Mi sveglia improvvisamente con uno sbalzo
Jennifer mi stava scuotendo per cercare di svegliarmi
Erano le sette, era tardi, dovevamo andare a scuola e io non ero pronta. Volevo dormire ancora, dimenticare per un altro po' tutti i problemi
Ma ormai ero sveglia, tanto valeva prepararsi e subire tre ore consecutive di italiano, una di inglese e una di matematica
Mi preparai di corsa. Non potevamo perdere l'autobus delle sette e mezza
Il successivo sarebbe passato troppo tardiIo e Jennifer salimmo sull'autobus e ci sedemmo in fondo
Io dal lato del finestrino
Appoggiai la testa al finestrino e chiusi gli occhi sperando in vano di svegliarmi da un brutto sogno una volta riaperti
Ma niente.Scendemmo dall'autobus dopo dieci minuti passati in silenzio
-"Come stai oggi?"- mi chiese Jennifer timorosa, forse aveva paura che le avrei risposto male, anche se mi dispiace, lo faccio spesso quando sono di cattivo umore per via dei miei genitori.
-"Male. Non voglio tornare a casa ma conoscendo mia madre farà qualcosa di affrettato e stupido oggi siccome ieri non sono tornata a casa. Non voglio che ti faccia qualcosa, non me lo perdonerei mai."- dissi, con la testa bassa
-"Potrebbe anche picchiarmi, per te subirei."- disse sorridendomi
-"Tranquilla Jenny, tanto prima o poi dovrò tornare a casa, ce la farò"- dissi ricambiando il sorriso
La campanella suonò e noi entrammo insieme a tutti gli altri studenti
Ci sedemmo al nostro banco, una di fianco all'altra, fingendo di seguire le lezioni, quando invece entrambe eravamo immerse nei nostri pensieri. Jenny stava cercando un modo per convincermi ad andare da lei, mentre io stavo cercando un modo per dimenticare tutto almeno per un po'
Durante la ricreazione Jenny ci provò di nuovo
-"Sicura di non voler venire da me?"- disse
-"Si Jenny, tranquilla"-
-"Dai, facciamo venire anche Chiara e Rosa, magari facciamo i compiti insieme, oppure guardiamo un film, oppure.."- iniziò a dire speranzosa, ma io la interruppi
-"Jennifer! Ti ho detto di no! So cavarmela da sola!"- dissi, gridandole contro
Lei mi guardò, piena di tristezza, e senza dire niente si alzò e uscì dall'aula sotto lo sguardo sbarrato degli altri. Mi avevano sentita gridare
Mi resi subito conto di aver sbagliato, lei voleva aiutarmi, ma decisi comunque di aspettare che Jenny tornasse per chiederle scusa. Di lì a poco sarebbe suonata la campanella per la fine della ricreazione e l'inizio della terza ora
Quando la campanella suonò Jennifer non era ancora tornata, non era da lei, perché anche se era arrabbiata, o triste, non si sarebbe mai persa una lezione, voleva rendere fieri i suoi genitori. Dovevo averle fatto molto male.
Decisi di andare da lei e quando la prof di italiano entrò in classe le chiesi gentilmente di andare in bagno-"Signorina, la ricreazione è appena finita! Potevi andare prima in bagno!"- rispose acida la prof
-"Ma prof, la prego, ne ho bisogno"- dissi, cercando di nascondere la rabbia
-"Siediti, andrai dopo."- disse decisa
A quel punto esplosi
-"SENTITE PROF, HO UN SACCO DI PROBLEMI A CASA E HO APPENA GRIDATO CONTRO LA MIA MIGLIORE AMICA CHE CERCAVA SOLO DI AIUTARMI"- dissi indicando il posto a fianco a me -"POSSO ANDARE IN BAGNO DA LEI PER FAVORE"- completai, cercando di calmarmi
-"Oh.. Jennifer.. S-si, vai pure"- disse balbettando
Non se lo aspettava, ma io dovevo andare dalla mia migliore amica, e subito.Uscì dall'aula correndo, per raggiungere il bagno più in fretta
Appena entrai in bagno, sentì dei singhiozzi-"Jenny?"- dissi. Volevo assicurarmi che fosse lei
I singhiozzi cessarono momentaneamente per poi riprendere alcuni secondi dopo
Da questo capì che era lei-"Sono io"- dissi ancora, avvicinandomi alla porta del secondo bagno, l'unica chiusa
Cautamente aprì la porta, trovando Jennifer seduta per terra che piangeva
I bagni erano abbastanza grandi, quindi entrai perché in due ci stavamo dentroMi accovaccia vicino a lei e presi il suo viso tra le mani
Aveva gli occhi rossi e gonfi e sapere che era colpa mia mi faceva stare male
-"Lo so, lo so, scusa. Tu cercavi di aiutarmi e io ti ho trattata male. Non sono venuta subito a parlarti perché aspettavo che tu tornassi dal bagno, poi ho gridato contro la prof perché non voleva farmi venire ed ora eccomi qui. Mi dispiace e mi si stringe il cuore vedendoti così. Io non volevo. È che quando succede qualcosa con i miei non ci vedo più dalla rabbia. Potrebbero essere bravi genitori, con un matrimonio che funziona, ma loro hanno scelto di no, e pensare questo mi distrugge."- dissi, asciugandole le lacrime
Smise di piangere e mi sorrise
Ci alzammo in piedi e l'abbracciai
-"Sei una stronza, ma ti voglio bene"- disse sulla mia spalla
La strinsi più forte e dopo circa un minuto uscimmo da bagno e tornammo in classe
La giornata finì abbastanza in fretta. Io e Jenny stavamo progettando una giornata al fiume per il sabato successivo
Avevamo pensato a tutto
Avevamo deciso di andare subito dopo la scuola, con uno zainetto pieno di roba da mangiare e da bere e con due teli da stendere ai bordi del fiumeNon me ne ero neanche accorta, ma grazie a Jenny avevo smesso di pensare ai miei
Uscimmo da scuola allegramente.
Guardavo Jenny, sorrideva
All'improvviso il suo sorriso si spense e si bloccò
All'inizio non capì perché, ma quando mi girai tutto mi fu chiaro.
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Hard Life.
RandomPaola è una ragazza di 16 anni, in rotta per i 17, che ha una vita diversa da quella di tutte le altre. È caratterizzata da difficoltà continue, a partire da problemi banali come quelli con i ragazzi, fino ad arrivare a problemi più gravi come quel...