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I brividi di paura iniziano a percorrere la mia spina dorsale, come sottili serpenti che sgusciano tra le vertebre, sfiorando dolorosamente le ossa, senza pietà.

L'uomo è nascosto nella penombra, sotto lo stipite della porta che porta alle camere, vietandomi di riconoscerne il volto.

La voce pare familiare a tratti, ma sono troppo spaventata per poter ragionare su possibili amici o conoscenti che hanno le chiavi di casa.

Senza aspettare che il mio cervella colleghi un qualche viso al rauco suono, afferro il primo oggetto a disposizione, un cuscino ricoperto da una federa bordò, e la lancio all'intruso.

Il tizio afferra al volo l'oggetto, imprecando, confuso. Colgo l'opportunità e ne afferro un altro, che prontamente dirigo verso il viso dell'uomo, che indietreggia , nascondendosi ancora di più nel buio del corridoio.

<<sei impazzita?!>> esclama, scioccato, schivando l'ennesimo cuscinetto.

Una seconda voce, più dolce, domanda in lontananza:<<che succede, di là?>>

Sono in due, sono veramente fottuta.

<<Andrea è probabilmente sotto effetto di droga!>> ridacchia il primo.

<<ti giuro che non ti farò nulla, forse più tardi quando sei di nuovo in te le prenderai di santa ragione, ma per adesso manterrò la calma.>> continua, avanzando lentamente con le mani avanti come per difendersi. I lineamenti del suo viso si fanno via via più facili da identificare, mentre il ragazzo esce allo scoperto, alla luce del lampadario.

<<non ci vediamo da un po', ma mi sembra assurdo che tu non riesca a riconoscermi!>> sbuffa, seriamente contrariato.

Una barba folta, un mento spigoloso e due occhi verdi come il muschio, mi scaldano il cuore.

<<Dav...>> biascico con un filo di voce, riconoscendo il volto mascolino dell'uomo di 26 anni, che sentendo il suo nome si rilassa, mostrandomi un dolce sorriso.

<<ma allora non sei del tutto fatta!>> esulta, aprendo le braccia, pronto ad accogliermi in una calorosa stritolata.

<<mi sei mancata piccolina.>> mi bisbiglia all'orecchio, mentre mi accarezza lentamente la schiena.

<<anche a me sei mancato.>> sorrido, protetta contro il suo petto muscoloso, al sicuro avvolta nel suo profumo muschiato. La sua mancanza è stato uno dei pesi più grossi che mi sono trascinata dietro nelle ultime settimane, non averlo più che gira per casa mezzo in biancheria anche alle 3 del pomeriggio, risvegliarmi alla mattina senza le sue battutine squallide. È stata davvero dura.

<<non mi sembra messa tanto male.>> commenta divertito l'altro ragazzo.

Mi sciolgo dall'abbraccio di David e subito incontro le due iridi ambrate di Samuel, sottostanti ad un casco di capelli castani che ormi li sfiorano le spalle larghe. In un battito di ciglia sono tra le sue braccia, ad inspirare la sua essenza più dolce dell'altro fratello maggiore.

<<ciao sorellina.>> mi coccola dolcemente, lasciandomi un bacio sulla fronte.

<<ciao, Sam.>> bisbiglio, lasciandomi andare ad un sorriso vero, di quelli che vengono dal cure e che non sperimentavo da settimane.

Finalmente i miei due fratelloni sono tornati dal loro viaggio di lavoro a Miami e non sarò più sola in questa maledetta città.

<<fai veramente schifo... cos'è sta roba?!>> esclama David mentre avvicina al viso dei calzini, che poco prima erano abbandonati a terra.

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