a cameron piaceva la gente. tutto sembrava a posto, visto da lontano. c'erano tante facce diverse, tanti colori, e tante espressioni. la gente era interessante, fino a quando non veniva vista da vicino. allora le persone cominciavano ad essere oppressive, a fare domande, e a pretendere risposte, e se queste non corrispondevano con le loro aspettative, loro ti cacciavano fuori dal proprio mondo. a cameron piaceva la gente, ma non voleva farne parte.
era diverso con michael e i suoi amici. il suo cugino preferito aveva decisamente buon gusto in fatto di amici. nei giorni passati nella sua nuova abitazione, aveva scoperto che mike lavorava part-time in un supermercato, e, di tanto in tanto, dava qualche lezione privata di chitarra. luke invece era il commesso in un negozio di vestiti. diceva di odiare quel lavoro, ma che doveva pur guadagnare qualcosa.
quando entrambi lavoravano, cameron stava in casa a giocare con i videogiochi di michael. loro la invitavano a farsi un giro, ma lei preferiva starsene per conto suo.
era giovedì, e luke aveva il giorno libero, perché il negozio era chiuso. michael avrebbe lavorato di pomeriggio, dalle 16 alle 22. il supermercato chiudeva alle 20, ma due volte a settimana, a turno, i commessi rimanevano a sistemare il magazzino.
i ragazzi avevano portato cameron alla loro tavola calda preferita. erano seduti al tavolo 4, quello vicino alla finestra.
- guarda, non sembra il massimo, ma si mangia che è una favola. -
la rassicurò luke. lei si fidava - non che avesse tanta scelta. diede uno sguardo al menù. la scelta era incentrata su piatti da fast food e pietanze classiche, senza troppi fronzoli da ristoranti di lusso.
- garçon! -
sentì urlare michael, mentre scuoteva una mano in aria per attirare l'attenzione del cameriere. questo si avvicinò rapidamente al loro tavolo, e quando cameron lo vide, sentì le guance avvampare.
- chi non muore si ri... cameron! -
ashton si aprì in un sorriso appena la vide seduta di fianco a michael. anche lei gli sorrise, e abbassò timidamente lo sguardo. anche lei era felice di vederlo.
- non sapevo fossi qui con questi zoticoni. -
disse ashton. portava un grembiule rosso con il logo del locale sul petto, e sotto a quello, una t-shirt bianca e dei jeans neri.
- così ferisci i miei sentimenti. -
disse luke, e ashton gli alzò il dito medio.
- il solito, ash, e fai in fretta. muoio di fame. -
ashton si affrettò ad appuntare l'ordinazione sul taccuino. rialzò gli occhi su cameron, e le sorrise di nuovo.
- a te cosa porto? -
le chiese gentilmente, e lei si morse le labbra. indicò un piatto sul menù, e ashton assottigliò gli occhi per leggere meglio.
- omelette di patate e bacon? ottima scelta! -
disse il riccio, e scrisse anche questo sul suo foglio.
- quando hai finito, ti porto anche una fetta di cheesecake. è la specialità del locale e credimi, non ne hai mai mangiata una così buona. -
continuò, e cameron sorrise, annuendo. ashton li salutò e si diresse in cucina.
- non è mai stato così gentile con noi. -
rifletté michael ad alta voce, poi si voltò verso luke.
- perché non è mai stato così gentile con noi? -