Jean
Il sabato passa placidamente senza grandi avvenimenti, anche se la mia mente è in tempesta. Non vado ad una festa da ormai più di cinque mesi, mi sono dimenticato come bisogna comportarsi, come interagire con le persone, come non sembrare uno sfigato e fare da tappezzeria; mi sono persino dimenticato come bisogna vestirsi! Cazzo, sembro una scolaretta al ballo delle debuttanti mi dico mentre ripasso per la ventiseiesima volta i vestiti nel mio armadio. Sono indeciso su due abbinamenti fondamentalmente: il primo è composto da i miei jeans blu scuro, una camicia bianca a maniche lunghe (che non sapevo di possedere) e delle sinkers blu elettrico. Il secondo è un accoppiamento dei miei pantaloni neri con gli strappi, una camicia nera (che mi si addice molto di più di quella bianca) e i miei anfibi preferiti, sempre neri. Sono ancora in alto mare, praticamente nudo, come mamma mi ha fatto, quando in camera mia si presentano senza alcun preavviso sia Connie che Sasha.
Il primo non si scompone per il panorama sulla mia mercanzia, o almeno non quanto la seconda, che traumatizzata e rossa in viso come solo il naso rosso di Rudolf sa fare, corre fuori dalla mia camera gridando - ma santo Iddio Jean! metti un cartello quando sei nudo, sai non tutti vogliamo vedere la tua bigiotteria sballonzolante?!
— Hey siete stati voi ad entrare senza neanche suonare il campanello — rispondo sprezzante — sapete ragazzi, io ho tutto il diritto di giare per casa nudo! E comunque, sappi che questa non è bigiotteria qualunque, questa è gioielleria di alta classe! — aggiungo alzando la voce in modo che lei mi senta anche dal corridoio.
— Cavolo Jean — esordisce Connie — ma sbaglio o ti è cresciuto ancora?!
Arrossisco vistosamente — E-e a te che cosa te ne frega? E poi... c-che cavolo, prendi le misure?!
— No! Per carità, non che abbia niente contro gli omosessuali, cioè tu il mio migliore amico sei gay...
— Bisex per favore — lo interrompo.
— Va beh, sai quanto cambia...
— Cambia bello mio!
Sospira — comunque ti piace il "cetriolo" e a me basta — mi risponde esasperato — stavo dicendo: io non ho niente contro omosessuali o bisex, cioè alcuni miei amici sono gay! Ora che ci penso gran parte di miei amici è omosessuale... Reiner, Bertold, Ymir, Christa, tu... ci deve essere qualcosa nell'acqua di questa parti, non c'è altra spiegazione.
Io scoppio a ridere per l'espressione che si disegna sul volto di Connie, mentre realizza di aver così tanti amici dell'altra sponda. Anche questo mi piace di lui; non ha pregiudizi. Quando in terza liceo ho realizzato di essere bisessuale Connie è stato il primo con cui ne ho parlato. Mi ricordo che eravamo seduti sul muretto fuori dal cimitero, dove eravamo soliti andare quando volevamo stare soli. Quando gli ho accennato il fatto che mi sarebbero potuti piacere i maschi lui non mi ha preso sul serio, pensava che lo stessi prendendo in giro... lo stupido; ma quando ha capito che non scherzavo mi ha fissato con negli occhi con sorpresa mista a un filo di paura . Li ho temuto di perdere l'unico amico rimastomi, quindi preso dal panico gli ho detto di cancellare ciò che aveva sentito, per poi subito scappare via. Il giorno dopo non andai a scuola, mi finsi malato per paura di incontrare Connie. Credevo di aver fatto la cazzata più grande della mia vita, mi promisi di non parlarne più con nessuno perché pensavo che mi avrebbe fatto allontanare dagli altri; ma il giorno dopo successe qualcosa di meraviglioso. Verso le quattro di pomeriggio suonò il campanello, fui io ad aprire la porta, trovandomi davanti il mio rigore amico, con un'espressione molto seria in volto... mi chiese se potessimo parlare un attimo. Perfetto, un'altra amicizia buttata alle ortiche, solo perché non sono riuscito a tenere la bocca chiusa mi colpevolizzai.
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My Castle of Glass
FanfictionArmin Allert e Jean Kirschtein sono due ragazzi che frequentano la stessa università, ma non si conoscano affatto, nonostante abbiano anche degli amici in comune. Jean sa solo che Armin è il classico bravo ragazzo diligente e responsabile. Al contra...