Gareth mi guarda sconsolato, pallido come un lenzuolo, mentre siamo seduti sul divano del soggiorno di casa sua: di tornare alla festa nello scantinato non se ne parla, visti i nostri stati d'animo, ma rimanere in giardino a quest'ora e con il freddo non è una buona alternativa.
La gente mormora e se qualcuno scoprisse che Gareth e sua sorella hanno organizzato una festa che infrange tutte le regole della Regione rischieremmo tutti la galera e l'umiliazione pubblica.Quindi siamo rientrati in casa dove possiamo parlare tranquillamente senza doverci preoccupare di orecchie indiscrete.
"Quanto manca di preciso?" Mi chiede Gareth con aria stanca. Io sospiro.
"Quattro giorni." Mi trema la voce e sono grata di stare seduta perché mi sento tremendamente debole.
Gareth emette un respiro strozzato e si strofina il volto con le mani. Vorrei abbracciarlo, o posargli una mano sulla spalla per dargli una pacca, ma non sono sicura che apprezzerebbe.
Sembra davvero sconvolto e non so come consolarlo.
"Ma perché? Come?!"
Mi guarda negli occhi ed io mi stringo nelle spalle.
"Non lo sa nessuno: non ho malattie genetiche, né sono cagionevole di salute. Forse morirò nel sonno... Forse subirò un incidente..."
La lista è lunga -ho pensato a talmente tanti modi in cui potrei morire che potrei passare le prossime ore ad elencarli- ma sembra che già solo queste due ipotesi disturbino Gareth e decido di fermarmi.
"Il..." Mi schiarisco la gola, cercando di tirare fuori il coraggio per parlare. "Il bacio mi è piaciuto. Molto. Troppo. Ho reagito così male perché è stato talmente bello e pieno di vita che..."
"Ho avuto paura di morire" confesso, abbassando lo sguardo sulle mie mani. Sfioro con le dita il tatuaggio sulla pelle e deglutisco quando vedo le dita di Gareth coprire le mie e stringerle dolcemente.
"Saresti pazza a non averne." Mi sorride dolcemente ed io sento gli occhi riempirsi di lacrime.
"Forse lo sono." Confesso. "Fino ad oggi non ho mai temuto il giorno della mia morte."
Mi aspetto che la sua espressione si indurisca, che mi congedi perché ha capito che qualcosa effettivamente non va in me, invece resto sorpresa quando un sorriso amaro arriva ad incupirgli il volto.
"Si vede che non hai mai vissuto finora."
Il respiro mi si blocca in gola e lo guardo senza sapere cosa rispondere. Ha dato voce ai miei pensieri più segreti, ha detto al posto mio ciò che non avrei mai avuto il coraggio di dire ed ha dannatamente ragione.
"Non so come tu possa sentirti, sapendo quanto poco ti resta e non voglio costringerti ad agire contro la tua volontà. So solo che mi piaci, Keara, e nonostante mi penta con tutto il cuore di essermi fatto avanti solo adesso, mi piacerebbe poterti stare vicino finché ne ho la possibilità."
"Gareth..." Sussurro, sconvolta. Non è quello che mi aspettavo. Non è quello che una persona normale direbbe.
"Non capisco." Continuo, cercando nei suoi occhi la risposta alle mie domande.
"Vuoi seriamente metterti in gioco, con me? Anche se sai che fra quattro giorni sarà tutto finito?"Lui abbozza un sorriso imbarazzato, stringendomi più saldamente le dita.
"Forse sono io il pazzo."
Nonostante tutto mi viene da ridere. "Probabilmente sì."
"Allora, che cosa hai intenzione di fare?" Mi chiede, tornando più serio. Io mi ricompongo, ma mi sforzo per mantenere il sorriso sulle labbra mentre rifletto.
Mancano quattro giorni alla mia morte e non avró mai più la possibilità di vivere e divertirmi. Voglio davvero passarli a cercare di reprimere ogni briciola di vitalità che mi è rimasta?
"Che cosa ho intenzione di fare, dici?" Mi picchietto l'indice contro il mente, osservando il soffitto mentre fingo di pensare in modo teatrale. "Penso che tornerò nel tuo scantinato e berrò velocemente un bicchiere pieno zeppo di roba alcolica per far sì che mi salga tutto dopo."
Sento le mie labbra aprirsi in un sorriso quando l'espressione sul viso di Gareth si fa sgomenta.
"Ma prima..." Prendo un respiro profondo e stringo le sue dita, nel tentativo di farmi coraggio. Mi sporgo verso di lui sul divano e sfioro le sue labbra con le mie.
Il contatto sembra destabilizzarlo ed io mi ritraggo un attimo per assicurarmi di non essermi spinta troppo oltre.
Lui sfodera un sorriso incerto ed io mi riavvicino alle sue labbra, baciandolo per la terza volta questa sera, prima di alzarmi per tornare alla festa.
Mentre torniamo nello scantinato sento il cuore più leggero e, a mano a mano che i bicchieri si svuotano nel mio stomaco provo un senso di vitalità e libertà che non credevo avrei mai provato.
Mi lascio andare e infrango tutte le leggi sul pudore dell'Unità e non mi importa niente se gli altri guardandomi vedranno solo una ragazza che balla senza capire dove si trovi, né che mi guarderanno con malizia per il modo in cui bacio Gareth sulla bocca.
Voglio che vedano, che capiscano. Devono sapere della passione che provo, della vita che ho dentro, perché ne ho abbastanza di fare la morta.
Perdonatemi il ritardo (sia di ieri che di oggi -mi rendo conto di che ore siano) e anche di avervi propinato questo capitolo cortissimo.
In teoria avrei voluto inserirlo in quello precedente ma mentre scrivevo mi si chiudevano gli occhi (tant'è che ho confuso il nome della protagonista e me lo avete fatto notare).
A mia discolpa posso dire che non mi sono affatto dimenticata di questa storia.
Mi sono messa alla ricerca dei volti per i personaggi, ho creato il tatuaggio e la cartina dell' Unità Pacifica che ho pubblicato nel primo capitolo.
Nel caso vi siate persi uno qualsiasi di questi dettagli (compresa la mia idea di come dovrebbe essere Gareth 😜) passate a guardare le immagini che ho inserito nei media.
Passando a cose serie, grazie per aver votato, letto e commentato lo scorso capitolo e, soprattutto, per aver pazientato quando non ho aggiornato.
Vi meritate tanti regali e tanti baci.
Vi voglio bene.
William
STAI LEGGENDO
Survived #Wattys2016
FantasyÈ il cinquantesimo anno dall'avvento del Nuovo Governo e il mondo è riunito in un unico grande continente, l'Unità Pacifica, in cui ogni cittadino alla nascita riceve un tatuaggio indicante il nome, la regione di appartenenza e la data di morte. Ke...