Altri accenni di storia e dialettica

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Vi sono tracce storiche, nel dialetto potentino (definito appunto un dialetto atipico per il sud Italia, con notevoli echi "gallici", e precisamente "Galloitalico"), che dimostrano una forte immigrazione, nel tardo Medioevo, di gruppi provenienti dal nord Italia e dalla Mitteleuropa. È plausibile che le comunità catare, le quali assumevano la forma di forti e influenti clan religiosi, abbiano incontrato l'opposizione delle gerarchie cattoliche ortodosse, e che Gerardo la Porta, vescovo di Piacenza, abbia ingaggiato con loro uno scontro politico, fino alla neutralizzarne l'influenza presso la borghesia cittadina. Da allora, probabilmente, la cittadinanza conservò con devozione la memoria del "liberatore", attribuendo col tempo ai "Turchi", il nemico per antonomasia delle popolazioni meridionali dei secoli successivi, il burrascoso evento e trasformandolo in una fantasiosa invasione armata. Altre teorie fanno risalire la ricorrenza popolare ai festeggiamenti per la liberazione del re di Francia Ludovico, tenuto prigioniero dai Saraceni, festeggiamenti che sarebbero avvenuti a Potenza insieme all'autore dell'eroica liberazione, Ruggero I di Sicilia. Tale avvenimento, che avvenne poco dopo la santificazione di Gerardo la Porta, sarebbe stato ritenuto una grazia concessa da un protettore celeste, che fu naturale riconoscere nel santo appena "fatto". Secondo altri, similmente a quest'ultima ipotesi, si tratterebbe sì di una rievocazione di festeggiamenti militari, ma l'origine sarebbe la battaglia di Vienna del 1685, contro l'esercito musulmano schierato alle porte dell'Europa.

La Storica Parata dei TurchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora