Capitolo 1

43 1 0
                                    

Se vuoi sopravvivere devi accontentarti ma se non hai nemmeno il pane che senso ha.

Erano queste le parole a cui pensava Misaki mentre camminava per strada alle 3.45 p.m. Aveva una fame da matti e, come se non bastasse, sua madre l' aveva picchiata cacciandola di casa. Era ubriaca marcia e per picchiarla aveva usato una bottiglia di vetro rotta, i tagli sulla coscia e sul ginocchio sinistro erano evidenti come quelli sul braccio e sulla mano sinistra.
Che merda! Fanno un male cane! Devo aspettare che si addormenti o mi ucciderà se torno a casa.
Mikasa aveva il fascino del proibito. Lunghi capelli mori ed occhi color cielo. Era molto alta e portava quasi una quarta abbondante di seno. Indossava gli stessi abiti che metteva da una vita, una maglia a maniche lunghe nera e pantaloncini del medesimo colore e odiava mettere le scarpe.

Guardò per un asso di tempo indefinito la luna. Unica amica che aveva avuto fin da piccola. I suoi genitori avevano spesso problemi finanziari e da quando suo padre morì, sua madre iniziò a bere, diventando
un' alcolista. Se mio padre avesse guidato con prudenza a quest' ora non sarei piena di lividi e graffi!
Mikasa era ricolma di rabbia come ogni volta che ricordava come suo padre ci avesse lasciato le penne.

"Ehy, ragazzina! Guarda dove vai! Idiota!" c' era un uomo che stava sgridando una ragazzina.

Avrebbe potuto avere 18 anni come lei del resto.
Aveva corti capelli biondo chiaro ed occhi verde smeraldo. Indossava solo una camicia di flanella bianca e jeans strappati. Non aveva mai visto una ragazza vestita in quel modo. Potrebbe essere una figlia di papà che si è persa, mi fa veramente schifo. Non sa cosa vuol dire lottare per mangiare.
L' uomo iniziò a non essere troppo gentile con la ragazza e la spinse a terra dandole qualche pugno.
Che pappamolla mi sa che per salvarle la faccina dovrei difenderla io...

Misaki si avvicinò all' uomo e gli diede un calcio ben assestato sulle parti basse. Una volta a terra lo prese a calci, letteralmente. Sono davvero fastidiosi i vermi come te! Te la prendi con una ragazza indifesa invece di fare
l' uomo. Il vigliacco dopo un po' di tempo rimase immobile e la bionda la guardò schifata.

"Cosa ho fatto adesso?" chiese la mora con tono di menefreghismo.

"Lo hai quasi ucciso!" disse la bionda.

"Che esagerata! Gli ho solo fatto capire cosa vuol dire fare il verme nel mio territorio" affermò marcando la parola 'mio'.

"Bifolca" la offese.

"Ha parlato la principessa Maria Antonietta D' Austria" Misaki le si avvicinò furiosamente e l' altra finì con le spalle al muro.

"Va a casa tua!" aveva poggiato una mano vicino al viso della bionda e i loro visi erano vicinissimi.

La bionda non fece a meno di notare i suoi occhi, freddi, selvaggi, grezzi come diamante. La sua pelle era color perla e profumava di terra e cuoio. I suoi capelli erano rovinati e sparsi disordinatamente sul viso e lungo le spalle. Di sicuro non le mancava sicurezza.

"Vai al diavolo!" fu l' ultima frase che udì dalle labbra della mora. Esse erano rovinate e secche.

Misaki si staccò e corse furiosamente verso casa sua.
Fa davvero ridere quella ragazzina, potrei giocarci un po', sembra una bambina ingenua.
Le luci di casa erano spente, segno che sua madre dormiva. Prese la chiave che teneva nascosta sotto lo zerbino di casa e aprì la porta. Prese una vecchia cassetta del pronto soccorso dal bagno e si chiuse in camera sua.
Prese del disinfettante e lo mise sulle ferite e le ricopri con vecchie garze e bende. Bruciano da morire ma devo sopportare il dolore per quanto mi è possibile.
Seduta sul letto, con le mani unite e la testa china pensava e ripensava a quella strana ragazza.
Sembra terribilmente innocente, un attimo, perché dovrei essere attratta da una ragazzina che non sa nemmeno difendersi? Cosa diavolo mi prende ora? Siamo così opposte che me ne sento attratta? Che idiozia!
È vero che sono lesbica ma quella bambina non mi piace per niente è solo...LA DEVO SMETTERE!
Si buttò sul letto a pancia in giù ignorando il bruciore causato dallo stramaledetto disinfettante. Quella ragazza la stava davvero attraendo in qualche modo!?

"Merda! Non può piacermi sul serio!" Sussurrò con entrambe le mani sulle tempie.

Chiamò Keiichi, il suo migliore amico, quest' ultimo le rispose dopo tre squilli.

"Idiota, sai che ore sono?" chiese.

"Certo che lo so imbecille! Sono le 5.37 di mattina ma mi serve un favore..." disse e tra amici ci s' intende.

"Vuoi intrufolarti da qualche parte, vero?" chiese.

"Si. Ci vediamo tra un ora dietro casa mia. Se fai solo un minuto di ritardo assaggerai il mio pugno" minacciò.

"Sarò lì in orario e devi dirmi tutto" disse lui.

"Contaci" dopo questo chiuse la telefonata e attese
l' imbecille dietro casa.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 27, 2016 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

La teppista e la ragazza modelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora