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- Sicuro che no disturbo? Non vorrei scomodare tua famiglia per una cazzata del mio ex... -
Federico sospirò per la quindicesima volta in un quarto d'ora: da quando gli aveva detto che i suoi genitori erano ben felici di avere un ospite in più al pranzo di Natale, Micheal si sentiva costantemente in ansia e in debito per quell'invito last minute e non aveva mancato l'occasione di esternare la sua preoccupazione anche quando Federico lo venne a prendere sotto casa.
- Sì Micheal, te l'ho già detto anche ieri che per la mia famiglia non c'é alcun problema... anzi, più siamo e più abbiamo una possibilità di finire le millemila portate di mia nonna. -
Micheal annuì poco convinto sul sedile accanto a lui e nel frattempo sistemava nervoso la carta del dolce che lui stesso aveva preparato qualche ora prima, come segno di gratitudine.
- Fedè, i tuoi non sono allergici a cioccolato? -
- No. -
- Are you sure? - insistette il riccio.
- Sì. -
- Sicurosicurosicuro? -
- Micheal! -
- Ok, cappito. -

I genitori di Federico abitavano in una graziosa villetta unifamiliare nella periferia milanese, con tanto di giardino sul retro abbastanza spazioso per una decina di persone, usato soprattutto in estate per le grigliate di famiglia.
Venne ad aprire loro la mamma Tatiana, curiosa di vedere il misterioso ospite amico del figlio. La donna li fece accomodare in salotto addobbato a festa e lì Micheal venne introdotto ai membri restanti della famiglia presenti al pranzo, ovvero il padre e la nonna paterna.
Inutile dire che anche in quel contesto Micheal riuscì a farsi amare da tutti, persino da suo papà che gli poneva un sacco di domande sulla sua vita a Londra e sui suoi studi linguistici, mentre Federico aveva il sospetto che sua madre lo volesse segretamente adottare quale "fratello maggiore mancato" tanto era incantata dalla facilità con cui il riccio parlava fluentemente tre lingue e la sua vasta cultura letteraria. Quello che insomma era il tipico "bravo ragazzo con la testa sulle spalle".
Sua nonna poi, fece in modo che Micheal avesse il bis di ogni porzione, perché lo riteneva troppo magro e denutrito per i suoi standard.
- Signora, please, sono pieno.. - provò a protestare debolemente Micheal all'ennesima pietanza nel piatto, seduto di fianco di Federico che non la smetteva di ridere per l'espressione da cucciolo bastonato del collega in contrasto con quella da generale di sua nonna che non ammetteva repliche.
Solo quando si arrivò al dolce l'anziana donna si fermò e tutti poterono prendere una pausa da quel pranzo che era parso interminabile.
- Federico, vieni di là ad aiutarmi col caffè, non fare il solito pigrone scansafatiche! -
Sebbene avesse voglia di fare un pisolino sul divano in pelle o nella sua vecchia camera al secondo piano, accettò di aiutare la mamma in cucina imponendo a Mika di restare seduto a tavola poichè era un ospite.

- È davvero adorabile, Federico. Una persona educata e a modo. Devo dire che per una volta mi hai portato esseri umani decenti a casa, non come quella Greta... -
Il diretto interessato alzò gli al cielo mentre sistemava le tazzine per il caffè sul piano in legno. Sebbene fosse passato quasi un anno dalla rottura con la sua ex, sua madre non perdeva l'occasione di rinfacciargli quanto tempo avesse perso a stare dietro a quella che Tatiana definiva "una gallina senza cervello".
- Per quanto tempo hai intenzione di ricalcare su quella storia? Ormai è andata. -
Tatiana lo guardò sorridendo in modo strano e Federico se ne preoccupò non poco; conosceva bene quella sfumatura sul viso di sua mamma ed ogni volta si trattava di qualcosa di terribilmente serio e preoccupante allo stesso tempo.
- Ma', tutto a posto? -
- Sì, tutto posto... solo, lo sai che io e tuo padre ti vorremmo bene comunque, vero? -
- Di che diavolo stai parlando? - chiese perplesso il ragazzo, la zuccheriera in ceramica a mezz'aria tra le sue tozze mani.
Tatiana si avvicinò al figlio stringendogli dolcemente il polso, senza smettere di fare quella espressione comprensiva
- Sto parlando del fatto che tu e Micheal siate... insomma, siate una coppia. È per questo che l'hai portato qui? -
Se il rosso accesso avesse potuto identificarsi con un nome, quello di Federico sarebbe stato perfetto perché arrossì fin sopra i capelli. Non avrebbe mai immaginato di dover fare una conversazione del genere con sua madre, nemmeno nel turbolento periodo adolescenziale!
- Ma cos... No no no!! - e appoggiò veloce la zuccheriera per non farla cadere a terra gesticolando animatamente - Non è come pensi! Io e Micheal non siamo... cioè siamo... no aspe'! Cazzo... -
- Federico! - lo riprese l'altra indispettita per la volgarità.
- Va bene, scusa. È solo che... mamma io e Micheal siamo solo amici! L'ho portato qui perchè il suo ex l'ha mollato all'ultimo e non aveva abbastanza soldi da parte per un biglietto aereo diretto per Londra dai suoi. Non c'é nulla tra di noi. -
Lei lo fissò negli occhi, come se si aspettasse di leggerci qualcosa che suo figlio non le volesse rivelare. Poi scosse la testa e sorrise ancora di più.
- Ah, ok.. scusami, è che mi sembravate affiatati ed ho pensato... hai detto che è da solo in questi giorni? -
Quel cambio di argomento fece rilassare maggiormente Federico.
- Sì. -
- Che ne dici di invitarlo anche a Capodanno? Pensi che gli farebbe piacere? -

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