8 Giugno, Roma.
Le scuole si apprestano a chiudere i battenti per la lunga pausa estiva.
Intere famiglie si accingono a far quadrare tutti gli impegni nella propria aggenda cuotidiana: saggi, ritiro pagelle, feste e cene di fine anno , certificato medico per il centro estivo, impegni lavorativi, pagare le bollette, e via di seguito.
Sono giorni particolarmente duri per i genitori e in particolare per la signora Luisa, che divorziata dal marito, si deve dividere fra lavoro e i vari impegni scolastici ed extra scolastici di suo figlio Orlando.
Orlando ha dodici anni e ha appena varcato la soglia della preadolescenza, perennemente polemico e spalmato sul divano di casa tutti i giorni, tutte le ore in tutti i minuti a chattare, fare zapping e mangiare.
La madre cinquantenne, ancora straziata dal divorzio, sfoga la sua rabbia nell' alcool e nel fumo, nonostante la sua possente statura: capelli biondi, gambe lunghe e mani sproporzionate.
Un giorno verso l' ora di pranzo, quando il sole e' piu' cuocente che mai, Luisa sta accompagnando Orlando a ritirare le pagelle; al quarto semaforo del Lungotevere scatta il rosso la macchina rossa inchioda e Orlando, ansioso per il risultato finale dell' archiviato anno scolastico, inizia a fare domande a gogo' alla madre, gia' di suo esasperata per via del caldo umido e afoso e del ritardo nel ritirare le pagelle.
" Ma se prendo voti bassi mi farai comunque il regalo per la promozione, vero? Oppure mi metti in punizione? E se vengo promosso con il massimo dei voti ? E poi chiamiamo subito papà per comunicargli la bella notizia no?! E poi..." Non fece in tempo a finire la frase che la madre inizio' ad urlare e a dimenare a destra e a sinistra:" Cosa diamine hai detto? Non nominarlo neanche quel topo di fogna che in questo momento se la sta spassando all' Las Vegas!".
Non si resero conto che pero' a vederli vi era un ragazzo che come mestiere faceva il lava vetri; un ragazzo per bene, che nonostante la sua povertà aveva un cuore d' oro.
Il giorno dopo alla stessa ora la signora Luisa passo' allo stesso semaforo ma senza Arturo che era andato a far visita al padre; cosi' Mhalabo si fece coraggio e busso' al finestrino della sgargiante auto rossa e chiese :" Mi scusi ma come mai suo figlio non c'e'? Non gli sara' successo niente di grave vero?" Il ragazzo si era preoccupato per il bambino che aveva visto essere sgridato dalla madre il giorno prima.
" Perché ? Scusi ma che problemi ha? Si faccia gli affari suoi!";E cosi' se ne ando' senza lasciargli ne' il denaro, ne' il tempo di rispondere.
Una volta a casa si rese conto di essersi comportata malissimo con il lava vetri, e capi' che non serviva sfogarsi ne' con il figlio e con la gente, e ne' con il fumo o con l' alcool, ormai cio' che e' passato e' passato bisogna passarci sopra, superarlo e cominciare una nuova vita.