L'incontro. 1 capitolo

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Mi chiamo Vanessa, ho 18 anni e oggi è il giorno dell'orale l'ultimo ostacolo che mi divide dalla mia vita da universitaria. Non sono poi cosí entusiasta perché farò la stessa cosa che ho fatto al licei cioé rimanere invisibile poiché mi tiene lontano dai guai.

A interrompere i miei pensieri e una voce stridula, quella di mia sorella che mi dice di sbrigarmi: faccio una doccia di venti minuti dell'abbigliamento non mi preoccupavo tanto perché dovevamo portare la divisa cioé gonna rossa e nera, peró io avevo un culmine che detestano la faceva sembrare una minigonna; una camicia bianca abbotonata lasciando il primo bottone aperto e con il mio petto sembrava che tra pochi secondi sarebbe scoppiata con sopra un maglione color rosso scuro con una cravatta a strisce abbinata alla giacchetta e gonna; invece la camicia bianca era dello i stesso colore delle delle calze che arrivavano alle ginocchia e delle scarpette nere. Mi vesto e lascio i capelli sciolti che mi cadono sulle spalle arrivando a metá schiena, odio questi capelli dal color rosso mi la mia migliore amica, anzi ex, no non voglio ricordarmi quei momenti. Appena finisco di prerarmi scendo adento una croissant alla crema bevo una tazza di caffè e corro fuori, per arrivare in anticipo almeno di quindici minuti.

Appena esco vedo che il prato é bagnato suppongo che ieri sia piovuto, mi in cammino mentre ripeto la lezione a mente, ma ho una fortuna che spacca le pietre passa un auto a tutta velocità, sapete cosa fa? Proprio dov'ero io c'era una pozzanghera d'acqua piovana. Mi bagna la gonna un po' le calze e il maglione.

Ferma l'auto scende un ragazzo dalla chioma castana e degli occhi color ghiaccio da cui é difficile levare lo sguardo palestrato in camicia e cravatta, le maniche sembra a che stessero per scoppiare con quei muscoli.

Ma non sono una ragazza a cui interessano i ragazzi. Vengo interrotta, sentendo una voce profondo che mi chiamava.

Era il ragazzo di prima, che cercava di scusarsi.
<<Scusa , mi dispiace. Mi potresti dare i tuoi vestiti te li pulisco e te lo portò, basta che mi dai il tuo numero te li portò per adesso ti posso dare questo>> lui dice. Dall'auto tira una scatola da cui estrae uno splendido vestito blu che scintillava con una scollatura abbastanza provocante, mi prose anche delle scarpe abbinate con un tacco a spillo.
<<Scusa, ma é un po' troppo ho l'esame non possible andare a scuola con quel vestito e scarpe>> io gli spiego
Lui si sente dispiaciuto, ma dopo qualche secondo gli appare un sorriso, il sorriso piú che ho visto nella mia vita.
<<Posso accompagnarti alla tua scuola, indossa questo vestito, io parleró con il preside ció che è successo tanto e un mio vecchio amico>> lui spiega.

<<Non posso accettare questo splendido vestito non me lo posso permettere, costerà una fortuna>> Io rispondo.
<<Accettalo se no non so come posso scusarmi >> lui dice, facendo un espressione che esprimeva quanto gli dispiacesse per l'accaduto. Io annuisco affermando l'abito che teneva in mano, quando lo indossai lui rimase con gli occhi sbarrati dopo che scende dalle nuvole mi dice : <<Sei meglio della modella che rappresenta le mie opere vorresti essere la mia modella?>>

<<No, mi dispiace>> risposi.
<<Dai facci almeno un pensierino>> lui supplica; io annuisce dicendogli che ci penseró su cosí mi diede il suo cartellino da visita con il numero e indirizzo, ma tanto non avrei accettato perché sarei stata su un mucchio di riviste famose notando il suo nome era Justin jinjerlake un famoso stilista ventenne. Sarei diventata appariscente e avrei preferito evitare. Mi accompagnó a scuola piena scesi.

Spero vi sia piaciuto il primo capitolo ? Anche se non é un granché il secondo sará molto eccitante questo é stato per lo di piú un introduzione della storia. Ci sono errori di ortografia ma cercherò di correggerli la marca lo inventata.

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