La Giostra Paradiso

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Suona la sveglia, NO non può essere, mi sembra di non aver dormito neanche cinque minuti! Mi alzo a fatica e trascino i piedi verso il mio bagnetto privato, che aspetto orribile che ho, com'è che nei film quando si svegliano sono tutte belle e pimpanti?
Mi rassegna all'idea che la vita non è un film, anche se non è esattamente vero dato che noi siamo degli pseudoattori della nostra stessa vita, attori, mi ripeto questa parola finché non perde significato. Decido di mettere la gonna lunga e una canottiera bianca, mi trucco al meglio per mascherare il mio aspetto orribile, mi preparo un panino con il miele al volo e saluto mia mamma; abbiamo deciso, dato che la scuola non è molto lontana, che posso benissimo andarci a piedi. Sono a metà strada quando una voce attira la mia attenzione 《Ma' mi spieghi perché non lasci quel porco di tuo marito? Guardalo non sa fare altro che mangiare, bere birra, e a malapena si alza per andare in bagno》 Capisco subito che è Matteo, ma non riesco a sentire la risposta di sua madre《Sì ciao va》 È di nuovo lui, sento una porta sbattere.
Lo vedo dirigersi verso la scuola per cui decido di chiamarlo 《Matteo!》 Sì gira bruscamente e mi guarda stupito 《Serena?》 《Sì, bhe ho sentito la discussione, e.. mi sono fermata》 《Ah》Dice dispiaciuto 《No niente stupidaggini》 《Capisco》dico con tono comprensivo 《Che ci fai qui?》 Domanda  《Abito poco più giù》dico indicando la strada 《Fantastico! Così possiamo andare a casa insieme》esclama lui entusiasta  《Sì potrebbe fare》.
Così percorriamo gli ultimi trecento metri in silenzio.
Arriviamo appena al suono della campana, ci sediamo e per far passare quelle interminabili ore di lezioni decidiamo di giocare tris, vinco sempre io, non so se lo faccia apposta oppure è proprio scarso, non è poi così antipatico. Ancora non ho stretto molta amicizia con il resto della classe, però osservo: c'è Rosalba, la più popolare, tacchi alti, smalto fluorescente e canottiera attillata che più attillata non si può; Marco, occhiali tondi, cravatta, il classico secchione della classe, Ester, bassina, occhi azzurri e capelli lunghissimi, ho avuto occasione di parlare con lei, non sembra tanto male; Jasper, palestrato, ripetente, con tanto di percieng, e altri che non sto qui ad elencare.
《Senti...sei libera stasera?》Mi chiede Matteo timidamente 《Non so perché?》Domando curiosa 《No..così... dovevo andare al parco divertimenti con mio fratello ma.. dice che ha troppo da studiare così ho un biglietto in più e pensavo... insomma, che potevi venire tu》Sono sorpresa dalla proposta, non sembra essere solo un caso però ho proprio voglia di svagarmi per cui accetto.
Sono stesa sul divano al leggere il mio libro quando delle parole catturano la mia attenzione "Quelli che dicono soltanto la verità non sono degni di essere ascoltati" ha ragione eccome se ha ragione per questo mi piace tanto leggere, perché è irreale, è come una lunga bugia, per questo rendono tutto più...attraente.

Oddio ma è tardissimo l'appuntamento è alle 20:30 sono le 19:00 e non mi sono neanche vestita.
Mi lavo in fretta e furia e incomincio a buttare i vestiti alla rinfusa sul letto, mi devo vestire elegante o normalmente? Decido per una via di mezzo, camicetta nera corta e pantaloncini a vita alta abbinate alle dottor martens.
Trucco? Non c'è tempo.
Ho ancora i capelli bagnati ma si asciugheranno per strada, l'appuntamento è al bar in piazza, 《Ciao,ma'》《Ma dove vai?》Mi chiede in tono severo 《Non te l'ho detto? Ho un app... un... esco con le amiche, ciao ti voglio bene》Gli do' un bacio al volo prima che si riprenda dallo shock e corro alla fermata dell'autobus, giusto in tempo, stava per ripartire.
Sono in piazza ma non trovo nessuno, mi siedo al bar e decido di chiamarlo (Ci eravamo scambiati il numero stamattina)  《Dove sei?》Chiedo irritata 《Sì scusa ho avuto un contrattempo, comunque...》 qualcuno mi tocca la spalla è lui che con il suo solito sorriso da idiota. 《Oh.. Ciao》 dico divertita 《Muoviti, le giostre sono qua vicino》Mi prende il braccio e corriamo a rotta di collo su per un vicolo, poi per delle scale, ed eccola li, splendente, una ruota panoramica enoorme illuminata da lucine rosee.
《Aah si, quella è la Giostra Paradiso, prima tappa okay?》 Entriamo da un arco che con una scritta lampeggiante annuncia "Benvenuti al Cappellaio Matto dove ogni storia può diventare magia" , entro in un mondo di colori sgargianti, odori indescrivibilmente invitanti e allegria, era quasi... irreale.
Saliamo su per la giostra, è bellissimo, da lassù si vede tutto il parco divertimenti, siamo seduti vicini, fin troppo, ma la sua presenza è piacevole 《Bello eh?》chiede eccitato 《Si》.
Scendiamo e ci dirigiamo verso la casa fantasma, paghiamo il biglietto e ci accomodiamo sul carrello automatico, si avvia con uno scatto, inizialmente lentamente poi sempre più veloce, streghe e facce scheletriche spuntano all'improvviso, mani ti toccano mentre occhi gialli si stagliano a mezz'aria, un urlo riecheggia da lontano, assomiglia a quello di mio padre, quel giorno, il giorno in cui è misteriosamente precipitato dalla finestra della nostra casa, uno dei motivi per cui ci siamo trasferiti, vado in panico e afferro la mano di Matteo che me la stringe ancora più forte, finalmente usciamo. Siamo un po' scombussolati e parecchio imbarazzati ma continuiamo il nostro giro.
Dopo montagne russe, zucchero filato, tunnel sdolcinati e tiro al bersaglio inizia a girarmi la testa così ci sediamo lontani dal caos in un angolo dietro al carretto del gelato 《Che hai?》 Mi guarda perplesso, con occhioni grandi, le labbra leggermente socchiuse, 《Niente》 sussurro, e... bum ecco la magia, improvvisamente mi ritrovo incollata alle sue labbra umide, dolcissime, il bacio si prolunga non vorrei mai staccarmi, chiudo gli occhi. Ci guardiamo ed è la che capisco cos'è l'amore, non perfezione, non denti bianchi e un sorriso perfetto solo..amore, il cuore che palpita nel petto, le mani sudate, la voglia incontenibile di poggiare le mie labbra sulle sue.
Fra parole senza senso e sorrisi timidi ci incamminiamo verso la piazza,《Ti amo Serena io ti amo》 《Anch'io, tanto》Ed ecco di nuovo la magia.  

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