《Serenaa, svegliati è tardi! Devi andare a scuola》Urla mia madre.
Aspetta ma... che ore sono, dove sono, perché? SCUOLA?! Giusto, oggi è il primo giorno di scuola, mi devo sbrigare. Aaaaah! Che mi metto, che mi metto, che mi metto. Vestiti: problema n^1, questa maglietta..no è troppo larga, questa canottiera..no troppo scollata. È tutta l'estate che mi preparo per questo giorno e non so ancora come mi devo vestire. Alla fine opto per dei jeans neri strappati e una magliettina rossa con il simbolo dell'infinito, abbinate alle Superga azzurre, allacciate alla ben in meglio. Trucco: problema n^2, solitamente non mi piace truccarmi ma per il primo giorno di scuola voglio apparire decentemente, così applico il correttore per le occhiaie e il mascara. Capelli: problema n^3, provo con una treccia laterale ma decido di scioglierla, poi con le treccine alla francese, la coda, alla fine decido di tenerli sciolti, facendo ricadere i miei lungi capelli castani sulle spalle che ahimè sono lisci come spaghetti. Sono pronta! Stavo per uscire quando mi ricordo di aver dimenticato lo zaino, corro a prenderlo rischiando di rotolare per le scale, butto dentro quello che capita, che include due quaderni, un diario, due portacolori con dentro al massimo due penne e mezza matita, e il telefono. Ok, ora sono pronta veramente. Mia mamma è già sotto ad aspettarmi con il motore acceso e una faccia che ha tutta l'aria di volermi ammazzare, lei ci tiene molto alla puntualità, mentre per me la parola puntualità è solo una una strana filosofia irraggiungibile.
Salto in macchina e borbotto una serie di scuse per farmi perdonare.
Il tragitto mi sembra lunghissimo ma finalmente arriviamo, davanti a noi si erge un'immenso edificio di un colore che prima doveva essere bianco, con delle finestre perfettamente simmetriche e allineate.. ora che ci penso sembra proprio un'ospedale. Una calca di gente è ferma davanti le porte della scuola che improvvisamente si spalancano, sono pronta per affrontare il mio primo giorno di scuola al liceo.
Stavo per attraversa la soglia quando una voce urla:《Ferma》Mi giro e mi ritrovo davanti ad un ragazzo dagli occhi di un blu profondo, con riccioli color bronzo che gli ricadono lungo la fronte, con un corpo da modello e un sorriso da idiota stampato in faccia, che rovina la mia angelica visione. Ah e dimenticavo, aveva in mano il mio libretto per gli appunti che conteneva i miei disegni e le mie poesie. Lo teneva con una mano mentre guardava incuriosito un mio disegno che rappresentava una ragazza con le cuffiete, appoggiata ad un muro, con la frangetta calata sugli occhi e un libro fra le mani, una pseudo rappresentazione di me. Mi porse il libretto e disse 《Ti era caduto》e io risposi 《Ah, si, ehm, grazie》E lui 《Di nulla》Mi stavo già incamminando per raggiungere le scale quando urlò 《Comunque belli i tuoi disegni》Mi girai e feci un mezzo sorriso riconoscente. Ma guarda questo, che impiccione, chi gli ha detto di infilare il naso nei miei disegni?
Eccola, questa è la mia classe, 1C, faccio un bel respiro profondo e attraverso la porta, menomale ancora la professoressa non è arrivata. Ed eccolo la, il tizio di prima che con il suo sorriso da idiota mi fa cenno di sedermi nel banco accanto a lui, no no no aspetta ora lo ignoro si lo ignoro oh guarda che bel banco lì tutto solo soletto, che bello. Stavo per appoggiare lo zaino quando mi accorgo che era già accupato da un qualcuno che aveva lasciato il suo portacolori rosa smangiucchiato sul banco, cavolo. Mi giro intorno in cerca di qualche altro banco libero, niente, non mi rimane che sedermi accanto al tizio "sorriso idiota". Che tutto felice mi sposta il suo armamentario dal mio banco, mentre io sottovoce prego che ci cambieranno di posto, non mi va di stare seduta per tutto l'anno con questo... coso dagli occhi ipnotizzanti che a quanto pare è dotato anche di una velocità supersonica, dato che arrivato prima di me facendo non so quale strada.
Mi porge la mano e dice 《Piacere Matteo》esito prima di allungargli la mano ma alla fine gliela stringo 《Serena》. Ed ecco che arriva la prof, bassa, cicciottella, sui 55, capelli tinti (male) biondi, occhiali e tacchi, che sembrano sul punto di rompersi; non c'è dubbio questa è la professoressa di matematica, infatti《Buongiorno a tutti ragazzi sono la vostra professoressa di matematica e mi dovrete sopportare per tutti questi cinque anni, se vuole Dio》bhe..sembra simpatica, però mi chiedo, ho scelto il liceo classico proprio per non fare troppa matematica e la prima lezione che ci fanno fare è proprio di matematica?
《Allora.. che coincidenza eh》annuncia Matteo in tono un po' troppo alto《Già》Rispondo con poco entusiasmo. Sembra a disagio, meglio così, questo dovrebbe farlo parlare meno, invece no《Dai non fare quel broncio so che ti sto antipatico ma almeno sforzati di essere carina》Mi trattengo per non urlargli qualche insulto pesante così mi limito a dire 《Senti, io sono così e se non ti va bene ti consiglio di spostarti in qualche altro banco》Sembra essere scosso dal mio atteggiamento ma mantiene la calma 《No, no mi va bene così, solo.. niente》,《Bene》Rispondo sbuffando.
《Okay,okay, ricominciamo. Piacere, Matteo Bonanno, 14 anni, Catania, sport: basket》Lo guardo, non sembra stare scherzando, va bene proverò a dargli un'altra possibilità 《Serena Di Mauro, 15 anni, Catania, sport: pattinaggio》 Sorride 《Così va meglio no?》Faccio un cenno con la testa e continuo ad ascoltare il fiume di parole che esce dalla bocca di quella balena bionda.
Una campanella annuncia la ricreazione, finalmente! Non ce la facevo più a stare inchiodata a quella sedia, è la mia occasione per farmi il giro della scuola e cercare di ambientarmi. Una mano mi blocca il polso, è Matteo 《Aspetta ti accompagno io, conosco la scuola, la frequenta mio fratello da quattro anni》《ok...》Rispondo poco convinta. Ci incamminiamo lungo il corridoio mentre lui a tratti annuncia 《Qua c'è il bagno》《La segreteria》《Aula musica》 《Svoltando quell'angolo trovi la palestra》. Eccola di nuovo la campana, è finita la ricreazione e io non ho ancora mangiato, mentre Matteo si è divorato un intero panino. 《Scusa, sai dove posso comprare la merenda?》Chiedo mentre il mio stomaco borbotta《Sì scusa, mi ero dimenticato, percorrendo tutto questo corridoio a destra trovi la macchinetta》《Grazie》Urlo già a metà strada. Torno in classe mentre il prof di nonsoche mi squadra con aria severa 《Signorina dov'è stata tutto questo tempo, stavo appunto spiegando l'importanza della mia materia e non voglio che nessuno dico NESSUNO salti un solo secondo delle mie ore, e ora spero che abbia una scusa valida》《Io si, ehm》Matteo si alza dalla sedia 《È colpa mia, sono stato io a chiederle se perfavore poteva prendermi la merenda dato che stavo ehm..svolgendo un compito》《Se la mettete così..》dice il prof 《ma che non succeda più 》. Torno al mio posto, con gli occhi di tutti addosso, fantastico! Neanche il tempo di iniziare la scuola e già una brutta figura.
Sono le 12:00, ancora pochi minuti e posso tornare a casa, come primo giorno non è stato un granché. Preparo le mie poche cose mentre Matteo infila a forza il diario nello zaino, ha proprio esagerato con i quaderni. Possiamo uscire, mia mamma è davanti la macchina, al telefono, mi fa un cenno con la mano di salire, 《Ciao!》 Urla Matteo da non so dove 《Ciao》dico rivolgendomi da dove proveniva la voce. Sono in macchina, mia mamma ha appena spento il telefono 《Allora.. com'è andata?》E io 《Bene, la prof di matematica non è un granché come bellezza ma è simpatica, quello di religione è un mistersimpatiaegogentrico》《Ti ci abituerai, tranquilla》risponde con un risolino 《Conoscenze?》domanda con un tono di voce irritante 《Chi era quel bel ragazzo che ti ha salutato?》《Nessuno, solo il mio compagno di banco, e poi non è affatto bello》Rispondo scocciata 《Come dici tu》Così proseguiamo il resto della strada in silenzio. Siamo arrivati, salto giù dalla macchina e aspetto che mia madre apra la porta per poi precipitarmi in camera mia e buttarmi di peso sul letto. Mi sdraio e guardo il soffitto, bianco.
Mi sveglia l'odore di patate al forno, mia mamma ha cucinato, ma.. che ore sono? Le 14:20! Ho dormito più di due ore, scendo le scale ancora assonnata e mi siedo a tavola 《Giusto in tempo》dice mia mamma 《Potresti apparecchiare la tavola?》 《Mammaa!》Mi lamento io《Forza prendi le posate》.
Finito di mangiare mi defilo silenziosamente in camera per evitare che mi obblighi pure a sparecchiare, prendo le cuffiette e mi immergo nella lettura.
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Sognando Di Vivere
RandomÈ la storia di una ragazza di 15 anni che a causa di vari problemi è costretta a trasferirsi, cambiando scuola, città, casa...vita. Ritrovandosi sola in un mare di gente. Ma questo sarà solo l'inizio di una grande avventura fatta di amicizie, d'amor...