Álvaro's POV
Eravamo tutti riuniti al centro sportivo, e con noi c'erano anche le ragazze che come sempre ci accompagnavano e assistevano agli allenamenti. Chiara era più strana del solito, e mi sembrava alquanto agitata.
-Amore, tutto bene? Devi dirmi qualcosa?- le sussurrai nell'orecchio.
Sussultò al mio tocco dietro la schiena e si guardò intorno.
-Okay, vieni un attimo con me.- disse e mi trascinò nel campo di allenamento, ancora vuoto perché stavamo aspettando il mister.
-Cosa c'è?- chiesi confuso, dato che quella situazione non mi stava facendo capire niente.
Lei prese un respiro profondo ed iniziò a parlare.
-Senti, mi sembra giusto che prima che lo sapessero gli altri, lo dica a te, in privato così puoi dirmi davvero ciò che pensi- prese di nuovo un grosso respiro, prese le mie mani e me le portò sulla sua pancia -Devo dirti una cosa importante. Devo dirti che non saremo più in due d'ora in avanti, perché c'è un piccolo esserino di 5 settimane proprio dove ora sono le tue mani.-
Le mani mi iniziarono a tremare, lo sguardo si appannò per le lacrime di gioia e non riuscii a dire una parola, ma la guardai solo per assicurarmi che quello non fosse uno scherzo.
-Sì Álvaro, sono incinta!-
In quel momento scoppiai dalla felicità, la presi e le feci fare una piccola giravolta per aria.
-Ti amo, ti amo, ti amo così tanto.- urlai dalla gioia. Anche se tutto quello poteva sembrare sbagliato, anche se non eravamo sposati e ci conoscevamo solo da mesi, ci amavamo tanto e avremmo cresciuto quel bambino con tutto l'amore e il bene del mondo.
-Ehi ehi, cos'è tutta questa allegria?- disse Paulo entrando in campo.
Io e la mia ragazza ci guardammo e decidemmo di dirlo anche alla squadra che esultò e si congratulò non appena gli avevamo dato la notizia. Il nostro bambino con una famiglia del genere non si sarebbe di certo annoiato.Leya's POV
Il numero della dottoressa girava e rigirava tra le mie mani ed, a distanza di quasi due settimane dalla visita, decisi di chiamare. Lei fu gentilissima e ci accordammo per tutte le pratiche con l'ospedale e l'Università. Non vedevo l'ora di iniziare a far parte di tutto quello, e di imparare stando a diretto contatto con i pazienti.
-Amor!- dissi buttandomi tra le braccia dell'argentino che era steso sul divano -ho chiamato per quella cosa che ti ho anticipato, e mi hanno detto che dopo aver compilato dei moduli, posso iniziare. Vado lunedì!-
I suoi occhi si illuminarono e mi abbracciò forte.
-Tesoro sono contentissimo per te, piano piano il tuo sogno può realizzarsi, basta crederci e una bella dose di duro lavoro.-
Lo guardai negli occhi e rimasi a fissarlo per un lasso di tempo indefinito, e pensai a quanto avessi bisogno di lui nella mia vita, per le cose belle e le cose brutte lui c'era, era sempre vicino a me.
-Sai una cosa? Ti amo da morire.-
Così sorrise, cacciando le sue rughette d'espressione e socchiudendo gli occhi, uno leggermente più chiuso dell'altro.[...]
Quella mattina nonostante avessi insistito, Paulo decise di accompagnarmi all'ospedale per il mio primo giorno da tirocinante, anche se così avrebbe fatto tardi agli allenamenti. Ma lui diceva che non gliene importava, perché voleva accompagnarmi in questa nuova avventura.
Quando entrai, mi diressi verso il reparto di pediatria e non appena varcai la porta andai a sbattere contro qualcuno, facendogli cadere le cartelle che aveva in mano.
-Oh mio Dio, scusi, non volevo, io..-
ma quando alzai lo sguardo incrociai due occhi azzurri come il ghiaccio, due occhi che avevo già visto.
-Oh, ma chi si rivede! Leya, speravo di rincontrarti presto!-
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Could you take care of a broken soul?| Paulo Dybala
FanfictionLeya Morata vive a Torino con suo fratello, il famoso numero 9 della Juventus. Studia all'università ed è single. Dopo l'ultima delusione sentimentale ha deciso di non permettere a nessun altro di entrare nel suo cuore, ma Leya non sa ancora che il...