Atto XXVII

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Nell'episodio precedente di Tomatiful...

"Tu... lo ami?"
"Oui. Più di qualunque altra cosa al mondo. Però se questo è quello che vuole, quello che può renderlo felice, non sarò io a rovinargli la festa."
"Smettila di fare il bambino viziato e apri gli occhi, Америка. Non potrà mai funzionare fra voi due, probabilmente il coma gli ha scombussolato il cervello. Pensaci su, Америка."

** Buono tomato, buono tomato, buono, buono, uh! Tomato! Ci vediamo a Romano, minami Italia! **

Arthur si sistema nervosamente lo smoking bianco: dovrebbe essere contento, in fondo, il giorno del matrimonio è un giorno speciale, no? Ma le mani che tremano mentre si annoda il papillon tradiscono il suo stato d'animo, mentre ogni cellula del suo cervello gli urla di aver fatto la scelta sbagliata.

Nell'altra stanza, Alfred non se la passa meglio: continua a pensare a Ivan, a come i suoi occhi trasmettevano così tanto dolore... ma non può essere geloso! Non Russia, il suo ex nemico: insomma, la Guerra Fredda e tutto il resto... va bene che aveva sentito qualcuno definirla come tensione sessuale, ma andiamo! Eppure...

La chiesa è piena di nazioni: Feliciano che piange già, Germania che cerca di consolarlo, Lovino che tira Spagna per la manica chiedendogli 'cosa cazzo ci facciano lì', Prussia che cerca di strappare almeno un bacio ad Austria e quasi tutte le ex colonie di Inghilterra.
In fondo, nell'ultima panca, siedono Francia e Russia, entrambi con uno sguardo a dir poco malinconico.
"Anche tu nelle mie stesse condizioni?" Chiede il francese, alzando un sopracciglio, mentre il russo sprofonda nella panca, senza l'ombra di un sorriso sul volto.
"Da..."
I due si scambiano un'occhiata di commiserazione reciproca, quando la porta della chiesa si apre e fa il suo ingresso Arthur.
Francis, senza parole, non stacca gli occhi dall'inglese, con un'espressione di rammarico nei confronti di qualcosa che non sarà mai suo.
D'altro canto, Ivan osserva di sottecchi l'americano che, impaziente, tamburella con le dita lungo i fianchi. L'iperattività della giovane nazione è sempre stato un tratto che affascina il russo.
La cerimonia ha luogo senza intoppi: tutto va per il meglio, tranne per una lieve esitazione nella voce dei promessi sposi nel pronunciare "I do."
Finalmente siamo giunti al climax della cerimonia: avviene lo scambio degli anelli e il prete avverte, con la solita frase di rito: "Se qualcuno è contrario a questa unione, parli ora o taccia per sempre."
Nell'ambiente cala un silenzio di tomba: nessuno parla, molti non osano neanche respirare, e giusto prima che il prete possa continuare...
"Io mi oppongo!"

To be continued...

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