3-l'amore non fa per me

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"Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire."                       ~J. Morrison~

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Passo una mano sulla faccia, come per scacciare il sonno che non vuole proprio lasciarmi. Mi alzo con una gamba del pigiama su e l'altra bella lunga e larga che tocca terra. Mi incammino verso il bagno e mi lavo, e lavo anche i denti. Esco con l'asciugamano che circonda il mio corpo. Apro il cassetto della biancheria e prendo un paio di mutande nere con reggiseno del medesimo colore, e me lo metto. Faccio cadere l'asciugamano e mi guardo nel specchio intero....non sono messa malissimo: abbastanza alta, pelle olivastra, pancia non piatta ma neanche tanto fuori, gambe depilate e con una piccola cicatrice sul ginocchio destro....beh ero caduta! Sospiro e vado verso l'armadio per poi estrarre i leggings neri e un maglione bianco lungo, maniche lunghe e largo.
Una volta vestita prendo il cellulare e guardo l'ora: 7:22. Bene ho ancora tempo. Metto tanto mascara sulle mie lunghe ciglia per poi aspettare che si asciughi. Lascio i capelli sciolti e scendo giù, precisamente in cucina. Vedo mia madre di spalle intenta a preparare la colazione. Ed inizio ad ammirarla in tutta la sua bellezza. La pelle olivastra l'ho presa da lei ed anche i occhi marroni. Mia madre è Indiana mentre mio padre era di qui, nonché americano. "Buon giorno tesoro. Siediti ti ho preparato una tazza di caffè!" ma come ha saputo che ero qui?? Non ho fatto rumore. "Giorno mamma. Come hai fatto a riconoscere che ero lì?, beh insomma non ho fatto rumore!"
gli chiedo mentre prendo un sorso di caffè.
Si gira con un piccolo sorriso sulle labbra "Beh semplicemente ti voglio troppo bene e ti riconoscerei ovunque tu sia, sei mia figlia Veronica.". Mi alzo e l'abbraccio "Ti voglio bene anch'io, mamma." Sciolgo l'abbraccio e guardò l'ora: 7:40. Oki ora devo correre.
Prendo lo zaino, chiavi e il cellulare, per poi salutare mamma e dico di dare un bacio a papi da parte mia, per poi correre verso scuola.
Arrivo davanti alla scuola con il fiato pesante. Mi appoggio al muretto della scuola e chiudo gli occhi mentre respiro a fondo. Qualcuno va a sbattere contro la mia spalla, facendomi barcollare, e di scatto apro gli occhi e incontro un caramello che conosco già. Merda. Justin. Il battito del mio cuore accelera in una maniera incredibile e sento le gambe cedere. Ho paura. Paura che i miei sentimenti saltino fuori, ho paura che i muri che ho costruito per impedire a loro di uscire crollino proprio ora.
"Scusa non ti ho visto, è che sono in ritardo e io stavo correndo e per sbaglio ti sono andato addosso....scusa." Dice tutto d'un fiato prima di piegarsi con le mani sulle ginocchia, e inizia ad respirare a fondo.
Tiro la nuova bottiglia d'acqua, fuori, dal mio zaino per poi porgerli "Non l'ho aperta, puoi berla." dico guardando la mia mano, in cui tengo la bottiglietta. Sento il suo sguardo su di me. Poi sento sfilarmi la fredda bottiglia dalla mano.
Alzo lo sguardo e lo vedo bere l'acqua.....è dannatamente bello, ma non mio. Collo lungo e la mandibola contratta. Dio! Abbasso lo sguardo con le guance a fiamme. Me ne vado senza dire una parola. Senza riprendere la mia bottiglietta.
Dopo le prime due ore di scienze e inglese, mi incammino verso la mensa. "Veronica vieni con noi??" chiede Ella, una ragazza che frequenta i miei stessi corsi. "Ehmmm..va bene.". Avevo due opzioni: sedermi da sola e deprimermi, oppure sedermi con queste ragazze davvero simpatiche e provare a pensare ad altro. Ed io ho deciso la seconda.
Raggiungiamo un tavolo infondo e ci sediamo mettendo al cento il nostro pranzo. Inizio da mangiare la pasta che non è affatto brutta, anzi è buona. Dopo un po' alzo la testa e i miei occhi vanno subito a finire in un tavolo preciso, dove c'è una bellissima coppia che si sta baciando appassionatamente. C'è un po' di vergogna, possono anche prendere una stanza. Stringo la forchetta per poi lasciarla, e alzarmi mentre Ella e le altre ragazze mi guardano stranite.   "D-devo andare in bagno, scusate." invento la prima scusa per poi, prendendo il mio zaino, andarmene. Dio che frustrazione. Percorro velocemente il lungo corridoio per poi girarmi a destra e uscire nel giardino della scuola: respiro, ora sì che respiro. La testa mi scoppia, cosi inizio a cercare i miei occhiali di vista nello zaino, ma come la sfortuna mi ama li ho lasciati a casa, bene dal male a peggio. Mi siedo sulle scale del giardino e guardo dritto, senza emozioni, beh ormai non ho più emozioni. Sono tutte distrutte. Ormai credo che l'amore non c'è l'ho nel destino.
In prima media mi piaceva uno ma lui mi ha detto sulla faccia che sono un orrore in persona, e dio si ha fatto davvero male; poi nella terza media mi era piaciuto un altro ma questo qui mi ha detto che è fidanzato ma se voglio darci dentro è pronto, davvero disgustoso. E poi Justin, lui mi ha fatto davvero un male incredibile ma questa volta il ragazzo in questione non sa dei miei sentimenti che provo verso di lui. Ha una bellissima ragazza di fianco, perché mai dovrebbe cercare un'altra??
Mi ritiro indietro, ho perso speranze, l'amore non fa per me. Io l'amore non lo avrò mai. È questa volta l'ho accettato. Mi alzo e pulisco le poche lacrime che sono scese. Basta, l'amore non mi vuole.

Il mio bene e male sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora