L'ingannatore

924 46 5
                                    

Annalise camminava per le strade di Washington. Aveva appena finito il turno alla tavola calda. Era abbastanza soddisfatta della serata aveva racimolato abbastanza mance per comprare un po' di carne per la sera seguente. Odiava quel lavoro, ma almeno aveva di che vivere. La divisa che Clay, il suo capo, faceva indossare alle cameriere era un insulto al genere femminile. Mentre camminava stringeva a sè la borsa, era un quartiere tranquillo quello, ma la prudenza non era mai troppa e se avesse perso la divisa Clay gliel'avrebbe fatta ripagare.
Era quasi a casa quando in un vicolo sentì una voce di donna emettere strani versi. Si affacciò nella stradina parzialmente illuminata, ma non vide niente. Fece un passo in avanti per essere sicura, quando venne spaventata da un gatto che piombò sul coperchio di un cassonetto.
"Mi hai spaventata a morte" disse al gatto che corse via rapidamente. Si girò sicura che la stanchezza le avesse giocato un brutto scherzo quando lo risentì. In lontananza, nella parte meno illuminata della strada qualcosa si mosse. Annalise si avvicinò stringendo sempre più forte la cinghia della borsa poi lo vide un uomo stava cercando di violentate una ragazza. Nonostante la statura minuta, nonostante la scarsa forza Annalise cercò di tirar via l'aggressore, urlando, graffiando.
"Aiuto! Aiuto!" Gridava senza sosta, ma nessuno accorse.

"Il compito più difficile nella vita è quello di cambiare se stessi. Nelson Mandela" (Spencer Reid)

Tj entrò nella caffetteria all'angolo della via principale. Era un locale affollato, ma il caffè valeva ogni minuto passato in coda.
"Salve" la ragazza alla cassa le sorrise.
"Doppio caffè, senza zucchero e senza schiuma?"
Tj adorava che la cameriera al bancone sapesse i suoi gusti, si sentiva come una di quelle protagoniste delle serie TV.
"Grazie"
Mentre attendeva la sua carica di energia liquida pagò e si sedette al tavolo vicino alla finestra.
Guardò l'orologio che portava al polso e lasciò ricadere la mano sul tavolo.
Era ampiamente in anticipo, una cosa strana per lei, ma era un giorno particolare e l'ansia non gli aveva fatto chiudere occhio.
Grazie a Dio esiste il correttore per occhi pensò quella mattina quando si guardò allo specchio.
Qualcuno urlò il suo nome segno che il suo caffè la stava attendendo al bancone.
Lo prese stando attenta a non scottarsi, ma nel farlo non stette attenta alle persone che la circondavano così urtò il povero mal capitato.
"Oddio, mi scusi!" Si affrettò a dire, sperando che chiunque fosse non se la fosse presa troppo.
"Non fa niente" disse il ragazzo controllando la camicia.
"Spero di non averla macchiata, nel caso mi prendo la responsabilità di fargliela pulire" disse quella frase così velocemente che si dimenticò che non tutti erano abituati a quel ritmo.
Quando guardò il ragazzo per poco non gli venne un colpo. Era il dottor Spencer Reid e lei lo aveva quasi ustionato.
"Davvero non si preoccupi" era sincero. Le fece un sorriso, ma c'era qualcos'altro nel suo sguardo, qualcosa che in quel momento Tj non riuscì a decifrare forse per l'imbarazzo del momento, così prese il suo caffè che aveva appoggiato sul bancone e uscì di tutta fretta per sottrarsi a quella situazione.

Quando i membri dell'unità di analisi comportamentale si radunarono nella sala conferenze non trovarono nè JJ ad aspettarli, nè Hotch a dirigere la squadra.
"Qualcuno sa dov'è Hotch?" Chiese Morgan sedendosi comodamente sulla poltrona.
Prentiss aveva l'aria stanca e si limitò ad alzare le spalle.
"Penso che stia aggiornando insieme a JJ il nuovo acquisto dell'unità"
Lo disse in modo così naturale, che quasi si stupì della reazione dei colleghi. Spencer, Morgan e Prentiss lo guardarono incuriositi.
"Che c'è?" Domandò.
"Perché non ne sapevamo nulla?" Chiese riluttante il dottor Reid.
"Perché è stata una cosa improvvisa. Non penso si sia proposta per il colloquio, penso che sia stata JJ a candidarla a sua insaputa"
Spencer aveva un'aria crucciata, eppure aveva sentito JJ la sera prima, avevano mangiato qualche volta insieme e mai gli aveva accennato qualche cosa a riguardo. Si sentiva un po' offeso, non si fidava di lui?
"Non te la prendere ragazzino, sicuramente JJ avrà avuto i suoi buoni motivi per non dirci niente"
Dopo poco irruppero nella stanza sia Hotch che JJ che per primo guardò Spencer, si posizionò davanti allo schermo pronta a dare i dettagli del nuovo caso alla squadra, ma prima di iniziare fece cenno a qualcuno di entrare. Quando la ragazza entrò i membri del gruppo la squadrarono da cima a fondo. Non sapevano bene cosa si aspettassero, ma sicuramente non quello, specialmente Spencer.
"Questa è Tj, farà parte della squadra. È un'esperta della comunicazione non verbale. Questo è tutto quello che vi serve sapere per il momento"
Tj era rimasta immobile sulla soglia della porta, aveva un paio di jeans neri e una maglia rossa con il logo degli imagine dragons stampato sopra, un abbigliamento molto diverso dai suoi nuovi colleghi. I lunghi capelli corvini le arrivavano sotto il seno, aveva occhi grandi di ghiaccio e qualche lentiggine che le ricopriva il naso e le guance.
Spencer la riconobbe subito, e storse la bocca. Ahi pensò Tj, era infastidito. Buon inizio.
"Benvenuta" disse Morgan alzandosi e andandole a stringere la mano.
Poi fu il turno di Rossi e Prentiss, mentre Reid si limitò ad un rapido gesto del capo che gli fece guadagnare un'occhiataccia da Prentiss.
JJ fece un respiro e comincio ad illustrare il caso.
"Washington. Tre vittime. Lyanna Louis 23 anni ritrovata tre settimane fa. Kate Miller 25 anni due settimane fa e l'ultima Joan Pittson, stessa età di Kate Miller. Tutte le vittime sono state torturate, accoltellate ripetutamente al ventre e lasciate morire dissanguate"
I membri presero i fascicoli del caso e cominciarono a guardare le foto delle scene del crimine e i resoconti della polizia.
"Non è tutto" continuò JJ.
" Le vittime sono state spogliate e rivestite con abiti puliti. Tutte le donne facevano lavori in cui era richiesta una divisa, una tenuta da lavoro e quelli sono stati gli indumenti con cui l'SI le ha volute far ritrovare."
Spencer stava analizzando le foto con attenzione.
"I corpi sono stati ritrovati in posa. Il braccio destro sollevato e... Oh accidenti."
"Che cosa?" Chiese Emily.
Ma Reid era ancora concentrato sulla foto e la rigirava per vedere più dettagli.
"Reid che cosa hai visto?"
Lo incalzò Rossi.
"C'è uno schema nelle coltellate. Guardate." Indicó la pancia della vittima.
"È un numero?" Chiese Hotch.
Tj prese la parola senza pensarci.
"È un numero romano, il numero..." Fece una pausa scioccata. Deglutì a fatica e poi terminò la frase.
"È il numero 10"
"Siamo di fronte ad un serial killer che opera sul territorio da molto tempo, ha un modus operandi discreto, zone residenziali ad alto rischio" Rossi era sconcertato nonostante facesse quel lavoro da molto tempo.
"Deve usare qualche escamotage per attirare le sue vittime, vista la zona, ma guardate, ci sono segni evidenti di difesa. Le ragazze hanno lottato. Con l'escamotage avrebbe potuto evitare che opponessero resistenza, eppure... " Tj era entrata in modalità osservatrice.
"Gli piace che le sue vittime lottino. È un sadico"
Il gruppo la guardava stupita e contenta di aver acquisito un valido membro.
"Emily e Reid dal medico legale. JJ alla stampa, cerchiamo di non dargli troppa attenzione. Nessun soprannome, nessuna pubblicità ai luoghi del delitto. Morgan e Tj andate a parlare con i datori di lavoro delle ragazze, sentite le famiglie, scoprite se in qualche modo c'è un collegamento tra loro. Rossi ed io andremo alla polizia, ci hanno messo tre settimane per chiedere il nostro aiuto, non penso siano contenti che ci immischiamo nella loro indagine."
I gruppi si formarono e gli agenti partirono per fare il proprio lavoro, ma non prima che Spencer potesse squadrare la nuova ragazza.

Criminal minds || HURTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora