Rimasi a osservarlo per una trentina di secondi, analizzando ogni particolare per bene. A distogliermi dai miei pensieri fu la risata di Shawn che ruppe il silenzio che si era formato tra di noi, -" secondo lei cosa stavamo facendo? vuole per caso una dimostrazione?"- disse poi lui, mi misi a ridere , Shawn era un ragazzo che se la cercava molto, ed era subito pronto a ribattere su ogni cosa. Alla mia risata se ne aggiunse un'altra, era lui. Vidi poi che il preside ci squadro a tutti e tre, e con un tono di voce autoritario disse-" Non pretendo che nessuno di voi mi prenda in giro, lei signor Goodman ritorni in classe, mentre voi due,Ovard,Blake, in presidenza ora!"- ribattei dicendo -"scusi ma perchè tutti e due?"- il preside non disse nulla indico soltanto la porta del suo ufficio, e si diresse poi in segreteria. Senza fare un fiato entrai dentro, e mi buttai su una sedia senza dire nulla, notai con la coda dell'occhio che lui mi stava fissando -" la smetti di fissarmi con quella faccia da ebete, mi infastidisce"- dissi con un tono seccato, certo mi piaceva essere guardata a chi non piace, però con lui mi sentivo a disagio, oltre al fatto che nemmeno lo conoscevo, ma oltre quello mi dava una strana sensazione essere fissata da lui. Il preside ancora non era arrivato, e il tempo che passavo in quella stanza sembrava un'eternità. Di punto in bianco lui disse qualcosa, non senti però, mi girai verso di lui per capire cosa voleva, aveva la faccia seccata -" allora? mi hai ascoltato?"- risposi ridendo -"non ne ho voglia, e non ne ho l'intenzione!"-, -"perché fai cosi?"-, non capì quello che voleva dire -"cosi come?"-, -" fai finta di essere dura, di essere quella che comanda e tutto il resto, ma lo vedo che non sei tu, vedo che nascondila vera tu, non chiedermi come faccio capirlo, perché sarebbe troppo difficile da spiegare, ma non fare cosi cerca di..."- lo interuppi, si stava allargando troppo, ribbattei con tono furioso -"per favore chiudi quella cazzo di bocca e smetti di dire queste cavolate, non mi conosci nemmeno, non sai nulla di me, NULLA, quindi risparmiati queste cazzate da "amico che mi conosce da una vita"! e non pensare che appena usciremo da questo ufficio, io e te ci frequenteremo, diventeremo amici e cose del genere,anzi varcata quella porta mi dimenticherò di te e di questa conversazione"- non so perché fu questa la mia reazione, la mia bocca si muoveva e il mio cervello non riusciva a farla smettere, certo anche lui come si permette non mi conosce nemmeno, ma forse è per questo che la mia reazione fu così, perché era la prima persona che l'aveva mai notato e questo mi spaventava, mi faceva sentire indifesa da parte dei suoi confronti, ed è proprio per questo che avevo maturato questo mio carattere, per non sentirmi cosi, per non sentirmi indifesa. Dovevo assolutamente allontanarmi da lui,e farlo uscire dalla mia vita per quel poco che c'è stato, perché rischierebbe di rovinare tutto.
Non c'è la facevo più a stare dentro quell'ufficio, decisi così di alzarmi e di andarmene, ma nel momento in cui varcai la porta senti la sua voce che diceva-" senti mi dispiace di aver detto quelle cose, non avrei dovuto, ma rimani qua sennò ti caccerai ancora di più nei guai col preside"- mi fermai e lo guardai -" me ne fotto delle tue scuse, me ne fotto del preside....e se mi conoscessi veramente sapresti che a me piacciono i guai"-non era per niente vero, mi dava fastidio cacciarmi nei guai ma è quello che dovevo fare. Così mi girai intenta ad andarmene, ma nel momento in cui usci dalla porta mi ritrovai il preside davanti, cazzo adesso si che ero veramente nei guai. Il preside mi guardò e disse-" cara signorina Ovard visto che le piacciono tanto i guai, come in quello in cui è adesso, non le dispiacerà se io chiamassi i suoi genitori e le mettessi una bellissima punizione!"-, no chiamare mio padre no, l'ultima cosa che volevo era deluderlo , -" per favore non metta in mezzo mio padre, preferisco avere due punizioni"- cosa avevo detto pensai.Il preside di mise a ridere e disse -" allora rientri nel mio ufficio cosi potremmo pensare alla sue due punizioni"- grazie al cielo aveva accettato. Rientrai e vidi il ragazzo che mi guardava, lo fulminai con lo sguardo per poi ignorarlo totalmente. Mi sedetti e di conseguenza il preside gli chiese di uscire, per poi lasciarci da soli.
CHUCK POV.
Erano passati 15 minuti, e loro due stavano ancora dentro, cosa avranno da dirsi. Intanto pensai alla ragazza, mamma mia se era bella, aveva dei capelli color rosso fuoco, e degli occhi azzurri, con delle lentiggini sul volto, era perfetta, per non parlare della corporatura. Mi imbambolai pensando a lei non accorgendomi che la porta dell'ufficio si fosse aperta, e da li fosse uscita la ragazza velocemente con un volto molto arrabbiato, peggio di quello che aveva quando mi aveva urlato prima nell'ufficio. Mi chiedo ancora perché ha avuto quella reazione eccessiva alle mie parole, lo so che anche io potevo starmi zitto, pero c'era qualcosa che mi diceva che quello che pensavo in fondo era giusto, nonostante quello che diceva la ragazza, non sapevo nemmeno il suo nome, dovevo scoprilo, dovevo conoscerla meglio, perché quella ragazza mi intrigava molto, e anche se la conoscevo da un'ora mi sentivo in bisogno di scavare nella verità.
STAI LEGGENDO
I gave all my heart
Roman d'amourmadison ovard e chuck blake, lei 17 anni, lui 18. lei ragazza ribelle, non guarda in faccia nessuno, tantomeno chuck, classico bravo ragazzo. al loro incontro chi dei due cambierà per l'altro? riusciranno a superare le differenze che li separano?