Un fruscio le fece aguzzare l'udito, aveva avuto la conferma del suo dubbio grazie a quel suono. La foresta la stava facendo entrare, ma era silenziosa come se sospettasse di lei. Solo qualcuno esterno alla magia del bosco poteva aver fatto quel rumore, per essere precisi doveva essere stato uno dei due uomini che la pedinavano. Camminava tra la folta vegetazione della foresta producendo un suono ritmico e tintinnante. Esso era generato dalle perline dei suoi capelli e dalle le placche metalliche che aveva assicurate alle braccia ed alle gambe con fascette di cuoio. Ormai, ne era certa, la stavano seguendo, ma non doveva dare a vedere che conosceva questo dettaglio. Faceva finta di niente sperando con tutta se stessa che il suo piano funzionasse. La foresta l'avrebbe aiutata. Piano piano, a mano a mano che si addentrava nel verde brillante delle piante, altri suoni si aggiungevano a quelli che produceva lei. Le gocce d'acqua, che cadevano dalle foglie per precipitarsi nelle pozzanghere che si erano formate per via del violento temporale di pochi attimi prima. I picchi che martellavano sui tronchi degli alberi producendo un suono ritmico e rilasciando un forte odore di resina e muschio nell'aria, questo si mischiava a quello già presente di terra bagnata e di erba. Il fruscio delle foglie quando una lucertola correva via spaventata dal passaggio della ragazza, veniva accostato ai fischi degli uccelli e al ronzare dei primi insetti che si svegliano all'alba. Il gracidare delle rane che godevano dell'umidità dopo il temporale risuonava come sottofondo e ancora gli animali più grandi che muovendosi in gruppo, con un ritmo preciso e sincronizzato, creavano un rumore sordo, potente e di sottofondo alle cicale. Poi, per un solo attimo ci fu il nulla, puro silenzio e vuoto privo di emozione per preparare la giovane spettatrice ad uno spettacolo magico. Dopo una breve attesa, all'improvviso, la foresta esplose in colori strabilianti. Luccicanti pappagalli che volavano di ramo in ramo accompagnati da altri uccelli e lemuri con le code anellate. Eleganti serpenti che si arrotolavano sui rami contorti degli alberi tropicali o che galleggiavano a filo d'acqua nei laghi dai quali uscivano splendidi pesci con le squame argentate e rossicce. I colori illuminavano, per quanto potesse essere possibile, il bosco che circondava i piccoli laghetti di per sé brillante colorato dei più bei verdi, gialli, rossi e blu. Senza che se ne rendesse conto aveva iniziato a correre sopraffatta da un'emozione più unica che rara. Avvolta dalla magia di quel luogo saltava di ramo in ramo, di pozzanghera in pozzanghera, di sasso in sasso senza mai stancarsi. Ormai l'alba stava crescendo dietro il pendio della montagna ed i fiori si aprivano lentamente per lasciare che gli insetti si potessero esibire nella loro danza. Volando di fiore in fiore e di corolla in corolla impollinavano i vegetali che godevano di tali attenzioni e ronzavano allegri tra il fogliame. Gli occhi le luccicavano di gioia nel vedere tale splendore. Smise di correre osservando il paesaggio intorno a lei. Talmente tanta era la sua meraviglia che si era totalmente scordata dei suoi inseguitori. Seduta su di un masso al bordo del lago osservava i pesci che si intrecciavano con i gambi delle piante acquatiche. Come una specie di magia si era scordata che stava scappando fino a quando nell'acqua non vide il riflesso dei due uomini che la seguivano. Vide solo in quel momento i loro volti scuri di collera e desiderio. I loro occhi erano sguardi d'odio per il riflesso e la schiena della bambina. Con una mossa veloce del braccio uno dei due uomini tentò di prenderla per il collo, ma non ci riuscì, lei era già in acqua. Entrambi si sporsero verso lo specchio liquido per scovare la piccola figura minuta del loro bersaglio, ma non furono in grado di rintracciarla. Stavano per abbandonare le speranze di catturala quando la videro riemergere dal rifesso. Con fatica aveva trattenuto il fiato per non farsi trovare, ma i suoi piccoli polmoni di bambina non resistettero abbastanza, si maledisse per questo. Quando per prendere fiato si era lanciata fuori dall'acqua i due l'avevano vista e con forza si erano lanciati al di là del laghetto. Ormai era in trappola, avrebbe lasciato quella forma di bambina così scomoda ed avrebbe combattuto contro gli emissari del re. Lentamente da piccola bambina innocente si trasformò in grosso mostro di tentacoli e viscidi arti neri. Un terribile sorriso era dipinto su quello che i due emissari avevano interpretato come viso. Una specie di risata risuonò metallica nel bosco e la strega che i due avevano davanti iniziò a muovere i tentacoli cercando di colpirli. Distruggeva alberi, uccideva animali, fiori e piante venivano sradicati e l'acqua del lago sporcata con il sangue di uno dei due uomini che tentavano invano di fermarla, di ucciderla per prendere il suo cuore e chiuderlo in un bauletto insieme a quello delle altre streghe come lei. Finalmente la foresta si riscosse, la magia troppo forte dell'essere maligno non le aveva permesso di sentire che piano piano una fonte di dolore stava penetrando il bosco, ma quando la strega si era rivelata ai due uomini la magia che fluiva nelle radici, negli animali, nell'acqua e nell'aria del bosco si scatenò con una furia inarrestabile. Solo uno dei due uomini era ancora in piedi, l'altro era un cadavere galleggiante sulla superficie del lago. Quello ancora vivo stava per attaccare quando vide un rivolo nero e viscido uscire dalla buia bocca della strega. Immobile, come pietrificata, la nera creatura rimaneva in ascolto della foresta che si era ammutolita nuovamente. Era stata tradita. Un nuovo fragoroso rumore, come di un tronco che si spezza, rimbombò tra i rami. Una radice nodosa aveva attraversato da parte a parte la strega che non si capacitava di una simile reazione. L'uomo davanti a lei, seduto nell'acqua, tremava di terrore colpito dal sangue nero della strega ferita dal bosco. Le radici la colpirono ancora, ancora e ancora fino a quando un sibilo non uscì dalla bocca della creatura che si squagliò accasciandosi su se stessa. Si formò una enorme pozza di viscidume nero al centro della quale spiccava una pietra preziosa di colore viola, intorno la foresta moriva formando un nero buco nel verde cristallino della magia. L'uomo si avvicinò alla pietra arrancando a fatica nel viscido e nero materiale. La raccolse e la pulì per poi poggiarla in un piccolo bauletto di legno contenete altre pietre di quel tipo solo di altri colori. Si liberò dei numerosi vestiti che indossava per poi spalancare le ali che aveva sul dorso e spiccare il volo verso il cielo del primo mattino.
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Premettendo che non mi sarei mai aspettata di essere qualificata alla terza prova credo che questa sia la mia OS preferita fra tutte quelle del concorso. Non so se lo vedono anche gli altri, ma mi ricorda "il castello errante do Howl" (film che mi ha accompagnato durante la scrittura). Inizialmente ho fatto fatica a raggiungere le 800 parole, ma poi le ho superate con facilità. Nel tempo della durata della traccia sono riuscita a scrivere ben 134 parole dalle quali ho sviluppato poi tutto il resto.
Vi lascio con il drago della seconda prova ridisegnato a matita, non sapendo bene dove metterlo ho pensato che questo potesse essere un buon posto per mostralo a catcatucati che pretendeva di vedere la nuova versione. Mi sono permessa di fotografarla passo a passo.
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NIX SHOW -concorso di nulla-
RandomPartecipo al concorso di nulla di Ellyma e catcatucati. Spero vada bene e di fare esperienza, se poi riesco anche a migliorare è il top! In bocca al lupo a tutti i partecipanti ma se preferite in culo alla balena! Vorrei riuscire ad inserire l'immag...