A METÀ TRA I RICORDI E IL MARE

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Sono sul ghiaccio gelato del Polo nord, cammino sul manto duro come l'asfalto.

Un'aurora boreale si staglia attorno a me, mi avvolge e mi illumina di un verde intenso,straordinario, assurdo. A un chilometro da me inizia un rilievo alto forse qualche centinaio di metri, che culmina in una vetta rocciosa e appuntita. Comincio a risalire le pendici, il pensiero mi trasporta, l'aurora mi guida, questa notte è troppo suggestiva, non posso evitare di andare avanti.

Il fascino del mondo mi sconvolge, migliaia di fotografie atte ad esprimere la potenza della meraviglia, a ritrarre paesaggi di una bellezza forse neppure immaginata nei sogni.

Decido di non salire fino alla vetta della montagna, le giro attorno, guardo l'altra parte della meraviglia, quella nascosta dall'imponente formazione rocciosa.

Un enorme lago di sale si distende avanti a me, contornato da formazioni glaciali qua e la.

Scendo rotolando nella neve come un bambino, gli occhi lucidi dallo stupore, l'effetto di una visione tanto selvaggia quanto incredibilmente bella.

Sono sceso fino a toccare con mano la superficie liscia della pianura fredda, presto la massima attenzione a come metto i piedi,

Il ghiaccio è estremamente scivoloso e la superficie a ventosa delle calzature agevola solo parzialmente il compito.

Comincio a camminare nell'infinito, seguendo la linea verde dettata dal cielo. Chissà dove mi potrebbe portare.

All'orizzonte è visibile solamente altro ghiaccio, mi giro e di colpo la montagna si è fatta molto piu piccola di me, guardandomi da lontano.

Ritraggo appena in tempo il piede dall'appoggio sull'umida acqua dell'oceano, il lago si interrompe e da qua potrei solo nuotare verso l'America, se la bussola non è impazzita.

Prendo il sacco a pelo, lo stendo con cura, cercando di mettere quanto piu rivestimento possibile tra me e il ghiaccio.

Voglio addormentarmi cosi, a cavallo tra il ghiaccio e l'oceano, letteralmente nell'acqua, ma in pratica nelle sue forme piu diverse.

Durante questa notte lunga sei mesi il mio sonno dura appena 9 ore. I miei sogni riguardano la mia vita precedente, un'intera esistenza al servizio dell'abitudine, dell'esistenza virtuale.

Ore al computer, soldi guardagnati, mantenere una famiglia fortemente amata. Questo il mantra che mi ha accompagnato per 84 anni e 7 mesi.

Io e Milena ci siamo sposati giovanissimi, promettendoci una vita di amore e reciproco affidamento. La più riuscita e bella delle scommesse, trovare una persona che ha tutte le sfumature necessarie per colorare pienamente la tua vita è una fortuna che capita a pochi. Una fortuna che capita ad ancora meno persone è quella di poter vivere cosi a lungo assieme alla propria amata, senza l'aiuto di realtà virtuali. Il cancro me l'ha portata via lo scorso Gennaio all'età di 100 anni tondi tondi. Le ho tenuto la mano fino alla fine, le lacrime a rigare il mio e il suo viso, pronti a reincontrarci subito dopo. Ero sicuro che sarei morto per il dolore, ma ho deciso di onorare la nostra esistenza accompagnandola nel mio viaggio, tenendola al caldo nel mio cuore, sicuro della sua supervisione dall'alto.

Dopo la sua volata in cielo, i miei figli mi avevano proposto il soggiorno in una casa di riposo, in balia delle tecnologie piu avanzate per portare virtualmente il mio cervello a viaggiare indietro nel tempo, fino al periodo da me preferito, per farmi trascorrere il resto della mia esistenza nella serenità, assieme alla mia cyber-sposa.

Ma era tutta un'illusione. Ho vissuto tutta la vita a contatto con le illusioni e me ne sono reso subito conto. Il mio posto era ancora, ebbene si, a 103 anni ancora, nella realtà in mezzo a loro. Forse in mezzo a loro no... Sarei sembrato una palla al piede, probabilmente poco abile al lavoro, è da rendersene conto, nonostante sia perfettamente in grado di camminare. Ho deciso di lasciargli un biglietto, un messaggio, alla miriade di nipoti e familiari rimastimi, avvisandoli della mia partenza. Un biglietto di sola andata per la regione più fredda del mondo, il Polo Nord. Sono partito nella notte, il giorno prima di andare nell' ipotetico centro di riposo.

Chiavi alla mano ho chiuso bene la casa e poi le ho sistemate sotto lo zerbino, quindi sono saltato a cavallo della mia gloriosa Ford e sono partito, senza fermarmi più.

Ora sono qui, nel frescore del "mattino", a guardare assonnato le stelle illuminare il cielo, tenendomi la testa fra le mani e immaginando, ricordando il sogno appena compiuto, quando la potrò reincontrare. Sono felice di essere sopravissuto io, sono io a doverla ricordare e soffrire per la sua mancanza, non il contrario.

Mi attivo per la ricerca della colazione. Armato di canna di pesca comincio a cercare nelle ricchissime acque dell'oceano. Sono settimane che mi nutro solo di pesce, e sinceramente il sapore comincia ad essere disgustoso.

Ormai sono diversi giorni che mi sento piu stanco del solito, e credo che tra poco per sicurezza dovrò mandare il mio ultimo messaggio radio al mondo, Per evitare di morire senza
lasciare alcuna traccia. Cammino lungo le zattere di ghiaccio formate dalle croste spaccate sulla superficie, in lontananza mi sembra di scorgere un'ombra nera ma puo essere sicuramente
un effetto dettato dalla riflessione dell'aurora nella notte profonda.

IL FASCINO DELLE NEVIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora