Alla morte della madre, Patrick lascia l'Italia e segue a San Francisco il ragazzo di cui si è innamorato. È felice, ha l'amore e un pianoforte da far cantare con le sue composizioni. Che cosa potrebbe desiderare, di più?
Poi tutto precipita.
L'amor...
Era la notte del suo riscatto, della sua rinascita. Perché Jessica l'abbandonava proprio adesso? Era la sua musica a farla soffrire, ancora una volta? Non poteva essere che così.
Si guardò le mani, slanciate e pallide al chiarore della luna.
«Se ho fallito, se lei non mi vuole più, la colpa è solo vostra» le accusò.
Ti sorprendi? Le tue, sono mani di assassino, cantilenò il mare.
«No, sono mani di pianista.»
Dov'è la differenza?
«Jessy la conosce... L'ha sempre conosciuta» Serrò i pugni con un brusco sospiro. «Nonostante tutto, amava la mia musica e altro non mi è rimasto, ormai.»
Per un momento, il drappeggio del mare sciolse le sue crespe e si acquietò, in curiosa attesa. Patrick sollevò la coda del piano e nel sedersi sulla panchetta accarezzò i tasti ingialliti, il tocco leggero ma sicuro. Gettò al mare qualche appunto senza armonia, poi rincorse una nota solitaria, la legò a un'altra e vecchi ricordi gli riaffiorarono alla mente, sbocciando come fiori nella notte. Non suonò la sua musica, ma improvvisò, e l'oceano ascoltò le memorie di quel giovane che, seduto nel tremulo occhieggiare delle candele, ripercorreva lo spartito invisibile della propria vita per donarlo al vento e all'oblio.
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