5.

334 11 3
                                    

Dolore.
Provai un dolore lancinante al polso destro.
Per non atterrare bruscamente usai il braccio destro per attutire la caduta.
Mossa sbagliata.
Un ringhio di dolore mi oltrepassò.
Il polso destro mi faceva -davvero- male.
Suonò una campanella, che indicava l'inizio delle lezioni.
Ero davanti all'ingresso, a terra, con il polso destro dolorante chiuso dalla mano sinistra.
Ragazzini e ragazzine mi passavano quasi sopra, per andare nelle rispettive classi.
Tutti mi fissavano, bisbigliavano ai propri compagni, ma nessuno si preoccupò di vedere cosa avessi.
Fissavo il contenitore dall'altra parte del corridoio.
Quando vidi una mano raccoglierlo.
Era un ragazzo, di terza, credo.
E aveva in mano la mia crostata.
Scrutò il contenitore, e poi mi notò.
Mi fissò negli occhi con uno sguardo dolce.
Io abbassai lo sguardo.
Sentivo che mi fissava.
Dopo qualche secondo venne da me, ancora seduta perterra, si abbassò e chiese "è tuo, questo?"
Aveva una voce vellutata, e il suo alito profumava di dentifricio.
Sapevo che se avessi aperto bocca, mi sarei messa a piangere come una disperata, così mi limitai a fare cenno di "si" con la testa.
In un attimo il corridoio si svuotò, e rimanemmo soli.
Sentii la voce di Carla, ma non capivo da dove stesse parlando.
"Che fate voi due la per terra? Le lezioni sono iniziate!" urlò lei.
"La ho trovata qua, per terra, credo si sia fatta male.." disse lui.
Aveva davvero una bella voce.
Mi presi un momento per osservarlo meglio.
Aveva i capelli biondissimi e gli occhi azzurri.
Mi fissava preoccupato.
"È davvero bello", pensai.
Il dolore al polso si fermò per un attimo, ma ricominciò subito a pulsare, più forte.
Il dolore cresceva.

Adolescienza straziante.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora