La prima notte

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Quel ritmo mi perforava il cranio inculcando nella mia testa vibrazioni devastanti che mi purificavano l'animo. La mia essenza era come ristorata dopo una seduta di "terapia". Così la chiamavo, sperando che il mio eventuale interlocutore capisse il bene che mi faceva concedermela ogni tanto.. a volte troppo spesso. Non mi sentivo un genio incompreso o roba simile, solo come uno che aveva una visione diversa delle cose. Non confondetemi con un visionario, sono solo un coglione come tutti voi che lavorate e che vi spaccate il culo ogni giorno. Sono solo un cretino abbastanza sobrio da stare in piedi e riuscire a parlarvi insieme.

Quel ritmo saziava la mia fame di vita e di ricordi a cui pensare in futuro remoto. Il beat che mi assaliva e mi spingeva le gambe a battere il ritmo e sottostare a quella melodia in silenzio.

Non v'era altro che una bottiglia d'acqua con me, qui in questo mio paradiso artificiale, in questa prigione di speranze che riusciva ancora a donarmi il respiro. In una lotta contro me stesso tentavo di decidere se appisolarmi o meno. Sembra un problema da poco... ma se non hai un cazzo da fare rischia di diventare un dubbio esistenziale.

Dunque avendo deciso di rimanere in piedi ho preso il mixer, ho collegato due cavi ed ho alzato il volume lasciandomi trasportare da mille emozioni, dalla mia droga musicale. La mia stanza pare più piccola, il mio letto più scomodo e il mio armadio decadente. La mia terapia ha un solo effetto collaterale: mi mostra la realtà nuda e cruda, per quello che era. Niente sconti, niente protezioni solo io e la verità senza filtri in quella stanza piccola, su quel letto scomodo. Annuso le coperte in cui mi sono immerso ed ecco un'emozione. Ricordo lei qui nel mio letto mentre fuori batteva il caldo sole estivo. Ricordo i nostri corpi sudati stringersi nella passione dei nostri gesti.

Puff sparito, un momento così inebriante andato così com'era venuto... dal e nel nulla.

Adesso fisso il soffitto pieno di crepe sopra la mia testa, fisso quelle righe spezzettate cercando l'ispirazione, aspettando l'idea della mia vita. E' tardi ma la notte è ancora lunga, figuriamoci la vita.

Ricordi, ricordi e ancora ricordi. Riaffiorano a centinaia e centinaia: un'immagine, un suono amico. Rivedo il mare e sento la sabbia soffice sotto i miei piedi. Vedo il mio giardino sotto il sole estivo di quand'ero bambino, rido e sudo. La mia vita viene riassunta in pochi fotogrammi di realtà, in un video che non pubblicherò mai su youtube, in una commedia tanto bella da avere me come unico spettatore.

Un bel gioco dura poco diceva mia madre per farmi smettere di fare qualche mia diavoleria da bambino, ma un bel gioco dura poco anche nella vita. Io vivo da solo già da sei mesi, la mia fidanzata ha tre anni in meno di me e studia come un mulo. Mia madre da ormai dieci anni vive la sua sindrome adolescenziale da cinquantenne. Mio padre è un bastardo classista duro come l'adamantio. Mia sorella gira il mondo ed io mi "terapizzo" nei caldi pomeriggi di luglio dentro al mio magazzino, dopo sei ore di lavoro davanti ad un computer scrivendo cazzate e scartoffie.

Vivo la vita prendendo quello che viene, cercando di non dare troppo nell'occhio...

Eppure eccomi adesso completamente assuefatto scrivere della mia vita complicata e oltremodo noiosa. Beh la playlist nel mentre scorre ed io mi sento come speaker di una radio inesistente che trasmette canzoni da fattoni. "Ecco il prossimo disco è pura droga in fm" la mia introduzione al programma. E io che in qualche modo mi convinco di non essere quello sbagliato in tutto questo casino. Dura da credere ma rispetto agli altri rimango un esempio... tutta questa gentaglia che si dice adulta e che si comporta da infanti.

Urlerei a squarcia gola la se non fossero le quattro del mattino ma dopo quella vecchiaccia della vicina chi la sente? Voglio vivere questo momento tutta la vita, voglio che questo torpore sia il massimo livello di sofferenza che io debba sopportare.

Prego il nulla di proteggermi nei momenti di debolezza e lo faccio anche ora... pur essendo forte. magari lo fate anche voi, magari vi lasciate andare fermi davanti al semaforo rosso, magari in quel momento siete voi stessi, magari per almeno due secondo non vi raccontate le solite cazzate.

Tornando alla radio, è sempre stato il mio sogno. Un sogno forte, prepotente che si faceva spazio tra i libri di scuola portandomi a fantasticare su trasmissioni e puntate che non verranno mai registrate. Ogni volta che ci ripenso mi viene da sorridere. Incredibile l'ingenuità dell'immaturo, è senza limiti e senza vie di fuga... unica salvezza il tempo.

Qui mi sono addormentato ieri? Cazzo non ha senso quello che ho scritto. Oggi facciamo che salto la terapia altrimenti ci rimango sotto. Merda che caldo, ci saranno 32 gradi in questa fornace di camera. Guardo l'orologio e sono le 13.14 e io faccio fatica a capire se sia l'una o le due, quali vengono prima i minuti o secondi? Cazzo ho fame, vado a farmi il solito panino della domenica. Sento quasi come il mio stomaco contorcersi dalla fame e autosciogliersi per assorbirsi e ricrearsi da ciò che è rimasto. I rumori provenienti dalla mia pancia spaventerebbero un grizzly. Che risveglio di minchia, ah già, sarà che ho fatto tardi.

Le notti che non mi ricordoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora