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Il giorno successivo Cotogna portò per la prima volta i cuccioli all'aperto. Avevano sempre vissuto nella casa dei bipedi e immaginavano il mondo esterno come una distesa di prati fioriti e grandi alberi che dominavano la foresta. Cotogna raccontava spesso ai piccoli di come fosse grande il mondo, ma si era sempre assicurata di dire anche che fosse un posto scomodo e pericoloso. I bipedi avevano messo un collare intorno al suo collo e a quello dei suoi fratelli. Piccolo non sapeva cosa fosse, ma facevano un suono tintinnante. Gli piaceva molto.

Videro ogni genere di cose che non avevano mai visto prima. I colori sgargianti dei fiori, l'odore delle piante, le forme diverse delle foglie.
Piccolo costeggiò tutta la parete di legno che delimitava il confine e si accorse che una parte era stata rimossa alla base. Da lì si vedeva l'esterno e Piccolo realizzò che c'era molto più da vedere. Il mondo non racchiudeva solo il piccolo giardino della casa dei bipedi, ma anche quella distesa di alberi che sembrava infinita.

Si intrufolò nella piccola cavità e vide la foresta per la prima volta.
"Piccolo! Piccolo, vieni qui!"
La mamma chiamava dolcemente il cucciolo e lui ritornò al giardino. I suoi fratelli stavano giocando ad un nuovo gioco con i bipedi. Uno di loro teneva in mano un bastone con una piuma che pendeva dall'estremità e la faceva oscillare. Il micio bianco e nero cercava di afferrare con gli artigli sguainati la piuma, ma i suoi movimenti erano troppo lenti e il bipede ritirava il bastone a sé prima che Calzini riuscisse ad afferrarla.
Perché non la prendono? Non credo che lo stiano facendo nel modo giusto.
"Posso giocare?" Chiese Piccolo
"Immagino di sì" rispose Rubino con tono sprezzante.
Piccolo non se lo fece ripetere due volte e con un balzo riuscì a prendere la piuma fra i denti atterrando morbidamente sull'erba. Il bipede urlò di sorpresa lasciando cadere il bastone. Piccolo non giocava mai con i suoi fratelli e solo in quel momento si accorse che le sue dimensioni minute gli permettevano di essere estremamente agile e preciso nei movimenti.
L'ho preso! L'ho preso!
Orgoglioso della sua vittoria si nascose sotto la siepe con il suo bottino stretto fra le fauci.
"Dammelo" disse Calzini arrabbiato
"Huh?"
Piccolo era confuso.
"Non sei divertente. Non hai giocato correttamente." Disse Rubino.
"Ma...io l'ho preso!"
Calzini non volle sentire spiegazioni. Fulminò Piccolo con lo sguardo per poi fare dietrofront con la piuma fra i denti trascinando il bastone.
La prima giornata all'aperto non era finita come Piccolo se l'aspettava, ma aveva scoperto che in qualche modo superava i suoi fratelli.
Forse erano solo gelosi di me.

Warriors: le origini di AttilaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora