Prologo

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Come ogni domenica sera era rannicchiata su se stessa nel vecchio letto, nella sua piccola stanzetta. Silenzio, il silenzio che le perforava le orecchie ma che allo stesso tempo incuteva paura se lo si ascoltava troppo, era perfetto immacolato, solo ogni tanto sporcato dai piccoli cigolii del legno o dal frusciare delle foglie nella notte. Lei pensava, si ogni notte pensava al suo futuro programmando pianificando nella speranza che in un domani, in un futuro che sperava di raggiungere, sognava di raggiungere ma, che finì ad ora lo aveva solo sfiorato come, un gatto che cerca la sua coda e, la luna che ricorre il sole ma, non era ancora riuscita a prenderlo ad afferrarlo a farlo suo, a tenerlo stretto come se fosse il diamante più prezioso il più brillante il più costoso per un ladro in cerca di ricchezza o il pezzo di formaggio più gustoso più per un piccolo topino affamato, per ora lei lo aveva solo potuto aspettare come si aspetta che arrivi la sera, con pazienza ma con la sicurezza che arriverà.
Ora lei aspettava nella piccola stanzetta con il silenzio, sperando in un domani più rumoroso.

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