C'era una folla in delirio che urlava e cantava:
dolci voci trattenute mischiate e un fragore di versi e di inglesismi scorretti.
La musica si alzava nell'aria e svegliava il mare dai suo timido russare
a suon di avanti e indietro, di avanti e indietro.
Torce infuocate erano al pascolo come lucciole nella calura estiva
intorno a quel falò guardiano che stava nel centro:
la terra può forse imitar il cielo con il suo pascolo di stelle e la sua luna guardiana? Io non lo so.
C'era una ragazza ubriaca e sempre meno vestita che ballava su un cubo a forma di cilindro,
che cosa insolita, un cubo a forma di cilindro.
Un paio di ragazzi coi pettorali scolpiti dagli steroidi danzava con spintoni e gomitate
aprendo la folla mentre dei fuochi colorati piovevano in lontananza.
Ad un tratto la musica saltò come quando si entra in galleria:
inizia con piccole interferenze e poi sparisce del tutto; silenzio.
Non mi accorsi di nulla di tutto ciò;
sentivo solo il rumore della sabbia che fluiva dalle fessure tra le nostre mani,
sempre più piccole.