Sono nata e morta nello stesso giorno. Così come mia madre e mio padre e i loro genitori prima di loro.
Non appena sono uscita dall'utero di mia madre un'equipe di medici mi ha presa in custodia per due interi giorni per esaminarmi e sancire la Premonizione, senza la quale non avrei potuto tornare fra le braccia dei miei cari. Non ne sono certa, non posso ricordare, ma sospetto che quando mia madre abbia visto il tatuaggio sul mio braccio abbia fatto una smorfia e mi abbia allontanata dal suo seno, decisa a non affezionarsi a me.
Forse è colpa mia se è così distaccata nei miei confronti e a volte vorrei tanto poter cambiare l'esito dell'esame, ma in fondo non so di non potermi colpevolizzare se il Profeta mi ha considerata in grado di sopravvivere solo sedici anni.
Tutte le mie sorelle hanno un'aspettativa di vita che va dai novanta ai centodieci anni e scommetto che chi sta meglio di noi economicamente abbia ricevuto una Premonizione ben più longeva della nostra. In pratica vivrò a malapena un quarto di vita e non ha senso che i miei cari si affezionino a me se devono lasciarmi andare così presto, così come sarebbe non necessariamente doloroso se io cominciassi a nutrire speranze nel futuro e nei miei familiari quando so benissimo di non avere prospettive.
Non ho paura di morire: mi preparo a farlo da quando ho memoria e non ho rimpianti. Ho ricevuto il dono della vita e poco importa quanto poco durerà, ne sono immensamente grata.
Cammino a testa bassa per la strada coperta di foglie, stando bene attenta a non far cadere la busta della spesa per non far infuriare mia madre. Mi chiedo se quando non ci sarò più andrà lei a comprare il pane o se manderà una delle mie sorelle a sbrigare le commissioni.
Sospetto che toccherà a mio padre. È un uomo troppo tenero per negare qualcosa a mia madre e vederla soffrire per la mia imminente scomparsa lo ha reso molto più apprensivo nei suoi confronti; lui le legge dentro e sa che nutre amore nei miei confronti. Dice che è per questo che mi tratta diversamente dalle mie sorelle e che in realtà ha un buon cuore.
Sono arrivata nel nostro quartiere, uno dei più puliti della nostra Regione. Siamo stati fortunati ad ottenere una simile casa perché molti altri vivono in catapecchie fatiscenti e non hanno quasi niente da mangiare.
Noi stiamo relativamente bene, facciamo parte di quella casta sociale che comprende i Medi e sebbene siamo ben lontani dagli Alti siamo grati di ciò che abbiamo.
Suono il campanello tenendo in bilico la busta marrone ed aspetto che arrivino ad aprirmi. Subito compare mia sorella Gioia che mi accoglie con un sorriso accennato.
"Ti sei ricordata i miei biscotti?" Chiede. Io annuisco.
"Certo. Ho anche preso i ghiaccioli per Mab."
Gioia mi sorride e si fa da parte, lasciandomi entrare in casa. Rovescio il sacchetto sul piano della cucina e Gioia ne prende i biscotti prima di sparire al piano di sopra in camera sua. Sta studiando per entrare all'Università ed i miei genitori sono talmente fieri di lei... Ha già un fidanzato, ma hanno deciso di aspettare a sposarsi almeno fino ai trent'anni nonostante mia madre insista perché attendano più a lungo.
Nessuno si sposa così presto, ormai, perché non ce n'è bisogno, ma Gioia non vuole avere bambini troppo tardi: ha sempre inseguito il sogno di essere la madre più giovane di queste parti e nemmeno tutte le lamentele del mondo sarebbero sufficienti a dissuaderla.
Comincio a mettere a posto la spesa quando mia madre rientra dal terrazzo, salutandomi con un gesto della testa.
"Keara. Cucina tu stasera, per favore."
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Survived #Wattys2016
FantasyÈ il cinquantesimo anno dall'avvento del Nuovo Governo e il mondo è riunito in un unico grande continente, l'Unità Pacifica, in cui ogni cittadino alla nascita riceve un tatuaggio indicante il nome, la regione di appartenenza e la data di morte. Ke...