Capitolo 1

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Durante tutta la mia vita sono stata assillata dal pensiero dell'università. Scegli l'università giusta, pensaci bene, è un cambiamento che segnerà la tua intera vita, mi dicevano. La cosa che nessuno invece sa è che fin da piccola ero già convinta dell'università di cui avrei fatto parte: Yale. 

Per me non è una semplice università, è come se fosse la parte mancante della mia anima, che è andata persa quando mio padre è venuto a mancare dieci anni fa.Un giorno, mentre tornava da lavoro, un camion ha fatto sbandare la sua auto. L'impatto è stato per lui letale e non potrò mai più dimenticare la voce triste e debole di mia mamma quando mi disse "Ivy, papà è morto mentre tornava a casa". Abbiamo passato quell'intera notte a piangere e a dirci quanto ci mancasse il nostro grande eroe. Ancora oggi ci ripenso e a volte le lacrime mi rigano le guance al solo pensiero. Mi manca troppo.

La sua morte mi ha fatto desiderare di potermi riavvicinare a lui, e se c'è un modo per farlo è proprio frequentare Yale. Questo perché anche mio padre lo ha fatto, ma non è riuscito a laurearsi perché la sua famiglia non poteva permettersi le tasse universitarie in quel momento. Io invece voglio impegnarmi fino in fondo per raggiungere l'obbiettivo che papà si era posto ma che non ha raggiunto. Voglio rendere mia madre fiera di me,voglio essere fiera di me stessa.

Fra una settimana esatta calpesterò l'erba del parco dell'università e sarò una matricola. Non posso ancora crederci. Quando è arrivata la lettera da parte dell'università, mia madre si è messa a piangere ed ha iniziato a chiamare tutti i nostri parenti per avvisarli che ce la avevo fatta, ero entrata a Yale. La mia felicità in quel momento era alle stelle, avevo ottenuto la possibilità di realizzare il mio sogno e non vedevo l'ora di iniziare a sognare.

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Oggi è il mio primo giorno di università a Yale. Sento l'ansia correre nelle mie vene e tento di placare questa sensazione facendo una doccia calda. Mi lavo lentamente i capelli con il mio shampoo alla mela verde, come se questo atto potesse in qualche modo scacciare tutto il mio nervosismo. Quando esco dalla doccia applico un sottile strato di mascara sulle mie ciglia e mi infilo dei jeans blu e una camicetta a fiori. Questo è un giorno importante e so che i sentimenti  affioreranno non appena metterò piede nel campus. Spero solamente di non mettermi a piangere davanti alla mia futura coinquilina perché altrimenti dovrei spiegarle cosa è successo dieci anni fa, e non mi sembra il caso di raccontare la storia della mia vita ad un'estranea. O almeno io non sono fatta così.

"Ivy dobbiamo andare! Hai il corso di immatricolazione fra meno di 40 minuti!"

"Arrivo mamma!" rispondo. Mi guardo un'ultima volta nello specchio prima di scendere le scale, quasi rischiando di inciampare sull'ultimo gradino. 

Sfortunatamente viviamo a 30 minuti di distanza da Yale, quindi non ho nemmeno il tempo di fare colazione, spero di riuscire a prendere qualcosa al bar dell'università o in una macchinetta. 

Prendo le mie valigie e le carico nel bagagliaio, poi mi siedo nel sedile del passeggero. Mia madre si siede, si allaccia la cintura e sospira, come per dire "anche questo giorno è arrivato". Usciamo dal vialetto e partiamo verso il luogo che mi cambierà la vita. 

Durante il tragitto vedo un boschetto a pochi chilometri di distanza dalla mia casa. Ci andavo molto spesso assieme alla mia amica Christina quando ero piccola. Ci incontravamo davanti a casa mia e poi percorrevamo la strada in bicicletta fino a che arrivavamo in questo piccolo bosco che noi chiamavamo "L'oasi delle fate". Me lo ricordo come fosse ieri. In mezzo a quegli alberi ho fatto le migliori abbuffate di lamponi della mia vita.

Dopo mezz'ora siamo arrivate nel parcheggio del campus, e mia madre non riesce a trovare nemmeno un posto libero.

"Scendi qui, io ti raggiungo dopo" mi dice.

Mi incammino verso la sala in cui si terrà il corso di immatricolazione. Per fortuna ho una piantina del campus, altrimenti mi sarei persa dopo aver oltrepassato il cancello.

Arrivo alla sala, che è piena di studenti che parlano, mangiano e ridono. Trovo un posto libero vicino ad una ragazza.

"Ciao.. sono Ivy"

"Piacere Sophia!" 

Continuiamo a parlare del più e del meno e scopro che abbiamo delle cose in comune: anche a lei piace leggere, anche lei è single e anche lei non ha la più pallida idea di dove si trovi il suo dormitorio. 

"Buongiorno matricole! Io sono il professor Johnson e insegno letteratura inglese. Ora vi darò qualche indicazione per sopravvivere dentro a questa università in cui regna il caos."

Dopo averci assegnato le camere, dato le chiavi e augurato un grande in bocca al lupo a tutti, lascia la stanza. Lo faccio anche io ma improvvisamente non trovo più Sophia, né vedo mia madre.

Tento di trovare comunque il mio dormitorio, in fondo non deve essere proprio impossibile. Giro a sinistra e cammino lungo un marciapiede di pietra. Vedo una grande insegna con su scritto "dormitori" e quindi vado in quella direzione.

Apro una porta e salgo una rampa di scale, ma non guardo dove metto i piedi e vado a sbattere contro qualcosa di duro, è un ragazzo.

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Ciao ragazze! Questo è il primo capitolo della mia primissima storia.. ditemi cosa ne pensate :) aggiornerò fra un po' di giorni.

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