Capitolo 3

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-Sta indietro, Roland!- urla Gemma. Io resto dietro un banco. Chiudo gli occhi, sperando che tutto questo sia solo un brutto incubo. Gli occhi della nuova arrivata assumono un colore rossastro. Guarda negli occhi il professore Gordon. Un ghigno rabbioso esce dal suo volto carino e curato. Dei canini lunghi e affilati come rasoi spuntano dalla sua rossa e setosa bocca. Il prof. lupo comincia ad ululare. Gli studenti ed i docenti corrono subito verso l'aula, allarmati. Quella sottospecie di cane si avvicina a me, le sue zampe piene di artigli afferrano la mia felpa e mi butta con lui dal secondo piano della scuola. Un urlo esce dalla mia bocca, la fronte imperlata di sudore. Gemma, con un agile balzo, salta anche lei dalla finestra e finisce su un albero. Il lupo mannaro corre a tutta velocità, l'alito pesante che esce dalla sua bocca canina. Alzo gli occhi al cielo. Gemma salta da una parte all'altra su degli alberi enormi a tutta velocità, facendomi rimanere a bocca aperta. La vedo buttarsi giù da un lungo pino antico, le unghie infilate nella corteccia per avere un atterraggio meno brusco. Tocca terra. Guarda in lontananza il lupo. Una grande ventata fa sparire la giovane vampira e ce la ritroviamo davanti. I canini sporgenti e gli occhi infuocati. Il lupo ulula rivolto verso l'altro. -Roland, afferra!- esclama Gemma, lanciandomi un pugnale, dove vi è inciso la figura di una donna sbranata da un grosso ed inquietante cane. Io impugno il pugnale e, con un colpo secco, infilzo l'arma affilata nell'occhio del lupo dagli occhi gialli. Lui mi lascia andare, facendomi cadere a terra. Faccio un sospiro di sollievo e, intanto, inizia una tempesta. Le mani sporche di terra bagnata. I jeans strappati e consumati. La t-shirt rossa strappata dagli artigli del lupo. Gemma si avvicina a me. I suoi canini sono scomparsi. I suoi occhi ritornano ad avere il colore della cioccolata. Io la guardo, terrorizzato. -Chi sei? Perché mi spii? Cosa vuoi da me?- chiedo. Gemma mi guarda. Sembra calma, ma allo stesso tempo nervosa. -Ti dirò tutto ciò che c'è da sapere...devi solo stringere la mia mano...- dice lei, la sua mano protesa in avanti. -Ti consiglierei di trattenere il respiro per qualche secondo- aggiunge. Divento agitato, chiudo gli occhi, trattengo il respiro e gli do la mia mano. La ragazza inizia a correre in una velocità sovrumana e, in pochi secondi, ci troviamo in un altro luogo. È un accampamento, ci sono molte tende. Una fitta nebbia copre il bosco. Inizio a rabbrividire dal freddo. -Eccoci qua, questo è il nostro accampamento- dice Gemma. -Nostro?- sussurro. Lei si guarda intorno, poi si rivolge a me: -Io e la mia famiglia viviamo qui...-. Io rimango perplesso. -Noi non siamo...umani- spiega Gemma. Il mio volto è interrogativo. -Ecco...la nostra specie non mangia cibo...e non beve bibite gassate...o acqua-. Io la guardo incredulo. -Noi...beviamo...sangue umano...-. Faccio un passo indietro, impaurito. -Tranquillo! Io e la mia famiglia non succhiamo il sangue delle persone. Ci adattiamo bevendo quello degli animali che troviamo nella foresta- spiega lei. Già mi sento meglio. -S-s-siete...v-v-vampiri?!- chiedo io, le gambe tremanti. Dopo un minuto di silenzio Gemma annuisce. Porto la mano alla bocca, sorpreso. -Adesso dovremmo ritornare a scuola, sai...si potrebbero preoccupare- dico io. -Promettimi che non lo dirai a nessuno!- esclama Gemma. Io, dopo un po' di esitazione, dico: -Lo prometto!-. Gemma mette di nuovo la sua mano verso di me. Premo sul mio stomaco, ricordando quell'emozione provata qualche ora fa. Trattenendo il respiro, sperando vivamente di non stimolare il vomito, stringo la sua mano. Mi sento come se fossi in un violento e gigantesco tornado. Ci troviamo tutti e due nel corridoio della scuola. Gemma si volta e si dirige verso la sua prossima aula. Una domanda però mi sorge spontanea. -Perché mi hai seguito tutto questo tempo?- chiedo. Lei si avvicina a me. Le sue labbra vicino al mio orecchio. -Ti sarò eternamente grata di non avermi denunciato alla stazione di polizia per aver divorato quella carne di cervo cruda- dice sottovoce. Si allontana dal mio orecchio.
Le sue labbra rosse e carnose posate sulla mia bocca.

Blood in my veinsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora