giudicate voi stessi: andavo da tutti i bambini dell'asilo alle spalle solo per fargli lo sparticulo al pannolino, e senza motivo. La cosa bella è che il mio nemico, appena la mia maestra veniva a sgridarmi, spariva abilmente solo perché se ne sbatteva il cazzo delle conseguenze, lasciando me stesso spaesato senza farmi capire perché ero il più rimproverato e cattivo dell'asilo.

I miei genitori, consci del problema, sperarono sempre che questa mia pazzia fosse passeggera ed il mio padre molto politicizzato sperava che diventassi un politico rivoluzionario o un militare. Fatto sta che così non fu, ma anzi, quando ho mandato all'ospedale un primino senza motivo, incominciarono le mie prime sedute dallo psicologo.

<<Allora, tu devi essere Poiretti Carlo, è corretto?>> mi chiese lo psicologo ed io risposi <<Si, ma le posso giurare che è un mio problema costante da quando ne ho memoria. Non so assolutamente come sia possibile che molte di queste bravate mi vengano attribuite>> <<Ah, quindi il paziente attribuisce a tutte le sue malefatte a delle bravate>> e se lo appuntò sul foglio degli appunti <<Non lo faccia>> lo esortai io <<Cosa? Il mio lavoro?>> <<No, a trascrivere sul block-notes cose su di me mentre stiamo parlando, è una cosa che non sopporto, e se mi irrito, lui verrà fuori...>> <<Interessante, il soggetto parla di sé in terza persona>> ed a quel punto io mi alzai e gli misi la mano sul foglio più veloce di quanto io e lui ce ne potessimo accorgere e gli dissi cercando di rimanere calmo <<Le chiedo di non rifarlo un'altra volta, se ciò non gli è di peso. Non so per quanto ancora lo potrò trattenere>> <<Ok, ho capito... sicurezza>> ed entrarono due uomini altri quasi 2 metri a prendermi di peso ed io gli dissi <<Richiami i suoi uomini, qui la situazione sta diventando critica>> e mi ammanettarono i polsi su un tavolo. <<Tranquillo, non ti faremo alcun male senza motivo>> continuò lo psicologo tranquillo <<Loro staranno solo qui nel caso servisse, pronti coi sedativi>> <<Mi dica, lei mi vede come una bestia da domare?>> chiesi io <<Oh, non direi proprio>> sogghignò lui <<Altrimenti farei il veterinario. No, io la vedo come una persona da salvare e l'ho ammanettata perché mi serve interloquire col suo mr.Hyde, se ciò mi è concesso>> <<Ahia, le consiglio vivamente di evitarlo, ha un brutto carattere>> risposi io ironicamente <<Non si preoccupi, signor Poiretti, le sue manette ai polsi non le ha mai rotte nessuno>> <<Ok, ma mi dica: quanti come me ha salvato?>> <<Se per salvati intende "rimozione del proprio alter-ego", nessuno. Se intende "una possibile soluzione per una serena convivenza con esso", davvero molti>> <<Non credo di poter mai convivere con questa bestia che ho dentro di me>> e il suo appunto facilitò la fuoriuscita di lui. Chiusi gli occhi ed eccolo davanti a tutti loro. Ero sempre io ma con un ghigno malefico stampato sul volto <<Allora, come la dovrei chiamare, signore?>> chiese lo psicologo <<Allora, partiamo dal presupposto che mi state tutti sul cazzo e vi avviso che questa nostra convivenza sta per finire una volta per tutte>> <<Interessante, intende quella tra noi 3 e lei o tra lei e Poiretti?>> <<Il mio nemico le ha già detto che non sopporto che mi si scriva in mia presenza!>> ed iniziò a contrarre i muscoli delle braccia allentando le manette ed i 3 iniziarono a tremare e il mio nemico lo notò e ne percepì piacere <<Noto con piacere che vi state cacando sotto dinnanzi a me e fate bene>> <<Comunque...>> continuò lo psicologo tentando di tranquillizzarsi <<Qual è il suo nome?>> <<Non capisco la sua insistenza se poi tanto non mi chiamerà mai più>> <<Che intende? Guardi che mi serviranno più di una seduta per...>> e lui iniziò a ridere, poi continuò <<Sa, non la facevo così stupido, ma tant'è... quanto pensa che esattamente durino queste manette? Su, facciamo questa scommessa>> <<Su, su, si calmi, insomma, le ho detto che la farò convivere col suo nemico, insomma lei non sparirà e...>> <<Ancora non ha capito che io voglio liberarmi di quest'omuncolo debole che mi costituisce solo un inutile limite>> <<Un uomo debole che però riesce a trattenerla, direi>> <<Mi dica, signor psicologo, lei ha mai fatto il mangiafuoco o ha fatto comunque un'attività legato ad esso?>> <<Non capisco dove vuole arrivare...>> <<Alla faccia dello psicologo, comunque la risposta è: perché ci sta giocando così ardentemente come se lei fosse fatto d'acqua?>> e con un colpo secco, il mio nemico ruppe di colpo le manette facendo gelare il sangue di tutti i presenti. <<Ahahah, non ridiamo più, eh?>> ma prontamente entrambi i dottori cercarono di sedarlo, ma invano. Non sapevano che il mio nemico è molto più forte ed agile di me e non ci fu scampo per loro. Prima che lo psicologo potesse accorgersene, i 2 dottori grandi e grossi crollarono a terra privi di vita coi loro aghi ficcati negli occhi e lo psicologo rimase impietrito davanti a quell'orrendo spettacolo. <<Psst, a questo punto, dovrebbe scappare>> gli sussurrò il mio nemico e lo psicologo tentò di urlare ma non riuscì ad esalare un fiato che subito il mio nemico lo prese per il collo e lo psicologo con tutte le sue forze, gli chiese in lacrime <<La prego, sono solo un onesto lavoratore che tenta di salvare la gente, non faccio del male a nessuno>> <<Ah, ora che non è più sicuro come prima, implora pietà tra le lacrime, eh?>> <<Senta, possiamo trovare un accordo: io la faccio uscire di qua senza trattenerla ulteriormente dicendo a tutti che è guarito in modo tale che nessuno la peni più di questo suo fardello, la prego in ginocchio, mi risparmi>> <<Troppo tardi, magari se me lo avesse chiesto prima... ma non l'avrebbe mai fatto, aveva troppa sicurezza nel suo lavoro e nei suoi uomini>> ed in quel momento lo strinse in modo fatale concludendo <<A proposito, io sono Jeff, il ragazzo che non è nato come doveva>> e lo buttò al suolo privo di vita. Appena finì tutto, mi calmai e ritornai io in scena. Immagino che godeva anche nel richiamarmi quando finiva di compiere la sua carneficina. C'è da dire che quella fu l'inizio delle sue carneficine più grandi. Ovviamente, appena rinvenni, rimasi angosciato e quasi traumatizzato da uno spettacolo del genere che scappai via in preda al panico.

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