Capitolo 1

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Avete presente quando siete in classe e c'è quel professore stronzo che, nonostante voi alziate la mano per rispondere alla domanda della quale sapete la risposta, non vi caga di striscio perchè vi odia e di conseguenza voi continuate a sbracciarvi pregando dio che per una volta lui non sia stronzo e lasci rispondere a voi? Ecco, io ora mi sto sbracciando e sto pregando dio che qualcuno in così tanti taxi mi caghi, devo arrivare a casa mia al più presto e non intendo prendere la metro. Troppe persone, troppo sudore, troppe mete che mi confodono e mi fanno arrivare in Alaska e soprattutto poco ossigeno. Non ho mai sopportato gli spazi chiusi, quindi immagino me in una situazione come quella che mi è capitata qualche mese fa, panico totale. Scuoto la testa rabbrividendo al solo ricordo e continuo a sventolare il braccio per attirare l'attenzione di qualche tassista e ci riesco anche, se non fosse per il fatto che questo mi passa accanto e invece di fermarsi continua guidare. Inoltre è riuscito a rendermi completamente fradicia dato la pozzanghera nella quale sono caduta a causa di una spina da parte di qualcuno a me sconosciuto. Iniziamo bene direi. Dopo ben venti minuti di attesa, un taxi si ferma davanti a me e, dopo aver caricato tutte le valigie nel bagagliaio, salgo nell'auto di un color giallo acceso. Non appena chiudo lo sportello, la voce del tassista attira la mia attenzione. "Dove vuole che la porti signorina?" chiede gentilmente, sembra essere la prima persona normale e gentile con la quale ho parlato da quando sono qui. Gli rispondo con lo stesso tono dicendogli l'indirizzo e lui annuisce per poi partire e andare verso la mia nuova casa, dove vivrò da sola, senza nessuno, di notte, con le luci spente...merda ho paura.

Sento la brezza fresca che passa per le strade di New York sulla mia faccia. Peccato che io stia tenendo gli occhi chiusi e di conseguenza non posso sentire i vento che mi scompiglia i capelli essendo in macchina. Non appena riapro gli occhi, sobbalzo nel vedere il tassista soffiarmi in faccia e urlo dallo spavento. L'uomo mi guarda male e mi porge una mano che io afferro e quando faccio per alzarmi lui ritira la mano e mi fa cadere, fortunatamente, sui sedili.
"Sono 30 dollari." mi dice in modo antipatico porgendomi una seconda volta la mano che non serviva per aiutarmi bensí per dei stupidi soldi. Sbuffo e scendo dall'auto, neanche il tempo di prendere le valigie che la macchina parte sfrecciando a tutta velocità. E io che credevo fosse gentile quel tizio.
Mi giro verso la mia casa e non faccio a meno di restare a bocca aperta, letteralemente. È una villa stupenda a due piani e un giardino immenso. Mi sono sempre piaciuti i giardini, non so neanche il perchè ma vedere il verde del prato mi rilassa.
Mi avvio verso l'entrata e non appena metto piede in casa corro al piano di sopra. Okay, so che sarò da sola qui dentro ma comunque voglio vedere qual è la camera più grande e buttarmi sul letto e direi che per vedere quale delle camere è la più ampia dovrei aprire tutte queste porte. Ne sono 8...Va bene che i miei sono ricchi, ma è esagerato! Sospiro e quando trovo la camera più grande mi butto sul letto. E pensare che le pareti sono di diverse tonalità di blu, colore che io amo visto che mi ricorda il mare. Dopo un po' di tempo decido di alzarmi per fare una doccia visto che sono del tutto ricoperta di fango, mi si è salvata solamente la faccia. Vado in bagno e mi spoglio velocemente per poi andare sotto alla doccia e aprire il getto dell'acqua. Cazzo è più fredda del cuore di Anna quando viene congelato da Elsa...aspetto che l'acqua diventi calda e finalmente, quando smetto di essere Olaf, sospiro rilassandomi sotto l'acqua e iniziando a canticchiare More dei 5 Seconds of Summer. Adoro quella band da parecchio tempo, la mia ex migliore amica mi assillava tutti i giorni con le loro canzoni, cantava dalla mattina alla sera e, nonostante avesse anche una bella voce, era assillante. Però ha passato questa fissazione anche a me e di conseguenza ora mi ritrovo a conoscere quasi tutte le loro canzoni. Peccato che la nostra amicizia sia finita, soprattutto se la causa è stata un ragazzo. Mary non aveva mai torto, sempre e solamente ragione, ma quella volta era lei quella ad aver sbagliato, o forse io... Non ne ho idea, è colpa di entrambe mi sa. Lei era innamorata e a me quel ragazzo non piaceva, così non ci siamo più frequentate così tanto anche perché Carter la allontanava sempre, soprattutto da me e io non facevo niente per impedirglielo, peccato per un'amicizia durata dal tempo dell'asilo fino a 16 anni ma proprio come mi ha insegnato lei: bisogna lasciarsi alcune persone alle spalle. E anche se mi dispiaceva lasciare proprio lei, l'ho fatto comunque.
Dopo molti pensieri e shampoo negli occhi, esco dalla doccia, consapevole di esserci stata per troppo tempo. Dopo essermi vestita in modo comodo, mi stendo sul letto e accendo il mio bellissimo PC, non potrei vivere senza. Passo più di tre ore a guardare Grey's Anatomy, amo quella serie, sarà la quinta volta che la guardo.
É da più di mezz'ora che sto cercando il mio telefono che non fa altro che squillare ma non lo trovo. Giro per tutta la casa preoccupata che sia mia madre. A momenti potrebbe chiamare l'FBI, la CIA, Quarto Grado e Barbara D'Urso messi insieme. Mi siedo sul letto ormai rassegnata e prendo il telefono da dentro la tasca dei miei pantaloni. Ah...A volte non riesco a credere a quanto io sia rincoglionita. Sospiro e rispondo a mia madre che mi ha chiamato 30 volte fino ad ora e questa è la 31esima.
"Tesoro stai bene? Ti hanno fatto qualcosa? Dove sei? Tuo padre ti ha dato lo spray, perché non lo hai usato? Ti hanno rapita? Ho chiamato lo zio, ha detto che le pattuglie sono pronte. Perché non rispondi? Sei il figlio di puttana che ha rapito mia figlia? Brutto stronzo ora ti vengo ad ammazzare. Emily!"
Non appena rispondo sento mi madre dire tutto velocemente e urlando. Appena finisce di parlare riporto il telefono all'orecchio che prima avevo allontanato visto che uno dei miei timpani rischiava di smettere di funzionare. "Mamma sono Emily, sono a casa, non c'è nessuno e sono salva. Non far venire zio, non trovavo il telefono e, da quando usi tutte queste brutte parole?" rido poiché ogni volta che mio padre dice qualcosa di volgare mia madre lo rincorre con una pentola o con qualunque altra cosa che si ritrovi in mano. Una volta si mise a corrergli dietro con Rex in braccio, povero cane, sentirà la mia mancanza. E invece questa volta è lei ad usare brutte parole e ne sono del tutto meravigliata, sul serio, non dice mai qualcosa di volgare o offensivo nei confronti di altre persone.
"Scusami Em, mi ero preoccupata." dice con un tono che sembra più sollevato rispetto a quello di prima. Continuiamo a parlare, lei con mille domande anche se non ci vediamo da un giorno e mi appoggio con la testa sul cuscino non pensando troppo alle cose che mi dice mia madre bensì al fatto che domani sarà il mio primo giorno di scuola...Merda.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 16, 2018 ⏰

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