CAPITOLO 14-TUTTO FINISCE

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Ormai quei due giorni erano passati.
Erano passati nel migliore dei modi: abbiamo fatto l'amore, abbiamo scherzato, ci siamo divertiti...senza pensare a quello che sarebbe dovuto succedere dopo.
Ma ora era il momento.
Tutto finisce.
Anche le cose brutte.
Solo che quelle belle, finiscono prima purtroppo.
Questa è una cosa brutta ed ho paura che finirà fra tanto, troppo tempo.
Così tanto tempo che ormai la nostra storia sarà solo un vago ricordo.
Ho paura di questo.
Quando una persona diventa molto importante per me, così importante da non poterci vivere senza, ho sempre paura di perderla, oppure che non sia ricambiato abbastanza questo sentimento.

"Mi accompagni all'aereoporto, vero?" Domandó Paulo con tono triste.
"S-si." Balbettai.
"Ehi..." Cercó di confortarmi lui.
"No è che, non voglio perderti, non voglio che tu vada a Palermo e ti dimentichi completamente di me, ho paura Paulo, ho paura." Dissi tutto d'un fiato gesticolando.
"Non mi dimenticherò mai di te...come potrei? Non riesco nemmeno a pensarci." Disse mettendomi una mano sulla schiena e accompagnandomi fuori dalla porta.

Arrivammo all'aereoporto ed io avevo già un nodo in gola e per sciogliero c'era solo un modo.
Piangere.
Piangere era tutto quello che volevo, e potevo, fare in quel momento.
Piangere di sicuro non risolve le cose, ma mi serve per sfogarmi quando non posso fare altro, quando non ci sono altre soluzioni.

"D-devo fare il check in." Disse sul punto di piangere.
Non voleva piangere, non voleva farlo, perché sapeva che poi io mi sarei unita a lui, ma in quel momento non poteva far altro che piangere e abbracciarmi.
Mi abbracciava, mi baciava, mentre le lacrime rigavano il suo viso, e di conseguenza il mio.

"Ehi, ce la faremo, ci rivedremo, lo so.
Appena posso torno a Laguna Larga e poi, ogni tanto, quando non devi studiare, tu puoi venire a trovarmi a Palermo, giusto?"
Mi limitai ad annuire.

Le sue mani strinsero le mie per l'ultima volta e se ne andò.
Si girava, qualche volta, per vedere se fossi ancora lì ad osservarlo e si, ero ancora lì.
"TI AMO!"  Urlai.
Si girò verso di me, sorrise, e scandí labialmente un 'anch'io'.

Osservavo  il suo aereo decollare dall'interno dell'aereoporto mentre le lacrime sgorgavano dai miei occhi senza fermarsi mai, sembrava fossero infinite.

Ora ero sola.
Di nuovo.
Terribilmente sola.

La mia JOYA più grande. ↭Paulo Dybala↭Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora