Chapter Nine

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''Sono fottutamente malato ma le mie intenzioni sono buone e il mio cuore è puro.''

Come promesso ecco il nono capitolo! Buona lettura.
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''Mamma, penso che andrò a fare una passeggiata,'' Parlò Adeline mentre si allacciava i lacci delle scarpe. Sua madre si voltò dalla pentola sul fuoco e corrugò le sopracciglia.
''Addie, sta piovendo. Prenderai un raffreddore.'' Tirò fuori le cuffie e le mise nell'orecchio prima di cliccare play alla sua canzone preferita, che per pura coincidenza era una di quelle tristi. Dopo aver posato il telefono dentro la tasca, aprì la porta e uscì sotto la forte pioggia. La sensazione era inspiegabilmente rilassante. Uscire da quella casa le faceva bene. La maggior parte dei giorni erano passati in questo modo.
Alcune settimane prima, si era imbattuta in un piccolo ponte rosso. Sembrava troppo vecchio per attraversarlo. Ma, aveva una bellissima vista del lago sotto di esso e alla fine si ritrovò a camminare su quel ponte ogni giorno dopo la scuola. A volte parlava con lui sperando che le rispondesse. Ovviamente era un pensiero stupido, ma non voleva smettere di farlo.
Quando arrivò sul ponte, si appoggiò alla ringhiera bagnata e chiuse gli occhi.
L'immagine di due luminosi occhi verdi la osservavano da sotto le sue palpebre. Un sorriso spuntò sul suo volto.
''Ciao, Harry,'' Parlò mentre la pioggia continuava a bagnarla da capo a piedi. ''Non so se sei reale o soltanto frutto della mia immaginazione.''
Una sorta di forza premette dietro la sua testa, non aveva forza per aprire gli occhi. Cominciava ad irritarla, ma allo stesso tempo si sentiva protetta da essa.
''Sei tu?'' sussurrò e quella forza diventò ancora più forte. ''Okay, okay, ouch!'' La forza venne spazzata via in un istante. ''No, torna indietro!'' Adeline sussurrò e aprì finalmente gli occhi. Si guardò attorno e poi fissò il lago sotto. Mostrava il suo riflesso. Con la pioggia che cadeva incessante, era impossibile decifrare il suo volto. Sospirò e osservò il suo riflesso sfocato. A quel punto, notò qualcosa dietro le sue spalle. Ansimò lentamente e lo riconobbe. Il suo cuore cominciò a battere dentro la su cassa toracica e le sue mani iniziarono a tremare.
''Harry?'' Si girò e non trovò nessuno. Le lacrime colmavano i suoi occhi. Era lì. Era dietro di lei alcuni attimi prima. Perché non voleva mostrarsi?
Il ritorno a casa passò tra il cattivo umore calpestare enormi pozzanghere. La sua testa era rivolta verso il basso e i suoi capelli le coprivano la testa. Anche se notò un flash abbagliante. E quando alzò lo sguardo, non ebbe abbastanza tempo per reagire all'auto in corso.

+

Lui fissava i due uomini parlare. Riusciva a sentire alcuni frammenti del tipo lascialo andare e ha avuto quel che meritava. Sperava che quel stronzo mollasse la presa e lo lasciasse libero di andare via dall'inferno. Riusciva a sentire la tristezza prendere il sopravvento su Adeline. Sospirò quando sentì la sua voce dentro la sua testa.
Stava parlando con lui e non aveva nessuna minima idea che lui potesse sentirla. Anche lui però non riusciva a capire perché potesse sentire i suoi pensieri. Provò a sussurrare tra sé e sé, ma lei non rispondeva. Corrugò le sopracciglia, confuso.
Fino a quando-- ''Che stai facendo?'' la sua voce brontolò mentre guardava l'uomo liberarlo.
''Ti libero.'' sussurrò l'uomo, con una calma impressionante mentre l'altro osservava attentamente.
''Era ora, cazzo.'' Sibilò.
''Attento a---''
''Stai zitto, Sin. Mandalo via e basta, cazzo.'' Lo interruppe l'altro uomo. Detto questo, il mondo cominciò a girare e lui era sparito. Cinque minuti in quel buco nero e se sentiva come se gli stessero strappando i capelli.
''Adeline, Adeline,'' Chiuse gli occhi ed immaginò la ragazza. Chissà come sarà adesso. Sentì un dolore dentro la sua testa. Ansia, paura?
''Aiuto! Qualcuno mi aiuti!''
Si trovava accanto ad una macchina blu, una figura accovacciata di fronte ad essa.
Camminò verso la figura e vide che era una donna in lacrime. Lei sentì la sua presenza e si alzò immediatamente.
''Per favore, mi aiuti! È spuntata dal nulla e non ho avuto tempo di franare. Sono--''
Bloccò la donna petulante e si inginocchiò verso il corpo privo di sensi. Poi realizzò che non era una persona qualunque. Era lei. La sua Adeline. Svenne per la rabbia.
Quando riacquistò i sensi, la donna si era allontanata il più possibile da lui. Le si poteva leggere la paura in faccia e stava visibilmente tremando. I suoi occhi erano neri, strinse forte i pugni. Osservò il viso delicato di Adeline e cominciò a sussurrare tra sé e sé.
''Mia.'' La voce dentro la sua testa ringhiò. Il demone reclamò la ragazza priva di sensi prima che qualcuno potesse fermarlo. Scrutò la donna, furioso. Lei era la causa di tutto questo.
''Mia!'' Ripeté ad alta voce così che tutto il mondo potesse saperlo.

The Misfit Boy » h.s [ita] [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora