L'ingannatore II

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"Più di trent'anni in polizia e non avevo mai visto una cosa del genere" sborbottò il capo della polizia.
"Mi aspettavo un riscatto quando sono sparite le ragazze, ma tutte le volte, ci è stato fatto ritrovare un cadavere" Gibs McNamara era agitato, si muoveva nervosamente per la stanza maledicendo quell'SI che stava mandando in fumo la sua possibilità di andare in pensione senza scandali. Che ne sarebbe stato della sua reputazione se si fosse ritirato dal servizio con un serial killer a piede libero?
Rossi stava guardando i rapporti " non è in cerca di denaro, ma di attenzione. Il modo in cui posiziona le vittime, come fa rivenire i cadaveri..."
Arricciò le labbra ripensando a quanto avessero sofferto le ragazze.
Hotch cercò di elargire ordini sotto forma di consigli a McNamara per non sminuire il lavoro fatto fino a quel punto, ma c'erano molte cose nelle indagini che erano state gestite con superficialità e se i corpi erano stati trovati a distanza di una settimana l'uno dall'altro quello voleva dire che ne sarebbe spuntato fuori presto un altro.
Hotch prese il telefono e pigiò un tasto delle chiamate rapide.
"Qui Penelope Garcia al tuo servizio" la voce del tecnico informatico squillò allegramente attraverso la cornetta, felice di poter essere di aiuto.
"Penelope ho bisogno che mi controlli una cosa"
"Certo. Dimmi tutto Hotch"
"Devi cercami tutte le denunce di scomparsa di ragazze tra i 20 e i 25 anni di età fatte nell'ultima settimana"
"Mi metto subito a lavoro. Passo e chiudo"
La telefonata terminò bruscamente, riagganciata dal tocco della penna sbarazzina di Garcia. Come sempre il tempo era un lusso che non si potevano permettere.

"Così ragazzina sei un'esperta di comunicazione non verbale?"
Tj lo scrutò per qualche secondo e poi annuì. Teneva la testa bassa, non voleva, involontariamente, fare l'analisi a Morgan, sapeva che era sbagliato superare quella linea con amici e colleghi.
"Cioè tu puoi capire quando una persona mente dalla sua espressione?"
"Lo fate anche voi se non sbaglio"
"Si, ma nel momento in cui abbiamo un profilo, tu riesci a farlo basandosi solo su dei micro movimenti del corpo giusto?"
"Non è così straordinario come sembra" sorrise amaramente.
Dopo qualche minuto di silenzio Tj alzò gli occhi su Morgan e lo sorprese a guardarla.
"Non mi starai mica facendo il profilo?"

Prentiss era al volante del suv di servizio. Con la coda dell'occhio cercava di sbirciare Reid che però era rivolto verso il finestrino. Aveva il mento posato sul palmo della mano, l'aria pensierosa, la mente che macchinava pensieri su pensieri che per poco a Prentiss non parve di sentire il rumore dei meccanismi del cervello di Reid in funzione.
"Reid ne vuoi parlare?"
Poi come se si fosse appena svegliato da un lungo sonno Spencer scrollò le spalle facendo finta di nulla.
"Di cosa?"
Emily odiava chi sviava l'ovvio, la obbligava a prendere una strada indiretta, una strada che non doveva lasciare spazio ai fraintendimenti, oppure avrebbe dato una via di fuga al suo interlocutore. Non era facile specialmente se si trattava di Reid. Lei era una diretta si doveva ricordare di aver tatto.
Sospirò.
"Del fatto che abbiamo un nuovo agente"
"Penso sia fantastico" rispose senza entusiasmo.
"Che convinzione" tagliò corto Emily e Reid ne approfittò per far cadere il discorso.
Quando arrivarono dal medico legale trovarono i corpi delle tre ragazze stese sui tavoli dell'obitorio.
Erano stati ricoperti con i classici teli bianchi.
"Sono l'agente speciale Emily Prentiss e questo è il dottor Reid" Emily scambiò una stretta di mano con il medico, una donna di mezz'età, paffutella e con i capelli arruffati.
Reid si era avvicinato silenziosamente ai tavoli e aveva scoperto, con un gesto rapido della mano, i corpi macellati e sottoposti all'autopsia.
"Cos'ha rivelato il tossicologico?" Chiese senza staccare gli occhi dal ventre della prima vittima.
"Tossicologico pulito per tutte le ragazze. Però..." Gli indicò con il dito le ferite "abbiamo trovato residui di una sostanza strana sui bordi delle ferite"
Reid osservò attentamente poi si Spostò velocemente verso il tavolo di ferro prendendo uno stecco con del cotone sulla punta.
"Posso vero?"
La donna annuì guardando Prentiss in cerca di risposte, ma Emily sapeva che in quei casi l'unica cosa da fare era aspettare.
Dopo aver preso un campione chiese:"avete per caso una lampada Wood?"
"S-si, aspetti gliela prendo subito"
Quando sottoposero la sostanza ai raggi ultravioletti questa emanò una fluorescenza.
"La fluorescenza" cominciò Reid "è la proprietà di alcune sostanze di riemettere ,nella maggior parte dei casi a lunghezza d'onda maggiore e quindi a energia minore, le radiazioni elettromagnetiche ricevute, in particolare di assorbire radiazioni nell'ultravioletto ed emetterla nel visibile. Una radiazione incidente" indicò lo strumento chiamato lampada Wood "eccita gli atomi della sostanza fluorescente, promuovendo un elettrone a un livello energetico meno legato, più energetico e quindi più "esterno". Entro poche decine di nanosecondi, l'elettrone eccitato torna al livello precedente in due o più fasi, passando cioè per uno o più stati eccitati a energia intermedia. Tutti i decadimenti tranne uno sono, di solito, non radiativi, mentre l'ultimo emette luce a lunghezza d'onda maggiore rispetto alla radiazione, questa luce è detta fluorescenza."
La dottoressa era confusa e allo stesso tempo meravigliata dal l'intelligenza e il sapere di quel giovane ragazzo.
Emily si avvicinò a Reid e gli sussurrò " Ti sei sfogato?" Gli sorrise, mentre Spencer si sentì un po' più a suo agio.

"Non ti sto facendo il profilo tranquilla. Per quanto possiamo cerchiamo di non studiarci a vicenda anche se delle volte viene involontario, anche se delle volte vorremmo per cercare di aiutare"
"Siete molto affiatati come squadra"
Morgan sorrise. " ne abbiamo passate tante insieme, siamo una famiglia oltre che colleghi"
"Siete molto fortunati. Vi invidio"
Morgan poggiò una mano sulla spalla di Tj che si ritrasse involontariamente.
"Scusa. Non volevo..."
"Non fa niente. Non è colpa tua" e si massaggiò l'avambraccio cercando di sfuggire agli occhi preoccupati di Morgan.
Parcheggiarono la macchina davanti ad un cinema.
"Che ci facciamo qua?"
"La seconda vittima, Kate Miller era una maschera, addetta alla sala del cinema"
"Interessante. E noi ora dovremmo interrogare colleghi e datore di lavoro per scoprire qualche possibile collegamento tra le vittime?"
"Io faccio le domande te osserva e fa ciò che sai far meglio scova ogni tipo di indizio, bugia o alterazione della realtà"
"Ho capito. Sono pronta"

Criminal minds || HURTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora