Mi incammino tra le strade buie della città, cercando un posto dove stare, un rifugio dove posso finalmente tirare un sospiro di sollievo. Il mondo sembra scivolare via mentre cammino, il mio corpo stanco ma la mente in allerta. Dopo tutto quello che mi è successo, non posso più fidarmi di nulla, di nessuno, nemmeno di me stessa. Ma una cosa è certa: non posso continuare così, in balia della paura e dell'incertezza.
Finalmente vedo una casa, una che sembra in condizioni migliori di quella che avevo lasciato. È grande, ben tenuta, e una parte di me sente il bisogno di entrare, di trovare una risposta o una via d'uscita. La casa sembra accogliente, come se qualcuno ci vivesse ancora. È ben arredata, pulita, e ha l'aria di un posto dove la gente ci vive davvero, non un luogo abbandonato. Ma qualcosa dentro di me mi fa chiedere se è davvero così. Non posso fare a meno di essere diffidente.
Decido di entrare. La porta è aperta, e il silenzio che mi accoglie è strano, inquietante. Mi siedo nel soggiorno, cercando di calmarmi. Se qualcuno dovesse entrare, gli spiegherò che sono solo una ragazza disperata, senza un posto dove andare. Non ho niente da nascondere. Non voglio causare problemi.
Mi alzo e vado al secondo piano. La casa è grande, come quelle che si vedono nei film. Ogni stanza è in ordine, ma vuota. Non ce nessuno. La luce del tramonto comincia a calare e l'atmosfera della casa diventa sempre più inquietante. Decido che è meglio trovare una camera dove potermi riposare. Forse domani troverò una soluzione. Ora, è troppo tardi.
Mi sdraio sul letto, cercando di riposare, ma una voce strana mi fa sobbalzare. All'inizio penso che sia la mia mente che gioca brutti scherzi, ma poi sento chiaramente delle voci. Voci di persone che parlano tra di loro. È difficile da spiegare, ma le voci sono come se provenissero da un'altra stanza, da un'altra dimensione. Poi, tra le voci, ne riconosco una... È la voce di mia madre.
Sono scioccata. Come può essere? Mia madre è morta. Sono passati anni da quando mi hanno detto che l'aereo su cui viaggiavano era caduto. Iniziano a scorrermi le lacrime, calde, come una fontana che non riesco a fermare. Non voglio piangere, voglio essere forte, ma non posso. Non riesco più a controllarmi. Mi alzo, corro verso la porta, sperando di vedere davvero loro. E infatti, quando la apro, sono lì. I miei genitori.
Mi avvicino, ma non riesco a toccarli. Mi sembrano irreali, come se fossero fantasmi. I loro volti sono pallidi, ma in qualche modo vedo un barlume di vita nei loro occhi. "Mamma, papà, siete davvero voi?" urlo, mentre le lacrime continuano a scorrere. Corro verso di loro, ma non riesco ad abbracciarli. La mia mano li attraversa, come se non fossero mai esistiti.
La voce di mia madre è dolce, ma triste, quando mi dice: "Non puoi stare qua, un giorno la mia bambina verrà a trovarci." Mi guardo intorno, confusa. "Mamma, ma la tua bambina sono io!" Le parole mi escono dalla bocca con difficoltà. Non riesco a fermare la disperazione che cresce dentro di me. La mia mente è in subbuglio. "Non è possibile, non può essere successo davvero!"
Eppure, papà mi guarda, e con una voce che non avevo mai sentito prima, mi dice: "Come puoi dire una sciocchezza del genere! Non sei tu nostra figlia!" In quel momento, il mio mondo crolla. Come possono dire questo? Come possono non riconoscermi? Sono loro, i miei genitori, quelli che mi hanno cresciuta, che mi hanno amato. Cosa è successo? Perché mi stanno trattando come una sconosciuta?
L'atmosfera si fa pesante. Mio padre e mia madre iniziano a ridere, ma non è una risata normale. È una risata strana, distorta, che fa tremare le finestre. Io resto paralizzata, il cuore che mi batte forte nel petto. Non posso credere a ciò che sto vedendo. Sono i miei genitori, ma non sono più loro. La verità mi travolge: non mi riconoscono. Non sono più quelli di un tempo.
Crollo a terra, le lacrime che non smettono di scorrere. Urlo, ma la mia voce è spezzata dalla disperazione. Come posso affrontare tutto questo? Come posso vivere in un mondo dove nemmeno i miei genitori mi riconoscono?
Mia madre, dopo un lungo silenzio, si avvicina a me, mi solleva la testa con delicatezza, e mi guarda negli occhi. "Sei tu." La sua voce è tremante, ma dolce. Mio padre si gira di scatto, i suoi occhi pieni di shock. "O mio Dio, Kara, sei veramente tu!" Il mio cuore salta nel petto. Le parole che tanto avevo atteso, finalmente. Ma non sono sicura di come sentirmi. La gioia si mescola alla confusione.
"Cos'è successo? Perché mi avete lasciato? Perché mi avete abbandonati?" chiedo, disperata.
Mia madre mi guarda con uno sguardo triste. "Non ti abbiamo abbandonata. Siamo andati a lavorare, ma l'aereo ha perso quota e... è schiantato. Non siamo riusciti a tornare da te, Kara. L'unica cosa che volevamo era ritrovarti. Perché il nostro spirito è rimasto intrappolato qui, senza memoria. Poi, quando ti ho visto piangere, tutto è tornato. Ho ricordato i momenti in cui tornavi a casa piangendo perché nessuno ti voleva. Ti trattavano male, ti facevano sentire un peso."
Le parole mi trafiggono il cuore. Non sono riuscita a dire nulla, eppure so che il dolore che sento non è solo mio. È il loro dolore, il dolore di non essere riusciti a proteggermi.
"Mamma," continuo, "mi succedono cose strane. Vedo un'ombra che mi parla. Non riesco a controllarmi. Cosa sta succedendo?"
Ma prima che mia madre possa rispondere, una sagoma nera appare nella stanza. Ha il volto sfigurato e gli occhi rossi, come il diavolo. Non so cosa sia, ma mi fa paura. Prima che possa fare qualsiasi cosa, la sagoma prende mio padre e mia madre e li rinchiude in una sorta di bolla invisibile, che li separa da me. Non posso più sentire la loro voce. Non posso più raggiungerli.
"Cosa gli stai facendo?" urlo, ma non ottengo risposta. Penso che tutto questo sia un sogno, ma so che non lo è. Non sono pazza, e non mi fermerò. Voglio sapere cosa succede, voglio sapere la verità.
Provo a toccare la sfera, ma non faccio in tempo. La sagoma nera mi guarda e mi dice, con una voce che fa gelare il sangue nelle vene: "Se provi a intrometterti, ti ammazzo!" E poi sparisce.
Non ho paura. No, non mi fermerò. Ho bisogno di capire. Ho bisogno di scoprire cosa sta succedendo. La verità è che non posso più ignorare ciò che accade dentro di me. La mia mente è un caos, ma so che c'è qualcosa che devo fare. Non posso rimanere con le mani in mano.
Mi guardo intorno. La sagoma nera è ancora lì, ma ora è scomparsa. Non posso fermarmi adesso. Devo trovare l'ombra del manicomio. So che se qualcuno ha delle risposte, è proprio lui. Non so cosa mi dirà, ma so che devo scoprirlo al più presto. Devo riuscire a trovarlo, in qualche modo.

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La sconosciuta
ParanormalKara è una ragazza che vive da sola, convinta di essere come tutte le altre. Ma un giorno, una misteriosa telefonata cambia la sua vita per sempre. Scoprirà di non essere umana come pensava, e quella voce enigmatica al telefono le rivelerà la verità...