♢Chapter 1♢

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"La storia horror più corta e spaventosa di sempre: oggi inizia la scuola."
-tumblr.

*driiiin*

"Spegni quel cosooo" dico sbadigliando. Mia madre ha il vizio di mettere la sua sveglia anche d'estate, ma la cosa fastidiosa è il fatto che la debba mettere al massimo del volume, ed io non sopporto questa cosa.

Mi tappo le orecchie con il cuscino, provo ad addormentarmi ma è impossibile con quel coso che fa vibrare tutta casa, cambio diverse volte posizione ma niente.

"Maddie alzati, subito!" urla mia madre dalla cucina, troppo faticoso salire le scale e chiamarmi in modo gentile

"Mai." le dico irritata dal quel rumore

"Maddie te lo dico un'ultima volta, muovi quel culo dal letto e scendi sotto." 

'sempre fine ed elegante sei' penso

"Vediamo..., che scusa ti inventerai oggi per farmi scendere?" rispondo soffocando una debole risata

 "Primo non ti rivolgi in quel modo, sono tua MADRE, secondo oggi inizia la scuola"

Che strano sento la voce più vicina, apro leggermente gli occhi. Oddio, è entrata nella mia stanza.

"Quante volte ti devo dire di non entrare in camera mia! N O N  P U O I  E N T R A R E. Poi questa 'scusa' è veramente poco credibile visto che manca ancora una settimana all'inizio"

"Oh, ma davvero? *risata* controlla il giorno di oggi se non ci credi"

7:13
Monday, 14 September

Ecco cosa c'è scritto sul display del mio telefono.
Spalanco gli occhi, non ho parole, ero convinta che oggi fosse vacanza, dell'incredulità il telefono cade per terra, non mi preoccupo neanche di raccoglierlo.

Oggi è il primo giorno di liceo.

L'ansia inizia a impossessarsi del mio corpo.
Ho paura.
Ho tanta paura perchè in questa scuola non conosco nessuno, non so se troverò delle amiche affidabili e non vorrei fare la figura della secchiona che studia da sola.

I piedi sfiorano la superficie di legno del pavimento, le mie gambe tremano.

Corro verso il bagno, chiudo la porta a chiave così nessuno può entrare. Mi guardo allo specchio. Sono impresentabile, ho gli occhi gonfi, due occhiata che occupano metà viso, capelli annodati, peggio di così?

La cosa migliore da fare in questo momento sarebbe una doccia calda, ma visto che ho dieci minuti scarsi per presentarmi a scuola in un modo decente, direi che non posso.

Lego i capelli in una coda di cavallo alta dopo aver cercato di piastrarli, un filo di mascara sulle ciglia ed un po' di correttore per le varie imperfezioni del mio viso.

Apro l'anta dell'armadio, uff non ho niente da mettere, indosserò quei pantaloncini a vita alta e anche quella maglietta con l'alieno.

Prendo al volo il mio eastpak nero e corro fuori che c'è mia madre che mi aspetta.
Come al solito sono in ritardo.

[...]

"Stai bene?" chiede mia madre notando la mia tensione. Quando sono in macchina amo guardare fuori dal finestrino con il braccio che sporge e i capelli che svolazzano davanti alla mia faccia, ma quel giorno avevo lo sguardo perso nel vuoto

"Maddie"
"Eh? Hai detto qualcosa?" chiedo

"Siamo arrivati" urla nonostante fossimo a dieci centimetri di distanza.
Per lei è una granda soddisfazione vedere le proprie figlie che crescono.

Si gira dalla mia parte e, per incoraggiarmi, mi abbraccia calorosamente.

'Cosa stai facendo mamma?' penso immediatamente, prima mi urli in faccia e ora mi abbracci? Ma la tua coerenza dov'è?

Non sono mai stata la ragazza dalle cose sdolcinate, anzi le odio; ma i questi momenti mia madre non riesce a controllarsi ed esce il suo lato materno protettivo.

Iniziano a scenderle delle lacrime di felicità, "buona fortuna" mi sussurra nell'orecchio prima di staccarsi per asciugarsi il volto con il trucco sbavato.

"Mamma, non ti sembra di esagerare un tantino? Prima mi urli un faccia e ora piangi? Non ha senso" le dico cercando di sembrare più gentile possibile.

"Oh tesoro come sei polemica" sbuffa

Scendo dalla macchina e mentre chiudo la portiera la saluto. Lei per incitarmi sorride mostrando i suoi denti perfettamente bianchi.

Mi giro voltandole le spalle e davanti a me si estende un edificio immenso.

Mi incammino verso quella che dovrebbe essere la mia scuola dove ci sono già degli alunni che chiacchierano tranquillamente.

Mi sento un pesce fuor d'acqua.

Mancano cinque minuti all'entrata, il tempo passa lentamente.

Prendo il mio iPhone e controllo le ultime notifiche di Instagram quando trovo un messaggio.

Mamma: "Ti passo prendere io, così mi potrai raccontare tutto"

Io: "Si certo" emm...credo che non le dirò niente, sono una ragazza molto chiusa da questo punto di vista. 

Spengo il telefono e alzo lo sguardo.
Magnifico!
Ci sono ragazzi che si salutano battendo il cinque, ragazze che si raccontano delle loro stupende vacanze alle Hawaii o in chissà quale altro posto mozzafiato, gente che si bacia. Ah si, dimenticavo i gruppettini dei secchioni con i trecento libri di scuola in mano per ripassare le utime affermazioni inutli per le prove di ingresso.

Ad interrompermi dai miei pensieri fu il suono della campanella.
'Classe n°134, classe n°134' continuo a ripetere sotto voce.
Ma io mi chiedo numeri più normali?! Cosí li confonderò prima o poi.

Ed eccola lì, una classica porta con una targhetta dorata sulla quale è inciso il numero dell'aula di chimica.

***

🌌
Spazio scrittrice,
Inizio col dire che io non mi sento una scrittrice e non lo sono neanche, solo che non sapevo che cosa scrivere.
Ho deciso di iniziare ogni capitolo con una frase, che può essere presa dal social tumblr oppure dai testi delle canzoni. Non so il perchè, ma mi piace molto quest'idea.
Questa è la prima storia che scrivo, so di non essere molto brava nella grammatica, ma ho voluto provare a scrivere una storia mia.
Scusate il disturbo, a presto lettori e lettrici.
💘🌸

Never forget you [Dylan O'brien]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora