LOUIS' POV
Beh. Che dire? Primo giorno di scuola: alzarsi, presentarsi a sconosciuti solo per farsi piacere subito e vedere facili vittime.Mi presentai con un: "Ciao, mi chiamo Louis Tomlinson" almeno una cinquantina di volte solo all'entrata della scuola nel caos generale. I prossimi giorni avrei cercato di avere più numeri di telefono possibili dalle ragazze nuove; intanto facevo amicizia anche con ragazzi, solo per avere una buona impressione generale. Un ragazzo mi colpí in particolare, era nuovo ma non era del primo anno, troppo grande per esserlo, forse frequentava il terzo. Non ricordavo come si chiamava...Henry? Arnie? Ma che importanza aveva in fin dei conti. Mi ero presentato al mio solito e lui dopo avermi guardato in un modo che non saprei descrivere, tra lo stupore e il terrore, mi disse rapidamente il suo nome, si girò e corse via cercando la sua nuova classe. Beh, alquanto strano.
Mi piacevano i suoi capelli, avrei voluto chiedergli come faceva ad averli cosí morbidi e ricci ma non mi andava; poi vidi i suoi occhi verdi incastonati in una pelle senza imperfezioni e pallida; pensai che se fosse stata una ragazza avrei avuto bisogno del suo numero in quel preciso istante, ma non lo era e perciò non me ne preoccupai.Presi posto in classe all'ultimo banco e tirai fuori un quadernino dallo zaino alquanto trasandato. Cercai la mia penna nera nell'astuccio e feci tre colonne alla bell'è meglio sul pezzo di carta. Scrissi in alto:
Nome; Caratteristiche; Numero.
Cominciai ad annotare tutti i nomi delle ragazze che mi ricordavo con le loro rispettive caratteristiche.
"Hai una memoria super sviluppata" disse una volta il dottore.Aileen; bionda, bassa, occhi castani, grande sorriso, piedi grandi. (Buona\ottima).
Martha; rossa, bassa, occhi verdi, taglio di capelli molto strano, vestiti sgargianti. (Buona).
Gemma; bionda platino (con ciuffo blu), altissima, occhi verdi, capelli lunghi, pelle candida, vestita benissimo. (Perfetta)
Indiana; mora, alta, grandi occhi verdi scuri, ciuffo spostato di lato, veste di nero, sembra chiusa e fredda. (Da revisionare).
[...]
Avevo scritto tutte le ragazze con cui avevo parlato, ora avrei solo dovuto dare la lista ad un mio 'amico', lui sarebbe riuscito, tramite quelle informazioni, a risalire al loro numero telefonico. Sembrava assurdo ma ogni volta non ne sbagliava neanche uno.
La mia giornata continuò con le presentazioni. "Hei, piacere, mi chiamo Louis Tomlinson...e te?" era come un disco interminabile che rimettevo sempre da capo. Giravo per i corridoi al cambio dell'ora e m'imbattei più volte in quello strano ragazzo di questa mattina, emh, come si chiamava? Hardin? Nah, questo proprio non me lo ricordavo, ed era stranissimo; ogni volta che mi vedeva scappava, pensai fosse solo una coincidenza.
La giornata passò veloce e come ogni inzio di un anno scolastico non facemmo un cazzo. Volevo solo tornare a casa dalla mia famiglia, vedere se tutto andava bene e buttarmi sul letto a fissare fuori dalla finestra. Andai a casa al termine delle lezioni e lo feci. Tutte quelle nuvole bianche e voluminose mi facevano venire in mente quando mamma faceva delle deliziose torte ai frutti di bosco e fragole con sopra cumoli di panna nella mia infanzia. Vivevamo in una malga di montagna in un'enorme vallata proprio sotto le alte rocce, poi per motivi economici ci trasferimmo in questa casa orrenda circa quattro anni fà. Amavo la campagna: correre tra i prati, raccogliere fiori con le mie due sorelline Georgia e Lottie. Giocavamo sempre insieme, andavamo nel bosco a raccogliere Pungitopo e funghi sporatici. Il Pungitopo era quella pianta dalle bacche rosse che pungeva, come suggerisce il nome...ma non ce ne importava, le sue bacche erano bellissime e non avevano succo...a volte aiutavo le ragazze, a quel tempo bambine, a fare coroncine, collane, braccialetti, cavigliere ed anelli prendendo un filo d'erba della lunghezza giusta e infilandoci dentro margherite e bacche di Pungitopo. Ci mettevamo su di un ponte di legno sopra ad un ruscello e 'lavoravamo' a modo nostro. Era stata la parte più bella della mia vita, ma ora tutto era cambiato.
Odiavo tutto della cittá, rumorosa. L'unico modo che avevo per aiutare mia madre poi erano quei numeri telefonici.
Cosí decisi di prendere il mio cellulare mal ridotto, fare una foto all'elenco e mandarla a Red; giá, Red non è un nome ma si era sempre presentato cosí, nessuno sapeva come si chiamasse realmente.{...}
Passarono pochi giorni. Ero seduto sulle scale a pensare quando vibrò qualcosa nella tasca della mia giacca. Era Red. Mi aveva mandato tutti i numeri telefonici che mi occorrevano accompagnati da un:
"Buona fortuna Tomlinson, acchiappane più che puoi e avrai una buona ricompensa ;)"
Era ora che mi mettessi in gioco di nuovo.
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They can't know 2 ||Larry Stylinson||Sequel||
FanfictionSequel di They can't know. Harry dovrá affrontare la dura realtá. Louis...beh, Louis è a contatto con la realtá da molto più tempo di Harry. "La vita è stata dura con me, io sono duro con la vita e con chi è vivo Harry. È per questo che lo faccio."